Dal  primo gennaio 2012 Leo Pharma Italia commercializzerà direttamente i propri farmaci sul territorio italiano, fino a oggi proposti da Grunenthal e Intendis. La società, che ha sede a Roma, potrà contare su circa 70 collaboratori. A guida dell’azienda è stato chiamato Paolo Cionini, manager con oltre 20 anni di esperienza nel settore farmaceutico, che ha ricoperto la carica di Direttore della Divisione Primary Care in Abbott.

Leo Pharma  è una società danese leader nel settore dermatologico e in particolare nella cura della psoriasi nata più di cent’anni fa in Danimarca e che occupa oltre 4.500 persone in  59 paesi. Nel 2010 il fatturato globale di Leo Pharma si è attestato intorno a 1 miliardo di euro. Il capitale e il controllo dell’azienda farmaceutica danese è totalmente detenuto dalla Leo Pharma Foundation.

Per conoscere meglio l'azienda e i suoi piani di sviluppo, abbiamo rivolto qualche domanda all'amministratore delegato dell'azienda.

Dottor Cionini,  non è un momento facile per il nostro Paese. Come mai avete deciso di sbarcare in Italia?
L’Italia è il 6° mercato mondiale per consumi e per un’azienda come LEO Pharma, che ha deciso una strategia di crescita a  livello mondiale, rappresenta una importante opportunità anche in un contesto economico-finanziario,  non solo italiano ma internazionale,  oggi decisamente critico. Abbiamo  comunque fiducia nelle istituzioni e ci auguriamo che chi oggi investe  nel nostro Paese venga messo in condizione di poter continuare a farlo anche in futuro.  

Come siete organizzati in Italia?
Da gennaio  2012 i prodotti LEO Pharma, fino ad oggi proposti sul mercato da Grunenthal e Intendis grazie a un accordo di collaborazione con le due Aziende, saranno  commercializzati direttamente dalla nostra rete di collaboratori. In totale avremo circa 70 dipendenti, compresi i colleghi delle vendite.
 
Quali sono i vostri  prodotti attuali?
LEO Pharma è una azienda che si occupa principalmente di dermatologia ed  in particolare di  trattamenti per la cura della  psoriasi del corpo e del cuoio capelluto. Abbiamo inoltre un importante antibiotico  per uso topico  per le infezioni della cute e, nel  futuro lanceremo sul mercato un  farmaco per la cura della cheratosi attinica.

A chi vi rivolgerete? Medico di famiglia o specialisti? Quanti ne verranno visitati dai vostri ISF?

Il nostro target principale, vista la tipologia di farmaci, sono i dermatologi che nel nostro Paese sono circa 4.000  ma sappiamo bene quale ruolo importante svolga il medico di medicina generale  anche per questo tipo di pazienti ed è quindi nostra intenzione avviare anche con loro un dialogo costruttivo.

Sarà una realtà unicamente commerciale o pensate di fare degli inserimenti anche in ricerca?
Nella nostra realtà a livello globale  lavorano circa 600 ricercatori, che sviluppano farmaci e nuove molecole. Ci occupiamo dello sviluppo del farmaco, dalla ricerca fino alla registrazione. Le principali attività di ricerca e sviluppo si concentrano in dermatologia. Anche in Italia quindi, seppur in assenza di centri propri di ricerca, vogliamo fare la nostra parte promuovendo direttamente studi o in alternativa supportando le proposte di ricerca più innovative che ci arrivano dal territorio. 

Per finire, a livello globale, su quali linee di ricerca si sta muovendo l’azienda? Qual è il vostro modello di sviluppo?
LEO Pharma ha una esperienza di oltre 100 anni in dermatologia ed è in questo ambito che vogliamo continuare ad investire e ricercare. Crediamo fermamente di poter fare la differenza con i nostri farmaci  per i pazienti ed in particolare per quelli che soffrono di psoriasi. In tal senso la nostra strategia a livello globale si basa sulla centralità del paziente e sulle sue esigenze. Inoltre, LEO Pharma  è totalmente controllata dalla LEO Pharma Foundation  e questo ci consente di perseguire una crescita progressiva garantendo al tempo stesso stabilità e  continuando ad investire in ricerca.