La società farmaceutica britannica AstraZeneca ha deciso di ridurre la propria forza lavoro Usa di 1150 unità. La decisione fa parte di un piano di ristrutturazione e colpirà informatori medici e manager addetti alla vendita. La decisione verrà finalizzata entro il prossimo mese di febbraio.

Questi tagli, pari al 24% del personale di vendita impiegato in Usa, si aggiungono ai 400 già comunicati lo scorso mese di ottobre che si riferivano a personale dei quartier generali dell’azienda, situato nel Delaware. I costi per la ristrutturazione saranno dell’ordine di 50-100 milioni di dollari.

Le difficoltà dell’azienda risiedono nei tanti brevetti in scadenza e nella difficoltà di portare nuovi farmaci sul  mercato. Per AstraZeneca la “patent cliff” sarà infatti particolarmente ripida perché entro il 2016 l’azienda perderà la copertura brevettuale di Crestor, Seroquel e Nexium.

A livello mondiale, AstraZeneca attualmente impiega 61mila persone di cui 14mila impiegati in Usa. Alla fine del 2006 i dipendenti erano 66mila. In questi anni, accanto al taglio dei posti di lavori in Europa e Usa si sono affiancate assunzioni nei paesi in via di sviluppo, India e Cina in primis. Entro il 2014, l’azienda ha decisione di ridurre la forza lavoro di 10,.400 unità , con lo scopo di risparmiare circa 1 miliardo di dollari  l’anno.

ZS Associates, una società di consulenza specializzata nel settore farmaceutico, prevede che nei prossimi due anni il numero complessivo di informatori medici americani debba scendere  a circa 65mila unità, quasi il 40% in meno rispetto al picco di 104mila unità taccato nel 2006. Nel nostro paese la situazione non è molto diversa.