Il farmaco TEV-48125 ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa del numero di ore di cefalea (endpoint primario) dopo una sola settimana di trattamento. E’ quanto deriva da uno studio di fase II sull’emicrania cronica e che verrà presentato al 17 esimo congresso dell’International Headache Society dalla società Teva Pharmaceuticals nella giornata di domani.

Questo trial di fase 2b ha valutato l'efficacia e la sicurezza, rispetto al placebo, di due dosi di TEV-48125 , un anticorpo monoclonale anti-CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina).

Il peptide correlato al gene della calcitonina (Calcitonine Gene Related Peptide, CGRP) è un neuropeptide vasoattivo in gran parte espresso nei neuroni sensoriali; sono stati rilevati livelli plasmatici elevati di CGRP durante attacchi di emicrania: questa osservazione, insieme ad altre prove, ha suggerito un ruolo rilevante di CGRP in questa patologia. Pertanto, antagonisti del recettore CGRP potrebbero risultare utili come agenti antiemicranici.

Dallo studio emerge anche che più della metà dei pazienti trattati con ciascun dosaggio sperimentale ha avuto una riduzione del 50% o più della frequenza della cefalea (p <0,01 per entrambi le dosi vs placebo).

Quasi un terzo dei pazienti ad entrambi i dosaggi utilizzati ha avuto una diminuzione del 75% della frequenza della cefalea (p <0,05 per entrambi i dosaggi) e circa il 15% era totalmente privo di mal di testa dopo  tre mesi.

Entro la fine dello studio, quasi il 60% dei pazienti è stato passato da emicrania cronica (> 15 giorni di cefalea al mese) a emicrania episodica.

"L’emicrania cronica rappresenta una malattia neurologica incredibilmente debilitante che riduce in modo significativo la qualità della vita dei malati", ha dichiarato Alan M. Rapoport,  presidente della International Headache Society, nonché professore clinico di Neurologia presso la Geffen School of Medicine a David UCLA, Los Angeles e co-autore dello studio.

"Anche se a tutti gli individui con emicrania cronica andrebbe somministrata la terapia preventiva, la maggior parte non la ricevono e una parte consistente di coloro che la ricevono, finiscono per sospenderla. Questi dati forniscono una base per una reale speranza per i pazienti con emicrania cronica. La velocità e la grandezza di riduzione delle ore e giorni con emicrania visto in questo processo possono significativamente e positivamente impattare  sulla vita di questi pazienti”.

Lo studio è stato di tipo multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, double-dummy, a gruppi paralleli, controllato con placebo, studio multidose che ha confrontato TEV-48125 con placebo. A seguito di un periodo di 28 giorni di rodaggio, i pazienti “qualificati” (n=264) sono stati randomizzati a uno dei tre gruppi di trattamento: alte dosi di TEV-48125 (900 mg), bassa dose di TEV-48125 (675/225 mg) o placebo, per via sottocutanea una volta al mese per tre mesi.
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Lo studio è stato condotto in circa 60 centri negli Stati Uniti.

Entrambe le dosi valutate di TEV-48125 sono risultate significativamente superiori al placebo nel ridurre, rispetto al basale, il numero di ore con mal di testa (endpoint primario - p TEV-48125 ha anche diminuito in modo significativo il numero di giorni di cefalea di intensità moderata o grave al mese 3 (endpoint secondario - p <0,05 e p <0.05).

Un’analisi a priori ha indicato che la differenza dal placebo è stata osservata dopo una singola dose della terapia, e analisi esplorative hanno mostrato effetto dovuto a entrambe le dosi di TEV-48125 già una settimana dopo il trattamento: diminuzione delle ore di mal di testa rispetto al basale (endpoint primario) alla settimana 1 era -9,1 per TEV-48125 675 mg/225mg (p=0,03), -11.4 per 900 mg (p=0.003), e -2.8 per il placebo.

Questo beneficio è aumentato progressivamente a 1 mese, con diminuzioni di -44,1 ore 675/225 mg (p=0,003), -56,82 ore per 900 mg (p <0,001) e -18,1 ore per placebo. A tre mesi le diminuzioni sono state -59,8 per 675/225 mg (p=0.04) -67,5 per 900 mg (p=0.006) e -37,1 per il placebo.

Diminuzioni simili sono state osservate per il numero di giorni con cefalea moderata/grave (endpoint secondario), dove entrambe le dosi davano effetto rispetto al placebo a 2 settimane, e che veniva mantenuto a 1 mese e 3 mesi.

Tra i pazienti più colpiti, che soffrivano di emicranie da un periodo medio di 18 anni, il 42% è ritornato all'emicrania episodica nel braccio 675/225 mg e il 43% nel braccio di 900 mg, contro il 22% nel placebo.

Inoltre, TEV-48125 è stato associato ad una significativa riduzione del consumo di farmaci contro l'emicrania acuta. Con l’uso di TEV-48125 sono stati riportati effetti collaterali non gravi correlati al trattamento. La maggior parte degli eventi avversi più comuni sono stati: dolore lieve al sito di iniezione o prurito. Non sono state osservate altre differenze rilevanti nel tasso di eventi avversi emergenti dal trattamento. Anticorpi anti-farmaco erano i più bassi in classe fino a questo punto (1,1% per TEV-48125 in questo processo, e presenti alla prima esposizione al farmaco).

In conclusione , questo studio condotto su pazienti con emicrania cronica estremamente gravi che soffrivano di una media di circa 162 ore di mal di testa al mese (circa 17 giorni di emicrania al mese, e circa 21 giorni di mal di testa al mese) ha rimarcato l’efficacia del TEV-48125. Tale molecola, somministrata per via sottocutanea una volta al mese, è in fase di sviluppo sia per l'emicrania cronica che per l’emicrania episodica ad alta frequenza di.

I dati di uno studio di fase IIb recentemente annunciati per la prevenzione dell'emicrania episodica ad alta frequenza, hanno dimostrato anche l'efficacia e la sicurezza di due dosi di TEV-48125 in 300 pazienti. I risultati sono stati in linea con i dati sull’emicrania cronica raggiungendo riduzioni molto significative nella media di giorni con emicrania al mese dopo una singola dose e hanno stabilito TEV-48125 come il primo, e unico trattamento che fino ad oggi ha incontrato gli endpoint di efficacia e sicurezza negli studi sia sull’emicrania cronica che episodica e in più dosi.

Complessivamente, alla fine dello studio quasi il 60% dei pazienti è ritornato all’emicrania episodica dalla cronica.
Emilia Vaccaro