Sono circa 500 i posti di lavoro a rischio tra gli oltre 3mila dipendenti di Sanofi Italia. Pochi giorni fa l’azienda ha comunicato ai sindacati una piano di ristrutturazione lacrime e sangue che prevede una riduzioni di organico del 10-15% nell'area dell'informazione scientifica, la chiusura del centro di ricerca di Milano, in cui sono impiegati 60 lavoratori, e il taglio di circa il 10% dei dipendenti della sede milanese. Inoltre, sono previste ristrutturazioni dei siti di Origgio, in provincia di Varese, e di Scoppito, in provincia de L'Aquila.

Le motivazioni sarebbero riconducibili a una significativa riduzione dell'attività di informazione scientifica presso i medici di famiglia e un conseguente impatto negativo sulle attività di staff di supporto alle vendite, oltre all’out sourcing in Romania di attività di Human Resoruces e Financial.

Per opporsi a questa decisione, i lavoratori dell’azienda hanno deciso di indire uno sciopero di 8 ore per la giornata di domani, venerdì 11 novembre.

In Italia il gruppo francese che è la prima realtà industriale farmaceutica con oltre 3000 dipendenti nei sei stabilimenti produttivi ubicati nelle province di Varese, Cuneo, Padova, L'Aquila, Frosinone e BrIndisi.

La multinazionale farmaceutica ha deciso di concentrare l'attività di R&D in 3 centri situati negli USA a Boston, in Germania e Francia, e conseguentemente di chiudere il sito di ricerca italiano, concentrando altresì la ricerca degli antibiotici a Brindisi mantenendo in Italia gli attuali investimenti economici pari a circa 300 milioni di euro, per svolgere ricerca clinica attraverso iniziative con Università e Fondazioni, nonché la nuova ricerca degli antibiotici nel polo brindisino.

Per ciò che attiene alle attività industriali il colosso farmaceutico ha ribadito la volontà di mantenere nel nostro Paese tutti i siti attuali, attuando una riorganizzazione di attività produttive e assetti occupazionali da gestire entro il prossimo triennio, mediante il trasferimento della produzione di Maalox da Origgio a Scoppito, massimizzando e specializzando la produzione di Enterogermina a Origgio con un investimento di 9 milioni di euro, introducendo innovazione biotecnologica. Saranno invece risparmiati i siti di Garessio ed Anagni, gli stessi manterranno stabili gli attuali assetti e programmi produttivi.