Una nuova versione del vaccino contro il papillomavirus umano (HPV), in grado di proteggere contro ben nove tipi di papillomavirsu umano (HPV) potrebbe essere disponibile entro l'inizio del 2015. Il nuovo vaccino, indicato per ora con la sigla V503 e sviluppato da Merck, potrebbe proteggere contro circa il 90% dei tumori del collo dell'utero, stando ai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention.

Dallo studio emerge anche che i nove sottotipi coperti dal vaccino sperimentale sono responsabili della maggior parte delle displasie cervicali che possono portare al cancro della cervice uterina.

Merck ha già presentato la domanda di approvazione del vaccino (che è una versione aggiornata e più potente del suo vaccino quadrivalente anti HPV) alla Food and Drug Administration (Fda), nel febbraio scorso, e l’agenzia dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno.

Il vaccino attualmente disponibile di Merck protegge contro quattro tipi di HPV ed è efficace nel prevenire fino al 70% dei tumori cervicali correlati all’HPV e anche altri. In particolare, il prodotto protegge contro due sottotipi di HPV che hanno dimostrato di causare il cancro del collo dell’utero, il 16 e il 18, e anche contro i tipi 6 e 11, responsabili delle verruche genitali.

Oltre che dai sottotipi 16, 18, 6 e 11, il nuovo prodotto potrebbe proteggere anche contro i sottotipi 31, 33, 45, 52 e 58, anch’essi tutti potenzialmente oncogeni. Di recente, infatti, l’International Agency for Research on Cancer ha aggiornato l’elenco dei tipi di HPV che possono causare il cancro, includendo i sottotipi 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58 e 59.

Nello studio appena pubblicato, gli autori concludono che questi nove sottotipi di HPV sono responsabili di circa l'85% delle lesioni cervicali precancerose (CIN3 e adenocarcinoma in situ).

"Se i programmi di vaccinazione con il vaccino nonavalente fossero implementati in modo efficace, la maggior parte delle lesioni CIN2 e CIN3, e la metà di quelle CIN1, potrebbero essere evitate in tutto il mondo" concludono gli sperimentatori, guidati da Elmar A. Joura, professore di ginecologia dell’Università di Vienna.

In questo studio, Joura e i colleghi hanno utilizzato i dati di tre studi clinici internazionali precedenti sul vaccino quadrivalente di Merck, ai quali hanno partecipato in totale 12.514 donne di età compresa tra i 15 e i 45 anni. Utilizzando le informazioni sulle 2507 donne alle quali era stata diagnosticata una CIN o un adenocarcinoma in situ nello studio, gli autori hanno stimato il numero di lesioni precancerose che sarebbero state prevenute dal nuovo vaccino nonavalente.

Sette dei tipi di HPV ad alto rischio sono risultati presenti nel 55% delle lesioni CIN1, nel 78% delle CIN2, nel 91% delle CIN3 e quasi nel 100% degli adenocarcinoma in situ. Il nuovo vaccino dovrebbe proteggere contro tutti i sette sottotipi ad alto rischio.

Gli autori concludono, quindi, che mettendo in campo programmi vaccinali efficaci con questo vaccino nonavalente di nuova generazione, si potrebbe prevenire circa il 90% dei casi di cancro del collo dell’utero invasivo in tutto il mondo, oltre alla maggior parte delle lesioni precancerose.

Eppure, nonostante le raccomandazioni e le linee guida sulla vaccinazione con il vaccino HPV, anche in un Paese sviluppato come gli Stati Uniti, gli obiettivi di vaccinazione devono ancora essere raggiunti e la copertura vaccinale non ha raggiunto i valori attesi dai Centers for Disease Control and Prevention.

Per ottenere una riduzione del 90% dei tassi di cancro cervicale, sottolineano invece gli autori, servirebbe l'adozione diffusa del vaccino anti-HPV in tutto il mondo.

E.A. Joura, et al. Attribution of 12 High-Risk Human Papillomavirus Genotypes to Infection and Cervical Disease. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2014; doi: 10.1158/1055-9965.EPI-14-0410.
leggi