Arriva mepolizumab, nuova arma per l'asma grave

Per i 10mila pazienti italiani con asma severo è disponibile il mepolizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l'interleukina-5, che blocca l'infiammazione eosinofilica, causa delle continue esacerbazioni della malattia.

Per i 10mila pazienti italiani che soffrono di asma severo da oggi è disponibile una nuova possibilità di cura. Si tratta del mepolizumab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l’interleukina-5, che blocca l’infiammazione eosinofilica, causa delle continue esacerbazioni della malattia.

Negli studi clinici, il farmaco ha dimostrato non solo di ridurre dell’84% la conta degli eosinofili nel sangue, e di conseguenza le riacutizzazioni in generale (-53%) e quelle che determinano ricovero in ospedale o visite al Pronto soccorso (-61%). Ha migliorato considerevolmente la funzione polmonare e ridotto della metà la dose giornaliera di corticosteroidi orali, che hanno un impatto pesante sulla qualità di vita dei pazienti, dovuto agli effetti collaterali: pensiamo soltanto all’incremento di peso, all’aumento della glicemia, e al rischio di sviluppare osteoporosi.

La somministrazione del farmaco è estremamente semplice: un’iniezione sottocute ogni 4 settimane alla dose fissa di 100 mg, indipendentemente dal peso del paziente.

“L’asma severo – afferma il prof. Giorgio Walter Canonica, Responsabile del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie dell’Ospedale Humanitas di Rozzano – è una patologia invalidante che limita il paziente in qualsiasi sua attività. Diagnosticare con certezza e per tempo la malattia diventa dunque fondamentale per disegnare nel modo corretto la terapia e restituire al paziente una qualità di vita accettabile. Parliamo – prosegue il prof. Canonica - di una malattia eterogenea, costituita da diversi fenotipi, con specifiche caratteristiche cliniche e fisiopatologiche. Il tipo eosinofilo, per la quale è indicato appunto mepolizumab, è caratterizzato da un’elevata infiammazione, dovuta proprio dall’aumento di questi specifici globuli bianchi che determinano il rischio di riacutizzazioni. Alla base di questo processo c’è l’interleuchina 5, una citochina responsabile della crescita, differenziazione, attivazione e sopravvivenza degli eosinofili. Come agisce questo anticorpo monoclonale? Inibendo la trasduzione del segnale di interleuchina 5 e bloccando il processo infiammatorio, determinando una riduzione dell'84% degli eosinofili ematici entro 4 settimane dall’inizio del trattamento”.

 “Mepolizumab – sostiene il dott. Claudio Micheletto, direttore UOC di pneumologia dell’ospedale di Legnago - rappresenta un investimento culturale per la professione: ci ricorda che l’asma non è tutta uguale e che la sfida cruciale per l’allergologia e la pneumologia è la fenotipizzazione dei pazienti. Solo attraverso la corretta diagnosi possiamo essere in grado di offrire, per tempo, la giusta terapia. Noi vediamo frequentemente pazienti che malgrado arrivino ad assumere il massimo dei dosaggi di steroidi inalatori, farmaci fondamentali per la cura dell’asma, hanno uno scarso controllo della malattia, tanto che siamo costretti ad arrenderci e utilizzare frequentemente corticosteroidi per via sistemica. Oggi per questi malati abbiamo una risposta concreta. Da molti anni – prosegue il direttore dell’UOC di Pneumologia dell’Ospedale di Legnago – non vedevo un’efficacia così elevata: gli stessi i pazienti che completavano il trial venivano a chiedermi di proseguire la terapia. La terapia è oltretutto mirata al mediatore fondamentale dell’infiammazione eosinofilica, l’interleuchina 5, in questo modo riusciamo a contenere gli effetti collaterali”.

Come funziona mepolizumab
Mepolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca il legame di interleuchina 5 (IL-5) con la catena alfa del complesso recettoriale di IL-5 sulla superficie delle cellule eosinofile. In tal modo viene inibita la trasduzione del segnale di IL-5 e la crescita, la differenziazione, il reclutamento, l’attivazione e la sopravvivenza degli eosinofili. Somministrato ogni 4 settimane in aggiunta a dosi elevate di corticosteroidi per via inalatoria e altro/i farmaco/i di controllo, ha determinato una riduzione dell'84% degli eosinofili ematici rispetto al placebo (da una conta geometrica media al basale di 290 cell/μL a 40 cell/μL alla 32^ settimana).

Una riduzione di tale entità è stata osservata entro 4 settimane di trattamento.  La somministrazione di Mepolizumab deve essere effettuata da un operatore sanitario tramite singola iniezione sottocute nella parte superiore del braccio, nella coscia o nell’addome, una volta ogni 4 settimane, alla dose fissa di 100 mg, indipendentemente dal peso

Il principali studi clinici che hanno permesso la registrazione dell’indicazione di mepolizumab in asma severa refrattaria ed eosinofila sono stati: il MENSA (MEpolizumab as adjunctive therapy iN patients with Severe Asthma) e il SIRIUS (The SteroId ReductIon with MepolizUmab Study) .
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Milano,
16 maggio 2017