Aumentano le strutture di cure palliative e le regioni che identificano le reti, diminuisce il numero dei decessi in queste strutture e aumentano gli accessi agli hospice e all’assistenza domiciliare. E’ questo in breve quanto riportato dal rapporto al parlamento  sullo stato di avanzamento della legge 38 del 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. Focus speciale è dedicato al paziente pediatrico ma soprattutto all’anziano visto l’aumento dell’aspettativa di vita e delle comorbidità che complicano le cure per questi individui.

Da alcuni decenni il dolore cronico non è più visto come un “semplice” simbolo di una malattia ma è considerato una vera e propria malattia che necessita un atteggiamento diagnostico e specialistico dedicato.

La legge 38/2010 riconosce quindi il diritto di accesso alla terapia del dolore di tutti i pazienti, pediatrici e adulti, che lamentano dolore cronico. In tale ambito rientrano patologie molto comuni in cui ovviamente vi è un approccio multidisciplinare ma in cui la figura del terapista del dolore ha il compito di arrivare a definire in modo corretto il meccanismo fisiopatologico alla base di tale problematica.

Nella direzione della multidisciplinarità il percorso diagnostico terapeutico deve considerare appropriate terapie farmacologiche, psicologiche, riabilitative e chirurgiche che possano essere volte ad una autonomizzazione del paziente dalla malattia dolore e ad un suo reinserimento sociale.
Al fine di garantire una così ampia multidisciplinarietà di diagnosi e terapia, il percorso della Terapia del Dolore deve strutturarsi come una Rete; tale Rete è composta dai Medici di Medicina Generale, dagli ambulatori/centri Spoke e dai centri Hub, così come definito dall’accordo Stato Regioni siglato il 25 luglio 2012.

Ma qual è stato l’impegno delle regioni in questo ultimo anno nello sviluppo delle reti?
Come ha dichiarato il dott. Marco Spizzichino, Direttore Ufficio XI Cure Palliative e Terapia del Dolore: “Dal rapporto è evidente che le regioni sono sempre più presenti nell’identificare le reti di cure palliative e terapia del dolore. Rispetto ai dati presentati nella passata edizione del Rapporto al Parlamento le strutture residenziali di cure palliative – Hospice sono aumentate di 10 unità”.
E’ ancora in via di attuazione l’offerta di assistenza palliativa domiciliare di base e specialistica. Dai dati presenti nel sistema informativo sanitario del Ministero della salute (Flusso SIAD) nel 2014, così come nel precedente anno, le Regioni e le Province Autonome che hanno inviato informazioni relativi all’assistenza domiciliare risultano complessivamente 19 regioni su 21.
Rispetto allo scorso anno si registra un aumento del 30% del totale del numero di pazienti assistiti in assistenza domiciliare rilevati dal flusso SIAD.

Ancora permane il trend decrescente del numero di pazienti deceduti in un reparto ospedaliero per acuti con una diagnosi neoplastica. Il dato registrato nell’anno 2013 è pari a 44.725 pazienti rispetto a 47.537 dello scorso anno.

Il maggior numero di decessi si registra nei reparti di medicina generale, seguiti, in numero molto minore, dai reparti oncologici e dalle geriatrie.
Il rapporto riporta per ogni regione il numero di giornate di cure palliative erogate a domicilio e, tra queste, in quante è stato presente il medico palliativista. Le regioni con un numero più elevato di giornate erogate risultano essere Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.

Dai dati relativi alle strutture che erogano cure palliative sul territorio nazionale è possibile affermare che il sistema di offerta di cure palliative sia in costante crescita in tutto il paese.
“L’ultimo anno ha visto anche un aumento delle attrezzature pediatriche a livello delle varie regioni” ha precisato il dott. Spizzichino “ma il rapporto al Parlamento quest’anno ha dedicato un focus speciale al paziente anziano”.

Cure palliative per il paziente anziano
La popolazione è sempre più anziana grazie all’aumento dell’aspettativa di vita. Questo paziente è però affetto da numerose patologie cronico degenerative, comuni nelle età più avanzate (cardiache, respiratorie, cerebrovascolari, neoplastiche): con queste patologie, che spesso provocano gravi sofferenze a causa dei sintomi ad esse collegate, moltissime persone devono convivere per anni, fino alla fine della loro vita. Pertanto, come recita il rapporto “è necessario garantire a queste persone dei percorsi di cure palliative di elevata qualità e per periodi di tempo più prolungati rispetto a quanto previsto nel passato per l’assistenza di patologie croniche, non soltanto patologie neoplastiche”.

Relativamente all’Italia, il nostro è il Paese in cui si vive più a lungo in Europa, ciò nonostante non tutti gli anni di vita guadagnati possono essere definiti in buona salute.
Nel documento tra i pazienti anziani che devono usufruire delle CP si parla anche di pazienti anziani affetti da malattie croniche (malattie cardio-vascolari, demenze) ma anche l’anziano affetto da demenza, quella più comune è sicuramente la malattia di Alzheimer (55%) seguita dalla demenza vascolare (20%) ma anche combinate.

Come riportato: “La demenza, pur essendo una malattia ad esito invariabilmente infausto, non solo spesso non viene riconosciuta come tale, ma i malati in stadio avanzato che ne sono affetti, non sono solitamente riconosciuti come malati terminali, e solo pochi di loro vengono inseriti in un programma di cure palliative. Ciò non dipende solo dal mancato riconoscimento delle demenze come malattie terminali, ma anche da una relativa inadeguatezza della proposta di intervento delle cure palliative stesse.”

In conclusione, dall’esame del numero di assistiti per cure palliative in assistenza domiciliare, suddivisi per fasce d’età, si denota un aumento del numero di assistiti in tutte le classi di età; in particolare la fascia d’età dagli 85 anni e oltre rappresenta il numero più elevato di pazienti assistiti nel 2013 (7.484), dato stabilmente in crescita dal 2012 (5.439), seguita dalla fascia d’età tra gli 80 e gli 84 anni (5.296), sia nel 2013, che nel 2012 (3.503).

Emilia Vaccaro

Ministero della Salute-Direzione Generale della Programmazione Sanitaria. Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge n. 38 del 15 marzo 2010. "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” ANNO 2015.