Dolore

Dolore acuto post-operatorio, 4 considerazioni per migliorare la gestione e non "incappare" in spiacevoli conseguenze

Una gestione non adeguata del dolore post-operatorio puo' contribuire allo sviluppo di complicazioni mediche compresa polmonite, trombosi venosa profonda, ritardo nella guarigione, e anche sviluppo di dolore cronico. E' quindi importante che tutti i pazienti sottoposti a chirurgia ricevano adeguata gestione del loro dolore. E' quanto ribadito in una review che ha coinvolto anche esperti italiani ed è stata pubblicata su Current Medical Research and Opinion.

Una gestione non adeguata del dolore post-operatorio puo’ contribuire allo sviluppo di complicazioni mediche compresa polmonite, trombosi venosa profonda, ritardo nella guarigione, e anche sviluppo di dolore cronico. E’ quindi importante che tutti i pazienti sottoposti a chirurgia ricevano adeguata gestione del loro dolore. E’ quanto ribadito in una review che ha coinvolto anche esperti italiani ed è stata pubblicata su Current Medical Research and Opinion.

Le evidenze ad oggi mostrano che tra il 10% e il 50% dei pazienti sviluppa dolore cronico dopo varie operazioni chirurgiche comuni, e un recente studio americano ha registrato che più dell’80% dei pazienti provano dolore post operatorio.
In un primo meeting sul capitolo “dolore acuto” del Change Pain Advisory Board (panel internazionale di esperti che si occupano di problematiche relative al dolore), sono state identificate le priorità per aumentare la gestione del dolore post operatorio e divise in 4 differenti aree.
Innanzitutto, i pazienti dovrebbero essere maggiormente coinvolti nelle decisioni riguardanti il loro trattamento, soprattutto quando sono prese in considerazione alternative terapeutiche “pesanti”.
In questi casi è necessario fornire rilevanti informazioni in modo che i pazienti siano informati circa le varie opzioni disponibili. E’ essenziale anche una buona comunicazione tra medico e paziente.
In secondo luogo, una migliore educazione professionale e maggior training dei diversi membri del team multidisciplinare che si occupa della gestione del dolore aumenta le loro capacità e conoscenze e, al tempo stesso, la cura del paziente.
Terzo punto, ottimizzare il trattamento. Ad esempio, includere l’uso di un’analgesia sinergica per puntare dritto al dolore a differenti punti lungo i pathways di dolore, una più ampia tipologia di analgesia controllata dal paziente e uso di chirurgia mini invasiva piuttosto che di quella “open”.
Quarta e non meno importante considerazione, variazioni nell’organizzazione potrebbero fornire benefici similari; introdurre servizi per il dolore acuto e aumentare la loro disponibilità nelle 24 ore, migliorare l’aderenza ai protocolli, considerare maggiormente i risultati riportati dal paziente e migliorare l’applicazione di avanzamenti tecnologici che potrebbero aiutare nell’aumentare le performance e migliorare la soddisfazione del paziente.
 
E’ importante sapere, sottolineano gli autori, che implementare queste raccomandazioni potrebbe produrre costi considerevoli che  medici e personale sanitario potrebbero non essere in grado di sostenere.
In conclusione, i cambiamenti da fare sono stati identificati dal rendere il soggetto maggiormente partecipe della scelta terapeutica al miglioramento di aspetti organizzativi. Tali punti andrebbero adesso perseguiti e realizzati fino in fondo.
Emilia Vaccaro


Meissnera W. et al; Improving the management of post-operative acute pain: priorities for change. Curr. Med Res. Opin 2015 Sep 30:1-13
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