Un importante momento di confronto tra esperti italiani e spagnoli, per condividere le esperienze cliniche più significative nel trattamento del dolore, evidenziando i comportamenti prescrittivi più appropriati per garantire un adeguato controllo della sofferenza, in linea con evidenze scientifiche, aspetti legislativi e raccomandazioni internazionali. E’ questo l’obiettivo di “sPAIN in Italy”, 1° Simposio Italia - Spagna sulla gestione del dolore cronico, organizzato con il contributo educazionale di Mundipharma,che si terrà il 24 e 25 Marzo a Roma, alla presenza di oltre 500 specialisti provenienti dai due Paesi ed esponenti del Ministero della Salute.

Nonostante le comuni origini latine, Italia e Spagna presentano alcune interessanti differenze, sul fronte del dolore cronico. In entrambi i Paesi il problema ha un notevole impatto sulla salute pubblica ma la sua prevalenza è più elevata in Italia, dove affligge il 26% della popolazione, contro un 12% dei nostri cugini iberici[1]. Ciononostante, in Spagna ultimamente il numero di pazienti sembra in crescita e il consumo di oppioidi forti, farmaci di riferimento per la cura del dolore moderato-severo, è quasi doppio rispetto alla nostra Penisola: nel 2011, il mercato italiano totale a valori ha raggiunto i 67,7 milioni di euro, contro i 121,5 milioni di quello spagnolo[2].

Nel nostro Paese, il ricorso agli oppioidi è stato per anni frenato da barriere culturali e ostacoli burocratici ma la Legge 38 del 2010 ci ha posto all’avanguardia sul piano normativo, contribuendo a sdoganare l’impiego di questi farmaci. Lo conferma l’aumento rilevante nei consumi, registrato lo scorso anno in Italia (+ 29%, il più alto d’Europa), rispetto al +5% della Spagna.

Nel trattamento del dolore, l’orientamento terapeutico più attuale punta a un approccio sempre più centrato sulle esigenze del paziente. Tra gli spunti di discussione su cui si confronteranno gli specialisti presenti al Simposio vi è la necessità di poter contare su farmaci che non perseguano solo la risoluzione del problema dolore ma siano anche ben tollerati dall’organismo, garantendo in generale una buona qualità di vita. Una risposta arriva dalle terapie più avanzate oggi disponibili, che sono di semplice utilizzo e con ridotti effetti collaterali.

Uno degli studi più significativi che verranno presentati a Roma è stato condotto dall’HUB di Medicina del Dolore della Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata di Roma, tra febbraio e dicembre 2011.

“La nostra  esperienza maturata con l’associazione ossicodone/naloxone nel trattamento di oltre 700 pazienti con dolore cronico non oncologico - spiega Antonio Gatti, Professore aggregato di Anestesia e Terapia del Dolore all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Responsabile HUB di Medicina del Dolore presso la Fondazione PTV Policlinico Tor Vergata– ha confermato l’efficacia della terapia nel controllo del dolore moderato-grave e una buona tollerabilità. Dopo 60 giorni di trattamento, l’intensità media della sintomatologia dolorosa è scesa da un punteggio pari a 7 nella scala NRS a 2.4 e il 94% del campione ha giudicato migliorato il proprio stato di salute; a livello intestinale la funzionalità, valutata con scala BFI, è passata da una situazione compromessa per un uso protratto di oppioidi a un valore prossimo alla normalità. La risposta è stata ottima sia nel gruppo naïve sia nei non naïve agli oppioidi e anche in una categoria particolarmente fragile come gli anziani. La nostra casistica totale comprende inoltre una numerosa popolazione con dolore oncologico, nella quale la nuova opzione farmacologica ha confermato i dati di efficacia e sicurezza. Questi risultati – conclude Antonio Gatti – e quelli emersi dalle altre esperienze cliniche condotte su migliaia di pazienti in Italia e in Spagna, con dolore di natura neoplastica e non, dimostrano che l’associazione ossicodone/naloxone può rispondere a importanti bisogni terapeutici finora insoddisfatti, a vantaggio della compliance e della qualità di vita dei malati”.

“Curare adeguatamente il dolore è un dovere per ogni medico; non subirlo è un diritto di ogni paziente: la Legge 38 del Marzo 2010 tutela gli italiani, puntando a garantire un equo accesso alle cure e a trattamenti più appropriati”, interviene Guido Fanelli, Coordinatore Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. “Oggi, a due anni dal varo del provvedimento, il bilancio è incoraggiante. La Commissione Tecnica della Conferenza Stato-Regioni ha di recente espresso parere sostanzialmente positivo sul documento con i requisiti minimi di accreditamento delle due reti territoriali; il Ministro Balduzzi ha apprezzato il lavoro svolto finora, spronandoci a proseguire in questa direzione con rinnovata determinazione, per raggiungere risultati sempre più concreti. E’ necessario ancora un grande impegno, da parte di tutti gli attori coinvolti, affinché ciascun cittadino, ovunque risieda in Italia, possa usufruire di un’assistenza qualificata. Iniziative come il Simposio ‘sPAIN in Italy’ creano proficue occasioni di confronto e di riflessione tra addetti ai lavori, favorendo la formazione del personale sanitario e una maggiore appropriatezza prescrittiva, così come previsto dalla stessa Legge 38”.

Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia ha infatti una normativa rivoluzionaria, che tutela i diritti di chi soffre. “Il nostro auspicio è che questo primo Simposio italo-spagnolo – ha dichiarato Marco Filippini, direttore Generale di Mundipharma Italia – attraverso la condivisione delle esperienze cliniche, possa favorire una più corretta gestione del dolore cronico e una sempre più concreta applicazione della Legge 38, migliorando nel quotidiano la vita dei malati”.

[1] Pain in Europe, la più ampia indagine epidemiologica condotta negli ultimi anni in Europa.

[2] dati IMS gennaio-dicembre 2011.