Diabete - Endocrinologia

Diabete e malattia renale cronica, dapagliflozin migliora glicemia, peso e pressione sistolica

L'antidiabetico dapagliflozin, un inibitore orale dei co-trasportatori sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), ha raggiunto gli endpoint primari nello studio DERIVE di Fase III in pazienti con diabete di tipo 2 (T2D) con malattia renale cronica in stadio 3A, riducendo significativamente l'emoglobina media A1C (HbA1C) rispetto al placebo dopo 24 settimane.

L’antidiabetico dapagliflozin, un inibitore orale dei co-trasportatori sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2), ha raggiunto gli endpoint primari nello studio DERIVE di Fase III in pazienti con diabete di tipo 2 (T2D) con malattia renale cronica in stadio 3A, riducendo significativamente l'emoglobina media A1C (HbA1C) rispetto al placebo dopo 24 settimane.

E’ quanto emerge dai dati presentati da AstraZeneca al 100° Meeting annuale della ed Expo annuale della Endocrine Society and Expo.

Sulla base dei risultati dello studio, il farmaco, disponibile con nome commerciale Farxiga, potrebbe ricevere una nuova indicazione per un sottogruppo di pazienti diabetici.

Gli inibitori di SGLT2 come Farxiga, Steglatro (ertugliflozin) di MSD e Pfizer, approvato a fine 2017, Invokana (canagliflozin) di J&J/Eli Lilly e Jardiance (empagliflozin) di Boehringer Ingelheim, bloccano un enzima responsabile del riassorbimento di oltre 90% del glucosio presente nel tubulo prossimale del rene. Nei pazienti diabetici l’espressione dei SGLT2 paradossalmente aumenta, la soglia renale per la glicosuria aumenta e quindi il glucosio in eccesso viene trattenuto.

Tali alterazioni del riassorbimento renale del glucosio contribuiscono significativamente al mantenimento dell’iperglicemia e rappresentano la base razionale per l’uso clinico degli inibitori SGLT2.

Queste molecole, la cui azione è totalmente indipendente dall’insulina, agiscono quindi direttamente sui reni: abbassando la soglia per l’escrezione renale del glucosio e aumentandone l’escrezione urinaria, sono in grado di determinare una significativa riduzione della glicemia.

Lo studio DERIVE
Lo studio ha coinvolto 321 pazienti che sono trattati per 24 settimane con dapagliflozin 10 mg o placebo. Al termine del trattamento dapagliflozin ha ridotto l'emoglobina A1C dello 0,37%, rispetto allo 0,03% del placebo, con una differenza dello 0,3%. Oltre alla riduzione dell'emoglobina A1C, durante lo studio i ricercatori hanno monitorato anche il peso corporeo, il glucosio plasmatico a digiuno e la pressione sistolica.

I pazienti che hanno assunto il farmaco hanno ottenuto una significativa riduzione del peso corporeo di 3,17 kg in 24 settimane, rispetto a 1,92 kg con placebo, con una differenza di 1,25 kg.

Dapagliflozin ha anche comportato una riduzione significativa di 21,46 mg nella glicemia media a digiuno, contro 4,87 mg del placebo e una diminuzione di 4,8 mmHg della pressione sistolica rispetto a 1,7 mmHg nel gruppo placebo con una differenza di 3,1 mmHg.

Eventi avversi correlati al trattamento si sono verificati in circa il 10,6% dei pazienti trattati con Farxiga e nel 6,2% dei pazienti trattati con placebo. I più comunemente riportati sono stati l’infezione del tratto urinario e la pollachiuria (minzione frequente)».

Nuovi risultati e nuova indicazione?
«Siamo impegnati ad aiutare i pazienti con malattie complesse e con comorbidità, come il T2D e la malattia renale cronica, come dimostra l'ampiezza della nostra ricerca e il nostro approccio unico cardiovascolare, renale e metabolico. Lo studio DERIVE ci aiuterà a saperne di più e fornirà dati aggiuntivi per dapagliflozin nel diabete di tipo 2», ha dichiarato Jim McDermott, responsabile medico dell’area diabete di AstraZeneca.

Sulla base dei risultati di questa sperimentazione, l’azienda ha dichiarato che invierà i dati alla Fda per «aggiungerli ai dati già contenuti nelle attuali informazioni di prescrizione di dapagliflozin ».

Secondo le stime dei centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, negli Stati Uniti ci sono circa 30,3 milioni di persone con il diabete e di queste, tra il 90 e il 95% ha il diabete di tipo 2, che è la principale causa di malattia renale cronica nel paese.