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Scoperto meccanismo molecolare che spiega possibile associazione tra vaccino H1N1 e narcolessia

19 dicembre 2013

Uno studio della Stanford University School of Medicine ha mostrato che la presunta associazione tra narcolessia e assunzione del vaccino per l'immunizzazione contro influenza A (H1N1) sviluppato da Gsk essere spiegata da un fenomeno conosciuto come “mimetismo molecolare”. Lo studio è stato pubblicato sul Journal Science Translational Medicine.

I ricercatori hanno scoperto che una porzione di una proteina del virus H1N1 è molto simile a una regione dell’ipocretina, proteina la cui riduzione o assenza giocano un ruolo chiave nello sviluppo della narcolessia. Dopo il vaccino, quindi, si scatenerebbe una risposta immunitaria (linfociti T) non solo contro il virus ma anche contro l’ipocretina, portando allo sviluppo della malattia. Questo fenomeno si verificherebbe solo nelle persone con una determinata suscettibilità genetica.

L’ipocretina o orexina è un neuropeptide prodotto dai neuroni dell’ipotalamo, che svolge numerose funzioni tra cui anche la regolazione della veglia fisiologica. Nel 1999 è stata scoperta una drastica riduzione, fino alla assenza completa, di ipocretina nel liquido cefalorachidiano dei soggetti narcolettici e, successivamente, una riduzione dei neuroni ipotalamici secernenti questo composto in rilievi autoptici di soggetti con narcolessia. Mentre nel cane narcolettico è stato scoperta una alterazione genetica a carico del recettore della ipocretina, nell'uomo non vi sono ancora evidenze di una chiara mutazione.

Era la fine di dicembre 2009, quando una mamma finlandese portò il figlio di sette anni dal dottore per via degli strani colpi di sonno che lo colpivano all’improvviso. Due mesi dopo, la diagnosi era inequivocabile: narcolessia. Il piccolo era stato da poco vaccinato contro il virus H1N1 dell’influenza A, il nuovo ceppo patogeno che in quel periodo si stava diffondendo in tutto il mondo. Era il primo episodio di una catena di casi di narcolessia infantile in Finlandia: alla fine del 2010 se ne contavano 54.

Trattandosi di una malattia rara, con un’incidenza bassissima, dell’ordine di tre casi su un milione, quell’aumento suscitò allarme. Tanto che le autorità sanitarie decisero di sospendere la vaccinazione e l’Agenzia europea dei medicinali decise di richiedere una serie di indagini supplementari sul vaccino.

Dopo alcuni studi, l’Ema aveva deciso di raccomandare una restrizione nell’uso del vaccino: nei soggetti sotto i 20 anni di età, il preparato avrebbe dovuto essere usato solo se il vaccino trivalente raccomandato contro l’influenza stagionale non era disponibile e solo se era ancora necessaria l'immunizzazione contro il virus H1N1 dell’influenza A. Nello stesso tempo, l’agenzia europea aveva lanciato un messaggio rassicurante, affermando che il profilo rischio-beneficio complessivo del vaccino rimaneva positivo.

Il nuovo studio potrebbe spiegare, una volta per tutte, il meccanismo molecolare alla base dell’associazione tra vaccino e narcolessia. Ulteriori studi sono però ancora necessari per far luce sulla questione.

Alberto K. De la Herrán-Arita et al., CD4+ T Cell Autoimmunity to Hypocretin/Orexin and Cross-Reactivity to a 2009 H1N1 Influenza A Epitope in Narcolepsy, Sci Transl Med 18 December 2013: DOI: 10.1126/scitranslmed.3007762
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