Rispetto ad altri farmaci antidiabetici, le sulfoniluree possono aumentare il rischio di eventi cardiovascolari e alcune potrebbero essere particolarmente rischiose, stando ai risultati di una metanalisi di autori canadesi pubblicata da poco su The Lancet Diabetes & Endocrinology.

“Nonostante la sicurezza cardiovascolare delle sulfoniluree sia piuttosto controversa, questi farmaci continuano ad essere utilizzati regolarmente nei pazienti con diabete di tipo 2" ha sottolineato il primo firmatario dello studio Scot H. Simpson, della University of Alberta di Edmonton, in un’intervista.

"La nostra sintesi dei risultati pubblicati" ha aggiunto l’autore "suggerirebbe, invece, che vi sono importanti differenze tra le diverse sulfaniluree, di cui i medici dovrebbero tenere conto quando scelgono un farmaco di questa classe. Ad esempio, riteniamo che glibenclamide (nota anche come gliburide) debba essere evitata a favore di altre sulfaniluree, come gliclazide o glimepiride".

Per arrivare a tali conclusioni, Simpson il suo gruppo hanno utilizzato i dati provenienti da 18 studi controllati che hanno coinvolto più di 167.000 pazienti per valutare il rischio di mortalità legata a qualunque causa, di mortalità cardiovascolare e di infarto miocardico legato alle diverse sulfoniluree.

In questi studi, la mortalità complessiva è risultata del 9%, variando tra il 4% dei pazienti trattati con gliclazide al 7% di quelli trattati con glibenclamide al 23% di quelli in terapia con clorpropamide.

La metanalisi a rete ha dimostrato che il rischio relativo di decesso dovuto a una qualunque causa è risultato pari a 0,65 per gliclazide, 0,83 per glimepiride, 0,98 per glipizide, 1,13 per tolbutamide e 1,34 per clorpropamide rispetto a glibenclamide.

Per la mortalità cardiovascolare, il rischio relativo corrispondente è risultato pari a 0,60 per gliclazide, 0,79 per glimepiride, 1,01 per glipizide, 1,11 per tolbutamide e 1,45 per clorpropamide, sempre rispetto a glibenclamide.

I ricercatori concludono, pertanto, che "gliclazide e glimepiride sono associate a un minor rischio di mortalità complessiva e di mortalità per cause cardiovascolari rispetto a glibenclamide” e che “i medici dovrebbero prendere in considerazione le possibili differenze nel rischio di mortalità tra le diverse molecole quando devono scegliere una sulfonilurea".

Commentando i risultati, Kevin M. Pantalone, della Cleveland Clinic di Cleveland (in Ohio), nel suo editoriale di accompagnamento sottolinea che il lavoro dei colleghi canadesi "offre un’ampia sintesi della letteratura disponibile su questo argomento e suggerisce che alcune sulfoniluree potrebbero essere più sicure di altre".

"Dato che le diverse sulfoniluree sono disponibili a un costo simile (e sono a buon mercato), sembrerebbe inappropriato utilizzare quelle che paiono associate a un rischio più alto di eventi cardiovascolari e/o di mortalità" afferma Pantalone.

L’esperto rimarca, inoltre, che "bisogna fare affidamento su questo tipo di studio per indirizzare le nostre decisioni cliniche su questo tema, perche è improbabile si faccia mai uno studio clinico controllato e randomizzato".

S.H Simpson, et al. Mortality risk among sulfonylureas: a systematic review and network meta-analysis. The Lancet Diabetes & Endocrinology 2014; doi:10.1016/S2213-8587(14)70213-X.
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