Una combinazione di fattori di stile di vita a basso rischio riduce notevolmente nelle donne il rischio di ictus, e in particolare di infarto cerebrale. Inoltre, sembra che vi sia una progressiva riduzione del rischio con l’adozione progressiva di più fattori di stile di vita a basso rischio. È quanto suggerisce una ricerca pubblicata on-line su Neurology.

Gli autori, guidati da Susanna C. Larsson, del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia), spiegano che mentre in studi precedenti si indicava come dieta, consumo di alcol, fumo, attività fisica e adiposità potessero singolarmente influenzare il rischio di ictus, poche ricerche avevano affrontato l’effetto della combinazione degli stili di vita a basso rischio. «A nostra conoscenza» sottolineano i ricercatori «questo è il primo studio a riferire i risultati determinati da diverse combinazioni di questo tipo di fattori salutari».

«Nel nostro studio» proseguono «ciascuna delle abitudini di vita sana ha ridotto il rischio di ictus di una percentuale compresa tra il 9% (regolare attività fisica) e il 17% (niente fumo). Le donne che hanno seguito tutte le abitudini di vita hanno fatto registrare un dimezzamento del rischio di ictus» viene sottolineato. Dunque, «il “take home message” è che le donne possono ridurre notevolmente il rischio di sviluppare ictus, seguendo uno stile di vita sano».

Lo svolgimento della ricerca
Ai fini della ricerca, il team di studiosi ha analizzato i dati di 31.696 donne dalla Coorte Mammografica Svedese basata sulla popolazione. Queste donne avevano completato un questionario al basale relativo a dieta e stile di vita ed erano libere da malattie cardiovascolari e cancro. Eventuali casi di ictus sono stati identificati dal Registro Nazionale Svedese del Paziente e tramite il Registro Svedese delle Cause di Morte.

Come “stili di vita a basso rischio” sono stati considerati una dieta sana (al massimo il 50% di un punteggio di cibo consigliato), il consumo moderato di alcol (da 5 a 15 g/die), il mancato consumo di tabacco, lo svolgimento di attività fisica (camminare/ andare in bicicletta per 40 min al giorno e fare esercizio per 1 ora alla settimana), e un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 25 kg / m2.

Nel corso dei 10,4 anni di follow-up, ci sono stati 1.554 nuovi casi di ictus, di cui 1.155 infarti cerebrali, 246 ictus emorragici e 153 ictus non specificati. Il rischio di ictus, in particolare di infarto cerebrale, è apparso diminuire costantemente con l'aumentare del numero di fattori di stile di vita a basso rischio, e si è notata poca diversità nella forza delle associazioni in base alle diverse combinazioni. Questi risultati non sono cambiati in modo apprezzabile quando sono state escluse le donne con diabete o fibrillazione atriale, e l'associazione non è stata influenzata dall'età o da un’anamnesi positiva per ipertensione.

Nessuna associazione è stata osservata tra il numero di fattori di stile di vita a basso rischio e ictus emorragico. Ma a causa del numero relativamente basso di casi di ictus emorragico, gli autori hanno puntualizzato che non è possibile escludere vi sia una potenziale associazione. Inoltre, quando è stato tolto il BMI, che è risultato positivamente associato con il rischio di ictus emorragico, si è osservata un'associazione inversa con uno stile di vita a basso rischio.

Analizzando più in dettaglio i fattori di stile di vita specifici, il fumo di sigaretta - fattore di rischio molto noto per ictus – è risultato quello più fortemente associato con ictus totale e infarto cerebrale. Riguardo all’alcol, i ricercatori osservano che sembra esserci una relazione a forma di J con ictus. Nella coorte esaminata il consumo di alcol era basso e c'era la tendenza verso una riduzione del rischio di ictus nelle donne che consumavano da 5 a 15 g di alcol al giorno (circa una bevanda alcolica al giorno).

Come era già stato dimostrato in precedenza, avere un peso corporeo corretto (a fronte delle condizioni di sovrappeso/obesità) è risultato inversamente associato con il rischio di infarto cerebrale, e si è colta anche una associazione inversa, seppure non significativa, tra attività fisica e infarto cerebrale. «Il meccanismo alla base dell'associazione tra questi fattori di stile di vita e il ridotto rischio di ictus» secondo gli autori «probabilmente si trova in una riduzione della pressione arteriosa».

Gli autori sottolineano infine che questo studio ha diversi punti di forza, tra cui un disegno prospettico e basato sulla popolazione, un gran numero di casi di infarto cerebrale e ictus totale, informazioni su potenziali confondenti, e il quasi totale follow-up delle partecipanti. Secondo questo team, i risultati ottenuti dovrebbero essere generalizzabili a tutte le donne.

Larsson SC, Akesson A, Wolk A. Healthy diet and lifestyle and risk of stroke in a prospective cohort of women. Neurology, 2014 Oct 8. [Epub ahead of print]

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