Il denosumb ripristina la perdita di osso corticale e riduce il rischio di frattura. Questo e altri risultati derivano da numerose analisi esplorative sulla valutazione dell’impatto a lungo termine del trattamento con tale molecola nelle donne in postmenopausa con osteoporosi. I dati sono stati presentati in occasione del meeting annuale dell'American Society of Bone and Mineral Research che si è svolto a Houston dal 12 al 15 settembre.

L’osteoporosi postmenopausale (PMO) colpisce molte donne dopo la menopausa; in questo periodo, infatti, la capacità di formare nuovo tessuto osseo non può controbilanciare la velocità con cui l'osso è stato rimosso. Questa perdita di tessuto osseo porta all’indebolimento delle ossa nel corso del tempo, aumentando il potenziale di frattura. Circa la metà delle donne oltre i 50 anni subiranno una frattura da osteoporosi nel resto della loro vita; una volta che ciò accade, le probabilità di subirne un’ altra sono molto più alte.

Al fine di determinare il rischio di frattura, sono stati misurati i T-score per confrontare la densità ossea di una paziente rispetto a quella di una giovane persona sana dello stesso sesso. Un T-score di -2.5 o inferiore è definito come osteoporosi. Più basso è il punteggio, maggiore è il rischio di frattura.

Il denosumab è la prima terapia approvata che si rivolge in particolare al RANK Ligand, un regolatore essenziale delle cellule che si occupano della rimozione ossea (osteoclasti).

I risultati presentati derivano dall’estensione open-label dello studio pilota di Fase 3 sulle fratture, che ha dimostrato come il trattamento con denosumab per otto anni permetta a una parte sostanziale di donne con osteoporosi di raggiungere un T-score non osteoporotico (> -2.5) a livello della colonna lombare e dell'anca rispetto al basale.

Di seguito sono sintetizzati i risultati principali raggiunti in questo studio:
Il denosumab ha permesso a una parte sostanziale di donne con osteoporosi di raggiungere dei T-score non osteoporotici dopo otto anni di trattamento. All’ottavo anno, circa 1.500 donne sono rimaste nella porzione di estensione in aperto dello studio.
Al baseline dello studio, i T-score della colonna lombare e dell'anca erano pari a -2.83 e -1.85, rispettivamente.

La percentuale di donne con T score non osteoporotici (> -2.5,> -2.2,> -2.0, e> -1.8), sia a livello della colonna lombare e dell'anca progressivamente si è aumentata dal basale, in otto anni di trattamenti con denosumab come segue: dall’11 all’82 per cento (> -2.5), da 4 a 65 per cento (> -2.2), 2 al 53 per cento (> -2.0), e dall'1 al 39 per cento (> -1.8).

In singoli siti, la percentuale di donne con un T-score> -2.5 è aumentato dal basale in di otto anni di trattamento: dal 19-all’86 per cento (colonna lombare) e dal 75 al 94 per cento (anca).
Lo studio ha considerato donne che avevano ricevuto tre anni di denosumab durante lo studio pilota di Fase 3 sulle fratture e cinque anni del farmaco durante il processo di estensione, per un totale di otto anni di trattamento continuato.

Denosumab ripristina la perdita di osso corticale a livello di radio distale associato con l'invecchiamento e riduce il rischio di frattura del polso: Analisi dall'estensione FREEDOM Cross-over Group
Questo studio pilota di Fase 3 ha esaminato l'importanza clinica della massa ossea corticale in più di 2.000 donne trattate con PMO. Tutte le donne avevano ricevuto il farmaco oltre a calcio e vitamina D.
Il trattamento con denosumab per tre anni ha invertito questa perdita di massa ossea e dopo altri due anni ha garantito un ulteriore guadagno di densità minerale ossea (BMD) che hanno ridotto i tassi di frattura del polso.

Dopo cinque anni di trattamento è stato osservato un significativo aumento della densità minerale ossea (1.5% a cinque anni EXT), rispetto al basale.
Durante i primi tre anni di EXT, mentre la BMD aveva recuperato ai livelli di base originali in risposta al farmaco, il tasso di frattura del polso è rimasto paragonabile al tasso riscontrato per il placebo nello studio pilota di fase 3; e con due anni supplementari, la BMD risultava aumentata ulteriormente, e il tasso di frattura del polso, invece, diminuito a livelli significativamente più bassi rispetto al placebo dello studio pilota di fase 3. Questa analisi esplorativa ha mostrato che nel gruppo placebo, la densità ossea corticale del radio è diminuita, nonostante i supplementi di calcio e vitamina D.

Persistenza e conformità al trattamento

In questa analisi esplorativa, la persistenza e la conformità nell'arco di 12 mesi è stata maggiore tra i pazienti che avevano recentemente avviato il trattamento con desonumab rispetto ad altre terapie per l'osteoporosi.

Lo studio ha esaminato 6.187 donne con età pari o superiore a 50 anni ad alto rischio di frattura presenti nei database MarketScan e Medicare, e che di recente avevano iniziato il trattamento con questa molecola o altre terapie per l'osteoporosi (teriparatide, raloxifene, alendronato, ibandronato e risedronato).
Nel corso del 12 mesi di follow-up sono stati valutati la persistenza, indicata dall’ uso continuo dell’indice di terapia, con alcuna discontinuità superiore a 60 giorni; rapporto di copertura del farmaco (MCR), indicato dalla proporzione di giorni coperti da terapia; e la conformità, definito da un MCR ≥ 0.80.
Le probabilità di essere persistente e compatibile con il trattamento in studio è stata: odds ratio per la persistenza 1.62-5.75, p <0,0001; per la conformità 2.36-7.25, p <0,0001.

Studio pilota open-label di fase 3
La studio pilota di fase 3 sulle fratture, conosciuta anche come “The Fracture Reduction Evaluation of Denosumab in Osteoporosis Every 6 Months” (FREEDOM) è stato un trial internazionale, randomizzato, controllato con placebo, che ha coinvolto 7868 donne da 60 a 90 anni di età con un T-score BMD inferiore a -2.5, ma non inferiore a -4.0 a livello della colonna lombare e dell'anca e che sono state assegnate a ricevere denosumab, 60 mg ogni sei mesi, o placebo per tre anni. La maggior parte dei partecipanti originali ha proseguito nello studio di estensione in aperto, con quelli del gruppo placebo.

Conclusione
In conclusione, la fase di estensione dello studio FREEDOM ha comportato il raggiungimento di numerosi risultati tra cui ripristino della perdita di osso corticale e diminuzione del rischio di frattura e raggiungimento di T score non osteoporotici in donne in post menopausa. La fase di estensione a 7 anni dello studio consentirà la valutazione di denosumab fino a 10 anni di trattamento.

Emilia Vaccaro