Nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) la terapia con glatiramer acetato rimodella la composizione del compartimento cellulare B e influenza la secrezione delle citochine e la produzione di immunoglobuline. Questi dati – frutto di una ricerca pubblicata on-line su JAMA Neurology – indicano che la terapia con glatiramer acetato influisce su svariati aspetti della disregolazione della funzione delle cellule B nella SM che possono contribuire ai meccanismi terapeutici del farmaco.

«Nonostante le crescenti evidenze del coinvolgimento delle cellule B nella SM, non è chiaro se le attuali terapie immunomodulatrici siano in grado di influire sulla disregolazione della funzione cellulare B» premettono gli autori, guidati da Sara J. Ireland, del Dipartimento di Neurologia e Neuroterapia dell’University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas (USA). «Per tale motivo, lo scopo principale di questo studio è stato quello di stabilire se la terapia con glatiramer acetato normalizzasse la produzione di citochine da parte delle cellule B nei pazienti con SM».

Sono stati coinvolti 22 pazienti con SM che erano in trattamento con glatiramer acetato e altri 22 soggetti con SM naive al trattamento. Campioni di cellule da donatori sani sono stati ottenuti da due banche del sangue (una in California, l’altra in Texas). I pazienti con SM naive al trattamento non avevano ricevuto alcuna terapia che modificava la malattia per almeno 3 mesi prima dello studio. L’esposizione alla terapia con glatiramer acetato è stata complessivamente di almeno 3 mesi nel periodo dello studio. Gli outcome principali erano il fenotipo e la proliferazione delle cellule B e la secrezione di immunoglobuline e citochine.

«Si è osservato un ripristino della produzione di interleuchina-10 da parte delle cellule B periferiche» affermano gli autori «nei pazienti sottoposti a terapia con glatiramer acetato così come una significativa riduzione di produzione di interleuchina 6 in un sottogruppo di pazienti che hanno ricevuto terapia per meno di 32 mesi. Inoltre, è apparsa alterata la proliferazione in risposta a CD40L ad alte dosi e la produzione di immunoglobuline è apparsa elevata nelle cellule B attivate in vitro ottenute da pazienti che hanno ricevuto glatiramer acetato».

«Complessivamente abbiamo dimostrato che la terapia con glatiramer acetato influisce sulla funzione B-cellulare» sottolineano i ricercatori. «Sebbene questo non sia un effetto diretto, l’importanza della modulazione della disregolazione della funzione delle cellule B nella terapia della SM è poco studiata e di potenziale rilievo per l’efficacia di questo trattamento. Le interazioni tra CD40 e CD40L sono una componente critica dell’attivazione delle cellule immunitarie e perturbazioni dei segnali nelle cellule B sono una comune caratteristica delle malattie autoimmuni».

«Presi nell’insieme» concludono Ireland e collaboratori «i risultati di questo studio indicano che la terapia con glatiramer acetato modula la risposta delle cellule B ai CD40L in combinazione con altri stimoli. Se queste alterazioni possano essere usate per guidare la scelta delle opzioni terapeutiche rimane da essere stabilito. Un più ampio studio longitudinale è necessario per valutare la correlazione tra le citochine delle cellule B, la produzione di immunoglobuline e gli effetti di glatiramer acetato come terapia che modifica la malattia».

Arturo Zenorini
Ireland SJ, Guzman AA, O’Brien DE, et al. The Effect of Glatiramer Acetate Therapy on Functional Properties of B Cells From Patients With Relapsing-Remitting Multiple Sclerosis. JAMA Neurol, 2014 Sep 29. [Epub ahead of print]
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