Nuovi dati sul farmaco sperimentale Novartis per i pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta mostrano come LCZ696 abbia le potenzialità per cambiare il decorso della patologia che in Italia colpisce oltre un milione di persone.

Nell’agosto 2014, sono stati presentati i risultati top-line dello studio PARADIGM-HF, che mostravano come LCZ696 fosse superiore all’ACE-inibitore enalapril in relazione agli endpoint primari, riducendo significativamente il rischio di morti per cause cardiovascolari o di ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco.

Le nuove analisi presentate per la prima volta nel corso delle Scientific Session 2014 dell’American Heart Association, con un paper pubblicato in contemporanea su Circulation, mostrano che, nel raffronto con enalapril, LCZ696 ha significativamente
-       ridotto il rischio di decesso improvviso del 20% (nei pazienti con HFrEF il 45% delle morti per cause cardiovascolari  e il 36% delle morti per altre cause sono improvvise)
-       ridotto il numero di prime e successive ospedalizzazioni per HFrEF rispettivamente del 21% e del 23%i
-       ridotto del 16%i le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari o per altre ragioni
-       ridotto del 16%i la necessità di intensificare il trattamento domiciliare
-       ridotto del 30%i le visite al pronto soccorso dovute al rapido peggioramento dei sintomi

Quando sono stati ricoverati, i pazienti trattati con LCZ696 e quelli trattati con enalapril sono rimasti in cura per un periodo di tempo pressoché analogo, ma tra quelli trattati con LCZ696 si è registrato un 18% in meno nella permanenza in terapia intensiva e una minore probabilità, 31%, di dover ricorrere a farmaci endovena (IV) per aiutare il cuore a pompare. Anche le segnalazioni dei pazienti circa il proprio stato di salute e le valutazioni dei medici circa la severità della patologia sono state significativamente migliori con LCZ696 rispetto a enalaprili.

In Italia lo studio PARADIGM-HF ha coinvolto oltre 40 centri, arruolando più di 200 pazienti. “I dati mostrati da queste ulteriori analisi sono molto promettenti. Nel dettaglio lo studio ha messo in evidenza due risultati particolarmente importanti che richiedono la massima attenzione: la riduzione delle morti improvvise e del numero di prime e successive ospedalizzazioni. – commenta Michele Senni, Direttore della Cardiologia I, Scompenso e Trapianti di Cuore, ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Coordinatore per l’Italia dello studio PARADIGM-HF – Le morti improvvise sono purtroppo frequenti nei pazienti con scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta e hanno un impatto forte e doloroso per le famiglie. Inoltre, la pratica clinica dimostra che il decorso della malattia e la prognosi sono strettamente legati alle ospedalizzazioni. Per questo una riduzione di questi due aspetti rappresenterebbe un notevole passo avanti verso l’allungamento della sopravvivenza dei pazienti”.

LCZ696, una compressa, da assumere due volte al giorno, ha una modalità d’azione unica, che si ritiene sia in grado di ridurre il carico di lavoro sul cuore scompensato. La molecola agisce sia allo scopo di migliorare i sistemi neuro-ormonali di protezione del cuore (sistema NP), sia sopprimendo l’effetto negativo del RAAS (sistema renina-angiotensina-aldosterone). I farmaci attualmente disponibili, invece, agiscono esclusivamente in modo da bloccare gli effetti negativi del RAAS. Nonostante le terapie esistenti, il tasso di mortalità rimane molto elevato, con una percentuale fino al 50% di pazienti che muore entro 5 anni dalla diagnosi di scompenso cardiaco. iv,[v],[vi]

Le analisi dei biomarcatori cardiaci (NTpro-BNP e troponina), sostanze che indicano la progressione della patologia e del rischio per il cuore, hanno mostrato livelli stabilmente più bassi con LCZ696 che rispetto a enalapril, a dimostrazione della riduzione dell’affaticamento cardiaco e del conseguente dannoi,ii.

Novartis prevede di presentare la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio alla FDA statunitense entro la fine del 2014 e agli organi competenti della UE all’inizio del 2015.
Dato che lo scompenso cardiaco è una condizione grave, con una necessità urgente di nuovi trattamenti, FDA ha attribuito a LCZ696 una designazione Fast Track, che velocizza il processo di valutazione per i nuovi farmaci mirati al trattamento di condizioni gravi o potenzialmente letali.

Una volta ottenute le autorizzazioni, il farmaco LCZ696 verrà confezionato in Italia presso il sito Novartis di Torre Annunziata (NA) per i mercati mondiali.

Studio PARADIGM-HF

PARADIGM-HF è uno studio di Fase III randomizzato, in doppio cieco, che ha valutato il profilo di sicurezza ed efficacia di LCZ696 rispetto alla terapia con enalapril (considerato oggi il gold standard per il trattamento) in 8.442 pazienti con scompenso cardiaco con frazione d’eiezione ridotta. Le caratteristiche basali mostrano che i pazienti arruolati erano affetti da scompenso cardiaco con frazione d’eiezione ridotta di classe NYHA II-IV].

PARADIGM-HF è stato specificamente disegnato per valutare se LCZ696 fosse in grado di diminuire la mortalità cardiovascolare di almeno il 15% rispetto a enalapril. I pazienti hanno assunto LCZ696 o enalapril in aggiunta al miglior trattamento disponibile. L’endpoint primario, combinato, è la quantità di tempo prima che si verifichino il decesso per cause cardiovascolari o il ricovero per scompenso cardiaco. PARADIGM-HF è il più vasto studio mai condotto sullo scompenso cardiaco.

LCZ696 nello scompenso cardiaco
LCZ696 è il primo della nuova classe di farmaci ARNI (Angiotensin Receptor Neprilysin Inhibitor, inibitore del recettore dell’angiotensina e della neprilisina) e ha una modalità d’azione unica, che si ritiene riduca il carico di lavoro sul cuore scompensato, stimolando la capacità di recupero del muscolo cardiaco. Fa leva sulle difese naturali dell’organismo contro lo scompenso cardiaco, agendo simultaneamente per aumentare i livelli di natriuretici e di altri peptidi vasoattivi endogeni, inibendo al tempo stesso il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS).

Lo scompenso cardiaco è una patologia debilitante e potenzialmente fatale, a causa della quale il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue nell’organismo. I sintomi – quali dispnea, affaticamento e ritenzione di liquidi – possono apparire gradualmente e peggiorare nel tempo, influenzando significativamente la qualità della vita[x].
Circa la metà dei pazienti con scompenso cardiaco soffre della forma con frazione d’eiezione ridotta (HFrREF)xi, cioè, ad ogni contrazione cardiaca, la quantità di sangue che viene immessa in circolo è in percentuale ridotta (generalmente meno del 40-50%) rispetto a quanto contenuto nel ventricolo sinistro.

Lo scompenso cardiaco è un problema di salute pubblica importante e sempre più diffuso, con un elevato bisogno insoddisfatto di nuovi trattamenti. Ogni anno lo scompenso cardiaco costa all’economia mondiale 108 miliardi di dollari; i ricoveri in ospedale rappresentano il 60-70% dei costi totali di trattamento.