La somministrazione peri-operatoria di parecoxib in pazienti pediatrici riduce il dolore nel post operatorio ed è collegata a meno effetti collaterali rispetto al placebo e al trattamento standard. Questo è quanto mostrato da una meta-analisi pubblicata sulla rivista Frontiers of medicine.
E’ dimostrato che le esperienze di dolore nel bambino possono esacerbare le esperienze future di dolore in età adulto. Per tale motivo diviene sempre più importante valutare l’effetto e la sicurezza di diversi farmaci che si cominciano ad utilizzare nel dolore pediatrico.
Gli oppiodi sono gli antidolorifici più utilizzati nei bambini anche se il loro utilizzo è accompagnato da effetti collaterali soprattutto a livello respiratorio. Servono pero’ ulteriori studi sia per la valutazione degli oppioidi che dei Fans che possono essere usati come adiuvanti agli oppioidi e per ridurre il consumo di questi ultimi.
Il parecoxib è farmaco anti-infiammatorio non steroideo appartenente alla famiglia degli inibitori selettivi della COX-2; è usato, in genere, in ambito peri-operatorio quando i pazienti non sono in grado di assumere farmaci per os per il trattamento del dolore. 
Il parecoxib è il primo Fans inibitore COX2 somministrato in maniera parenterale che ha apportato notevoli vantaggi diminuendo la nausea e il vomito post operatori nell’adulto.
Nell’adulto, la sua assunzione riduce il dolore post-operatorio, il consumo di oppioidi e gli eventi avversi. In ambito pediatrico, dove il dolore acuto è stato per lungo tempo sottovalutato e poco trattato, rimane poco chiara l’efficacia e la sicurezza del parecoxib.
Pertanto, l’obiettivo di questa meta-analisi è stato quello di fare chiarezza su questo tema.
A tal fine sono stati analizzati 8 database di letteratura fino a febbraio 2015 al fine di identificare gli studi clinici randomizzati (RCT) confrontanti la somministrazione del parecoxib peri-operatoria al placebo o trattamenti standard per il dolore acuto post-operatorio nei bambini.
Gli outcome primari erano i punteggi del dolore post-operatorio e gli eventi avversi. Per i bambini di età inferiore ai 6 anni è stata utilizzata la scale “Face, Legs, Activity, Crying, Consolability scale” mentre la Visual Analog Scale è stata usata in bambini di età superiore ai 6 anni.
Gli outcome secondari erano il punteggio sulla sedazione (misurato con la scala Ramsay), punteggi sull’agitazione (misurati utilizzando la Sedation-Agitation Scale), e il consumo degli oppioidi. 
Sono stati identificati 22 RCT per un totale di 994 pazienti che incontravano i criteri di inclusione. In confronto ai bambini che ricevevano placebo, chi riceveva parecoxib aveva punteggi sul dolore più bassi, nell’immediato (2 h) ma anche più tardi nel post operatorio (12h).
Questi pazienti hanno mostrato anche meno incidenza di nausea post-operatoria, vomito e agitazione e un punteggio sulla sedazione, a un’ora, più alto rispetto al placebo e anche un più basso punteggio relativo all’agitazione.
Similmente, i bambini che avevano ricevuto parecoxib hanno mostrato punteggi sul dolore post operatorio più bassi nell’immediato (2 h) ma anche tardivamente (12 h), più bassa incidenza di nausea post-operatoria e vomito e meno sedazione nell’immediato (1h) rispetto ai pazienti che avevano ricevuto la terapia standard.
Questi bambini, però, non hanno mostrato significative differenze nei punteggi relativi all’agitazione. Sfortunatamente, i dati sull’effetto del parecoxib sul consumo degli oppiodi erano insufficienti.
In conclusione, questa meta-analisi mostra che l’assunzione di parecoxib peri-operatorio è associata a meno dolore acuto post operatorio e meno effetti collaterali rispetto al placebo o ai trattamenti standard. Altri risultati positivi sono stati osservati sull’agitazione e sulla sedazione, in generale inferiori a placebo e trattamenti standard.
L’effetto nel lungo periodo, l’effetto sul consumo di oppioidi e la soddisfazione del paziente necessitano di nuovi studi.
Emilia Vaccaro
Bu X. et al. Efficacy and safety of perioperative parecoxib for acute postoperative pain treatment in children: a meta-analysis. Front. Med. DOI 10.1007/s11684-015-0414-y
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