Era il trial più atteso del congresso della European Society of Cardiology (ESC) appena iniziato a Barcellona e non ha deluso le aspettative. Parliamo dello studio PARADIGM-HF che ha confermato efficacia e sicurezza di LCZ696, un farmaco sperimentale studiato per la cura dello scompenso cardiaco, malattia da deficit di pompa la cui terapia è ancora lungi da essere ottimale.

In parallelo alla presentazione all'ESC, lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Sviluppato da Novartis, il farmaco, ha ridotto del 20% e del 21% il rischio di morte per cause cardiovascolari(p=0.00004), del 21% le ospedalizzazioni (p=0.00004) e del 16% la mortalità per tutte le cause (p=0.0005). Nello studio, LCZ696 veniva confrontato con enalapril, uno degli standard di cura dello scompenso cardiaco.



Conosciuto come ARNI (Inibitore del Recettore dell’Angiotensina e della Neprilisina), il farmaco è costituito da una combinazione di valsartan (inibitore dell’angiotensina II) e di AHU-377 (inibitore della neprilisina). LCZ696, compressa in doppia somministrazione giornaliera, è un farmaco first-in-class che agisce con diverse modalità sui meccanismi neuro-ormonali del cuore, bloccando i recettori responsabili di effetti dannosi e stimolando al contempo i meccanismi protettivi.

Insieme a RLX030 (serelaxin), LCZ696 è il secondo trattamento di Novartis in fase di sviluppo, per i pazienti affetti da scompenso cardiaco.

In Italia, lo studio PARADIGM-HF è stato coordinato da Michele Senni, Direttore della Cardiologia I, Scompenso e Trapianti di Cuore, ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Nella sua parte italiana, lo studio ha coinvolto oltre 40 centri, arruolando più di 200 pazienti. Complessivamnete, i pazienti arruolati sono stati oltre 8mila.

"Il nostro ospedale ha preso parte allo Studio Paradigm-HF e i risultati sono incoraggianti – commenta Senni – I dati presentati al congresso ESC dimostrano che LCZ696, rispetto all'ACE inibitore, il capostipite dei farmaci utilizzati fino ad oggi, è potenzialmente superiore in termini di sopravvivenza e di riduzione delle ri-ospedalizzazioni nei pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico e con funzione ventricolare sinistra ridotta, cioè con un cuore che non riesce a pompare sangue a sufficienza nell’organismo. Questi dati aprono la strada a un potenziale cambiamento radicale nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico, perché per la prima volta una nuova molecola ha mostrato risultati superiori all’attuale standard terapeutico. LCZ696 potrebbe quindi sostituire una delle molecole che attualmente rappresentano il cardine del trattamento, con una conseguente rivoluzione nella terapia dell’insufficienza cardiaca cronica”.

Novartis prevede di presentare alla FDA statunitense la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio entro la fine del 2014, e all’EMA (agenzia europea) all’inizio del 2015. Poiché lo SC è una patologia grave, caratterizzata da un urgente bisogno di nuovi trattamenti, la FDA ha concesso a LCZ696 la designazione Fast Track, la quale può accelerare la valutazione di nuovi farmaci destinati al trattamento di patologie gravi o pericolose per la vita.

Studio PARDIGM-HF
PARADIGM-HF è uno studio sugli eventi, randomizzato, in doppio cieco, di fase III disegnato per valutare il profilo di efficacia e di sicurezza di LCZ696, nel confronto con enalapril (un ACE-inibitore largamente usato), in 8.436 pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico con frazione di eiezione ridotta (HF-REF).
L’endpoint primario, combinato, è la quantità di tempo prima che si verifichino il decesso per cause cardiovascolari o il ricovero per scompenso cardiaco. Il trial è inoltre stato progettato in modo da poter rilevare una differenza significativa anche nei decessi per cause cardiovascolari.
Il trial è stato avviato nel dicembre 2009 ed è attualmente il più esteso studio clinico mai condotto nello scompenso cardiaco.

Scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco è una sindrome invalidante, per la quale il cuore non è più in grado di pompare una quantità sufficiente di sangue nell’organismo. Un fenomeno in crescita - si tratta della più comune causa di ospedalizzazione per i pazienti con oltre 65 anni - che in Italia coinvolge circa 600 mila persone, l’1% della popolazione. I numeri sono purtroppo destinati ad aumentare, in parte a causa dell’aumento dell’età della popolazione, in parte perché si sopravvive sempre di più agli infarti, ma al contempo si entra in una situazione cronica di scompenso cardiaco”.

Lo scompenso cardiaco rappresenta una significativa e sempre maggiore preoccupazione per la salute pubblica, con oltre 20 milioni di persone che vivono con questa patologia solo in Europa e negli Stati Uniti.

Continua a essere legata ad alta morbilità ed elevata mortalità, frequenti ricoveri e una qualità della vita ridotta, nonostante i farmaci attualmente disponibili. Lo scompenso cardiaco rappresenta inoltre un fardello sempre maggiore a livello economico, che in tutto il mondo supera attualmente i 45 miliardi di dollari.
Alla luce di questi elementi, la patologia presenta un significativo bisogno insoddisfatto di nuovi trattamenti, in grado di ridurre la mortalità per cause cardiovascolari e la frequenza dei ricoveri ospedalieri.

McMurray JJV et al. Angiotensin-Neprilysin Inhibition versus Enalapril in Heart Failure, N Engl J Med 2014; DOI: 10.1056/NEJMoa1409077
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