Diabete - Endocrinologia

Diabete con colesterolo alto e retinopatia, lo studio EMPATHY non dimostra la superiorità della terapia intensiva con statine

In pazienti giapponesi con colesterolo alto, diabete di tipo 2 e retinopatia diabetica, la monoterapia intensiva con statine per la prevenzione primaria di eventi cardiovascolari o renali combinati, non si è dimostrata migliore della monoterapia standard. Questi i risultati dello studio EMPATHY, pubblicato su Diabetes Care.

In pazienti giapponesi con colesterolo alto, diabete di tipo 2 e retinopatia diabetica, la monoterapia intensiva con statine per la prevenzione primaria di eventi cardiovascolari o renali combinati, non si è dimostrata migliore della monoterapia standard. Questi i risultati dello studio EMPATHY, pubblicato su Diabetes Care.

EMPATHY ha arruolato pazienti "reali" che avevano una LDL-C media di 106 mg/dl e retinopatia diabetica, ma non soffrivano di malattia coronarica (CAD).

In un follow-up medio di 3 anni, la terapia intensiva con statine che mirava a raggiungere una LDL-C
Tuttavia, «nelle scoperte esplorative, gli endpoint secondari degli eventi cerebrali e dell'ictus  cerebrale sono stati ridotti significativamente» e senza un aumento degli eventi avversi, risultati che necessitano di ulteriori approfondimenti, affermano Hiroshi Itoh, della Keio University School of Medicine, Tokyo, Giappone e colleghi.

Differenze geografiche nei dosaggi
I ricercatori fanno presente che i dosaggi delle statine per la terapia "intensiva" in Giappone sono inferiori a quelli negli Stati Uniti e in Europa, e che «secondo le linee guida ACC/AHA, la dose nel gruppo intensivo nell’ultima visita nello studio sarebbe considerata una terapia con statine di bassa-media intensità».

Il team ipotizza che «lo studio non è riuscito a dimostrare una riduzione significativa dell'endpoint primario a causa della differenza, più piccola del previsto, dei valori di LDL-C tra i due gruppi di trattamento».

Avevano infatti stimato che i livelli medi di LDL-C sarebbero stati
Forse «nella pratica clinica reale, molti medici giapponesi poco esperti di “lipid management” si preoccupano degli eventi avversi come l'emorragia intracranica derivante dall’eccesiva riduzione dei livelli di LDL-C, e potrebbero essere stati in qualche modo influenzati da queste preoccupazioni, anche quando il protocollo stabiliva l’obiettivo aggressivo di 70 mg/dL in quel braccio dello studio», suggeriscono.

Lo studio ha fallito l’endpoint primario
EMPATHY, un trial multicentrico, prospettico, randomizzato e in aperto, ha analizzato i dati di oltre 5.000 pazienti con ipercolesterolemia e retinopatia diabetica, ma nessun CAD, in 323 ospedali e 449 cliniche giapponesi dal 2010 al 2013.

I pazienti sono stati randomizzati a ricevere terapia con statine (atorvastatina, rosuvastatina, pitavastatina, pravastatina, fluvastatina o simvastatina) per raggiungere gli obiettivi di LDL-C
L'endpoint primario era l'incidenza combinata di decessi o eventi cardiovascolari, incluso l'infarto miocardico, angina instabile che richiede ospedalizzazione non programmata o rivascolarizzazione coronarica, infarto cerebrale o rivascolarizzazione cerebrale, inizio di dialisi cronica, raddoppio o più della creatinina sierica, malattia aortica o arteriopatia periferica (incluse ulcere o amputazione gravi).

«Oggi le cardiopatie ischemiche, le malattie cerebrovascolari, le malattie vascolari periferiche e l'insufficienza renale sono ampiamente considerate condizioni ischemiche, e una meta-analisi di studi randomizzati controllati e crossover ha dimostrato che le statine inibiscono la proteinuria e la progressione della nefropatia», scrivono i ricercatori. Quindi per lo studio hanno «selezionato una serie di endpoint primari basati sull'arteriosclerosi, compresi gli eventi renali».

L'outcome primario composito si è verificato in 129 pazienti che avevano ricevuto terapia intensiva con statine, contro 153 pazienti nell'altro gruppo, senza differenze statisticamente significative (HR 0,84; p=0,15).

Solo benefici sull’ictus, che necessitano di ulteriori studi
Tuttavia, ci sono stati meno eventi cerebrali nel gruppo che assumeva statine in modo intensivo rispetto all’altro gruppo, 22 eventi vs 42 (HR, 0,52; p=0,01).

Guardando il lato positivo, oltre al beneficio sulla riduzione degli ictus, lo studio non ha mostrato un peggioramento dei livelli di HbA1c a causa della terapia con statine (riportata invece in altri studi) e non vi sono state differenze nelle emorragie cerebrali tra i gruppi, «eliminando potenzialmente le preoccupazioni di aumentato rischio di emorragia cerebrale a causa della terapia intensiva con statine».

Entrambi i gruppi avevano tassi simili di eventi avversi (75%) e eventi avversi gravi (22%).

Quindi, secondo Itoh e colleghi, «il potenziale beneficio di ottenere una LDL-C
Bibliografia

Itoh H et al. Intensive Treat-to-Target Statin Therapy in High-Risk Japanese Patients With Hypercholesterolemia and Diabetic Retinopathy: Report of a Randomized Study. Diabetes Care 2018 Apr; dc172224
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