Dolore

Dolore cronico, l'imaging può aiutare nel verificare origine e gravità?

Attualmente non esiste un test di imaging cerebrale in grado di determinare se un paziente realmente prova dolore e non esistono marcatori cerebrali di dolore cronico. E' quanto evidenziato in una dichiarazione della IASP (Associazione internazionale per lo studio del dolore) pubblicata su Nature Reviews Neurology. Nella maggior parte dei casi bisogna riferirsi a quanto dichiarato dal paziente per avere la migliore visione dell' esperienza del dolore.

Attualmente non esiste un test di imaging cerebrale in grado di determinare se un paziente realmente prova dolore e non esistono marcatori cerebrali di dolore cronico. E' quanto evidenziato in una dichiarazione della IASP (Associazione internazionale per lo studio del dolore) pubblicata su Nature Reviews Neurology. Nella maggior parte dei casi bisogna riferirsi a quanto dichiarato dal paziente per avere la migliore visione dell' esperienza del dolore.

Il dolore cronico è la principale fonte di invalidità a livello globale. L' imaging cerebrale (per esempio, RM funzionale, PET, EEG e magnetoencefalografia) è ampiamente considerato per avere un potenziale a fini diagnosi, prognostici e per la previsione dell' esito del trattamento nei pazienti con dolore cronico.

Esistono dei test a livello cerebrale che possono aiutarci  a verificare l’esistenza di un dolore cronico dichiarato da un paziente?

Secondo la dott.ssa  Karen D. Davis dell' Università di Toronto, in Canada, specialista del dolore e membro della IASP dal 1984: “Gli specialisti della gestione del dolore dovrebbero sapere che non ha alcun senso sottoporre un paziente a una scansione cerebrale con l' intenzione di verificare il dolore cronico dichiarato dai diretti interessati. Attualmente non esiste un test di imaging cerebrale in grado di determinare se un paziente è veramente dolorante e, nella maggior parte dei casi, l' auto-rapporto fornisce la migliore visione dell' esperienza del dolore”.

Varie tecniche di imaging cerebrale (RMI funzionali, tomografia a emissione di positroni, elettroencefalogramma, magnetoencefalografia e simili) possono chiarire i modelli di attività cerebrale alla base delle esperienze percettive, tra cui il dolore, ma i criteri appropriati per l' uso di tali test rimangono indeterminati.
La dr.ssa Davis e i colleghi di una task force presidenziale della IASP hanno esaminato le capacità di imaging cerebrale nella diagnosi del dolore cronico, così come le implicazioni etiche e legali dell' uso di questa tecnica a tal fine.

L' uso di misure per l' imaging cerebrale a fini medico-legali sarebbe inappropriato e non etico a meno che non siano state sufficientemente convalidate, secondo la task force, eppure non esistono attualmente le conoscenze scientifiche necessarie (comprese la specificità e la sensibilità di tali test) e i protocolli convalidati per consentire l' uso dell' imaging cerebrale.
L' identificazione dei marcatori cerebrali alla base del dolore cronico richiede ulteriori progressi tecnologici, acquisizione su larga scala di dati tra popolazioni diverse, e l' applicazione rigorosa degli standard derivanti dalle evidenze.

Una volta identificati, questi biomarcatori dovrebbero essere usati come un' aggiunta alle segnalazioni soggettive dell' esperienza del dolore, piuttosto che un sostituto di esse.
Gli autori fanno notare che le misure di imaging cerebrale dovrebbe essere usato solo per capire i meccanismi cerebrali che sono alla base del dolore, fattori che portano alla persistenza del dolore, e quali  sono i target a livello cerebrale sicuri sicuri ed efficaci per il controllo del dolore .

La task force dello IASP ha quindi proposto 7 criteri per stabilire validi protocolli di neuroimaging, ma sottolinea che "le applicazioni dei marcatori cerebrali per la nocicezione e il dolore dovrebbero tener conto anche delle implicazioni sociali (inclusi i costi finanziari, sociali e di altro tipo) e degli effetti degli errori in senso sia falso-positivo che falso-negativo.
Nella dichiarazione lo IASP dettaglia, inoltre, i pro e i contro della diagnosi del dolore basata sull' imaging cerebrale, comprese le conseguenze potenzialmente gravi di risultati falsi negativi e falsi positivi.

In conclusione, gli esperti del dolore afferenti allo IASP hanno emesso una dichiarazione di consenso per sottolineare l'inutilità, al momento, dell’ imaging cerebrale per avvalorare o meno una denuncia di dolore cronico fatta da un paziente. Serviranno studi per identificare dei possibili target cerebrali che in futuro potranno aiutarci in questa direzione.

Davis K.D. et al., Brain imaging tests for chronic pain: medical, legal and ethical issues and recommendations. Nature Reviews Neurology (2017) Published online 08 September 2017

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