La metà degli attacchi di emicrania, lievi o moderati si possono risolvere grazie alla stimolazione del nervo vago. Tale approccio è adatto anche in casi di emicrania severa anche se le percentuali di successo in questi casi sono inferiori.

E’ quanto emerge dai risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista Cephalalgia e che ha coinvolto l’Università della California di San Francisco e l’University College di Londra.

Il dispositivo di stimolazione vagale, utilizzato dal gruppo di ricerca coinvolto in questo lavoro, si chiama Gammacore ed è uno strumento di stimolazione esterna portatile che invia microimpulsi elettrici al nervo vago che poi li invia al cervello dove riducono la quantità di una sostanza, denominata glutammato, associata ai sintomi dell'emicrania. Lo strumento è di facile utilizzo per cui non serve uno stretto controllo medico ma lo stesso paziente può utilizzarlo da sé.

La ricerca anglo-americana ha reclutato pazienti con emicrania con o senza aura; lo studio è stato di tipo in aperto, a singolo braccio, in pazienti che dichiaravano più attacchi al giorno. In un periodo di 6 settimane, sono stati trattati più di 4 attacchi di emicrania con due dosi da 90 secondi, applicate sul ramo destro cervicale del nervo vago, intervallate da 15 minuti di pausa.

Nei 30 pazienti reclutati (25 femmine, cinque maschi, età media di 39 anni), sono stati trattati 27 attacchi di dolore su 80.
I risultati hanno mostrato che tale stimolazione risolve dal 21 al 63% degli attacchi lievi/moderati di emicrania, riducendo comunque il dolore nel 47%  dei casi.

Un evento avverso è stato riportato in 13 pazienti, in particolare: spasmi al collo (N = 1), voce roca (N = 1) e rossore al sito di dispositivo (N = 1). Non sono stati segnalati eventi avversi imprevisti, seri o gravi. Il tasso di pazienti senza dolore a due ore era 4 su 19 (21%) per il primo attacco trattato con un mal di testa moderato o grave al basale. Per tutti gli attacchi moderati o gravi al basale, il tasso privo di dolore era 12/54 (22%).

L’equipe del Prof. Barbanti, Direttore dell'unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell'Irccs San Raffaele Pisana di Roma, in uno studio non ancora pubblicato, condotto in collaborazione con il Prof. Bussone e la dr.ssa Grazzi dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano hanno analizzato gli effetti del GammaCore nella terapia acuta dell’emicrania in 145 attacchi su 44 pazienti.

La Dott.ssa Licia Grazzi ha dichiarato a PharmaStar che che "La percentuale di risposta che abbiamo ottenuto ci ha fatto pensate che questo dispositivo sia un'opzione da sfruttare per alcuni pazienti soprattutto per quelli con forme di emicrania ad alta frequenza. Questo dispositivo permette di risparmiare sulla terapia farmacologica e questo punto è molto importante nei casi di medication overuse. I pazienti hanno tollerato bene il dispositivo, imparano presto ad utilizzarlo e non è una metodica invasiva come dispositivi precedenti che andavano impiantati. C'è da sottolineare che alcuni pazienti rispondono bene ad una sola stimolazione, e questo era l'obiettivo di partenza del nostro studio, ma altri rispondono a 2 stimolazioni. Si puo' arrivare fino a 3 stimolazioni. Quindi, valuteremo in studi futuri anche questa tipologia di soggetti."

I risultati ottenuti dimostrano una risposta positiva dopo 2 ore in circa la metà dei casi (48.2%), simile alla percentuale riportata da Goadsby. In particolare, all’interno dei pazienti con risposta positiva, lo studio italiano ha dimostrato che l’attacco scompariva completamente nel 57.4% dei pazienti, mentre nei rimanenti dimezzava la propria intensità. E’ interessante, inoltre, notare che nei soggetti responsivi, il risultato significativo compariva già dopo 1 ora dalla stimolazione

Il Prof. Barbanti, ha dichiarato a PharmaStar che “gli studi finora disponibili su questo dispositivo sono in aperto e non hanno una grandissima valenza scientifica perché l’esperienza insegna che in genere il 30% circa dell’efficacia in ogni cura sintomatica dell’emicrania può essere fatta risalire all’effetto placebo. E’ fondamentale sottolineare che lo studio include una vasta percentuale di pazienti affetti da emicrania cronica, patologia particolarmente difficile da trattare: i risultati preliminari sembrano, pertanto, a maggiore ragione lusinghieri.”

Il Prof. Barbanti ha continuato evidenziando i pazienti che maggiormente beneficerebbero di un dispositivo del genere, “potrebbero essere i grandi utilizzatori di analgesici - che così perlomeno alternerebbero farmaci e stimolazione vagale riducendo l’abuso farmacologico, i tanti emicranici affetti anche da patologie gastrointestinali come la gastrite, ed i diversi soggetti che non amano la assunzione di farmaci in genere.

Tale stimolatore è prodotto dall’azienda americana,  ElectroCore Medical. Essendo un dispositivo medico c’è bisogno della compilazione, da parte del “neurologo delle cefalee”, come puntualizza il Prof. Barbanti, di un modulo preimpostato dalla ditta produttrice in cui viene evidenziata la necessità dell’utilizzo dello stesso. Questo perché, solo tale professionista può valutare attentamente la condizione di salute fisica di un determinato paziente. “Ci sono alcune persone nelle quali l’uso è sconsigliato”, ha aggiunto il Prof. Barbanti “come soggetti con ostruzione delle carotidi oppure con protesi alla spalla oppure portatori di pacemaker o qualsiasi altro dispositivo elettronico impiantato”.

Lo strumento è sicuro e va a stimolare il nervo vago con un’intensità che risulta 1 decimo rispetto a quella necessaria alla stimolazione delle fibre che partono dal cervello ed arrivano ai visceri. Di conseguenza le uniche fibre vagali che vengono stimolate sono quelle afferenti che dal nervo vago risalgono verso il cervello consentendo una diminuzione del dolore.

E’ importante il posizionamento del dispositivo, va collocato nella parte destra del collo tra la trachea ed il muscolo sternocleidomastoideo; prima del posizionamento il paziente deve cospargere di gel gli elettrodi e accendere il dispositivo con un’apposita rotellina che consente la regolazione dell’intensità. Il Prof. Barbanti ha aggiunto che “è molto semplice per il paziente valutare la giusta intensità su cui settare lo strumento in quanto corrisponde a quella che induce contrazioni involontarie alla metà destra della bocca”.

Il paziente deve effettuare due stimolazioni da 90 secondi intervallate da 2-3 minuti di pausa tra le stesse.
In conclusione, tale dispositivo si stimolazione vagale sembra sicuro ed efficace e apre una nuova prospettiva di cura per l’emicrania.


Emilia Vaccaro

Goadsby P et al.  Effect of noninvasive vagus nerve stimulation on acute migraine: An open-label pilot study. Cephalalgia. 2014 Mar 7.
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