Dolore neuropatico, dolore acuto, dolore viscerale. Sono questi alcuni degli argomenti che hanno caratterizzato le 12 edizioni a oggi realizzate della EuropeanPain School che ogni anno si tiene a Siena presso la Certosa di Pontignano. L’edizione di quest’anno, tuttora in corso, ha come filo conduttore la plasticità del dolore e, quindi, meccanismi coinvolti nella genesi del dolore.

La EuropeanPain School (EPS), nata grazie a menti dell’ Università di Siena nel 2003, è la prima ma anche la più importante scuola creata per gli studenti che lavorano nelle scienze di base e su topic clinici collegati al dolore acuto e cronico.

“Il prof. Manfred Zimmermann di Heidelberg, che è il padrino di questa scuola , è uno dei fondatori dello studio del dolore al mondo. Insieme a lui e ad altri studiosi del dolore abbiamo pensato a questa scuola cogliendo ispirazione dal posto, dalla costruzione della  Certosa” ha dichiarato la prof.ssa Anna Maria Aloisi di Siena, organizzatore della scuola ai microfoni di pharmastar.

Nel 2012 è stataancheadottata come progettoeducazionale IASP (International Association for the Study of Pain).

L’EPS 2015 è focalizzata alla plasticità neuronale come meccanismo nel dolore cronico.

Storicamente, la funzione del sistema nervoso è stata vista come forma dell’evoluzione darwiniana, codificata nel genoma e messa a punto dalle interazioni con il mondo esterno durante "periodi critici" dello sviluppo postnatale.

Il mitodel cervello maturo come fisso e rigido, tuttavia, è stato sfatato negli ultimi decenni da studi che mostrano la continua plasticità per tutta la vita.

Laneuroplasticità è stata trovata a diversi livelli dai nervi periferici alla corteccia cerebrale. Così, in periferia, la reattività dei nocicettori può essere migliorata sotto l'influenza dei mediatori del sistema immunitario. Nel sistema nervoso centrale, meccanismi quali il potenziamento a lungo termine (LTP) e il fallimento dei sistemi di controllo inibitori endogeni possono amplificare la trasmissione in avanti dei segnali di dolore.

Studi di neuroimaging nei pazienti con dolore persistente rivelano alterazioni funzionali, neurochimiche e anche strutturali. Alcuni di questi possono svolgere un ruolo causale nella cronicità deldolore. I processi psicologici e le interazioni sociali contribuiscono ad aggravare e a perpetuare il dolore.

L'intera gamma di processi di neuroplasticità infine formano l'esperienza del dolore e l’atteggiamento verso il dolore, e la loro comprensione può aprire strade per la prevenzione e il trattamento.

“Questa esperienza-ha proseguito la prof.ssa Aloisi- nasce nel 2001 con supporto della EFIC e la FENS (Federazione Europea delle Società di Neuroscienze). Ogni anno si approccia un argomento che viene offerto ai ricercatori e si parla di meccanismi del dolore”.

Arrivano numerose domande per partecipare alla scuola ma se ne selezionano solo 30. La scuola man mano si è estesa a tutto il mondo e quest’anno abbiamo anche ricercatori dalla Nuova Zelanda, Stati Uniti, in tutto sono rappresentati 18 paesi da tutto il mondo”.

«L’idea di riunire dei ricercatori a parlare dei meccanismi del dolore si è molto evoluta. Da essere un punto di incontro è diventata una macchina produttrice di nuove idee e progetti.

“Questo accade-ha sottolineato la prof.ssa Aloisi-vista lo stretto rapporto in cui si trovano queste persone che sono costrette ad interagire uno con l’altro continuamente”.

Non solo i partecipanti vengono da tutto il mondo ma anche i docenti. Da Siena ci sono solo la prof.ssa Aloisi e il prof. Giancarlo Carli. Per portare alcuni esempi di esperti internazionali citiamo il prof. Marshall Devor da Gerusalemme  e la prof.ssa Judith Turner da Seattle, presidente eletta IASP.

«Per scegliere i partecipanti-ha evidenziato la prof.ssa Aloisi-il criterio è quello della qualità e quindi far arrivare i maggiori esperti del topic di quell’anno. Su 71 domande quest’anno è stata fatta una selezione in base ai titoli e all’esperienza.

Le relazioni vengono tenute non solo dai docenti esperti ma anche dai giovani ricercatori per continuare lo scambio in maniera continua».

«Un dato di fatto molto chiaro è che i docenti vengono invitati ma devono venire gratis e stare almeno 3 giorni per dare modo agli studenti di riuscire ad entrare in contatto con loro. Quest’anno i docenti sono rimasti tutta la settimana e questo è molto positivo».

Insomma, una scuola ma anche un luogo di incontro dove far nascere e approfondire nuove ricerche in tema dolore.

Emilia Vaccaro

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