Il consiglio regionale della Liguria ha approvato all'unanimità la proposta di legge per l'erogazione di farmaci a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche presentata da Sel e Federazione della Sinistra. Dopo la Toscana, la Liguria sarà dunque la seconda regione italiana a consentire ai medici di prescrivere ai loro pazienti farmaci e preparazioni galeniche a base di cannabis.

All’unanimità è stata infatti  approvata la proposta di legge 125 “Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”.

La legge è stata presentata dai consiglieri Alessandro Benzi e Conti (Federazione della sinistra) e Matteo Rossi (Sel). Ai firmatari si è poi aggiunto Stefano Quaini (Idv). Sono stati approvati due emendamenti integrativi proposti dall’assessore alla salute, Claudio Montaldo. Uno, in particolare, consente anche ai medici oculisti di prescrivere questi farmaci.

La legge stabilisce che La Regione Liguria detti le disposizioni organizzative relative all’utilizzo dei farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche da parte degli operatori e delle strutture del Servizio Sanitario Regionale, salvaguardando l’autonomia e la responsabilità del medico nella scelta terapeutica e dell’evidenza scientifica.

Secondo il provvedimento i derivati della Cannabis, sotto forma di specialità medicinali o di preparati galenici magistrali, possono essere prescritti dal medico specialista in anestesia e rianimazione, oncologia e neurologia. I farmaci cannabinoidi sono a carico del Servizio Sanitario Regionale e sono prescritti dai medici di medicina generale solo in seguito a una indicazione terapeutica formulata dai medici specialisti in cui lo specialista stabilisce la durata del piano terapeutico e la sua ripetibilità. Anche i medici specialisti operanti nei Centri di cure palliative pubblici e convenzionati possono fare la prescrizione.

Secondo il provvedimento l’inizio del trattamento può avvenire in ospedale o in strutture a esso assimilabili, compresi day-hospital e ambulatori; i farmaci sono acquistati dalla farmacia ospedaliera a carico del Servizio Sanitario Regionale, anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione del paziente. Le strutture di ricovero ospedaliero accreditato devono assistere i medici nella reperibilità dei farmaci.

In ambito domiciliare, in caso di cura realizzata con queste modalità ma utilizzando farmaci esteri importati, il farmacista del servizio pubblico consegna direttamente i farmaci importati al medico o al paziente, dietro pagamento del solo prezzo di costo richiesto dal produttore e delle spese accessorie riportate nella fattura estera. Nel caso di preparazioni galeniche magistrali per un utilizzo extra-ospedaliero, fornite da farmacie private su presentazione di prescrizione del medico specialista, la spesa per la terapia è a carico del paziente, quando è prescritta su ricettario bianco. La spesa resta a carico del Servizio Sanitario Regionale solo qualora il medico che fa la prescrizione sia alle dipendenze del servizio pubblico e utilizzi il ricettario del Servizio Sanitario Regionale per la prescrizione magistrale.

Nel caso di inizio del trattamento in ambito ospedaliero o assimilato, il paziente in condizione di cronicità può proseguire il trattamento domiciliare senza spese presentando alla farmacia ospedaliera ogni mese una nuova ricetta, o ogni tre mesi se utilizza farmaci importati, redatta da uno dei medici ospedalieri che lo hanno in cura. Nel caso di trattamento avviato in ambito domiciliare, la terapia inizia o continua presentando ogni tre mesi la prescrizione redatta dal medico di medicina generale, su indicazione dello specialista, alla farmacia della ASL del territorio di residenza del paziente. Il rinnovo della prescrizione è in ogni caso subordinato ad una valutazione positiva di efficacia e sicurezza da parte del medico che la prescrive, valutata la variabilità individuale dell’efficacia terapeutica.

La Regione promuove periodicamente una specifica informazione ai medici interessati operanti nella Regione e ai farmacisti preparatori operanti nelle farmacie galeniche ed effettua un monitoraggio sull’andamento del trattamento del dolore cronico, anche per le patologie che utilizzano farmaci cannabinoidi impegnandosi a promuovere la massima riduzione dei tempi di attesa . Per ridurre l’aggravio delle spese fisse per unità di prodotto la Giunta regionale adotta un provvedimento per la centralizzazione degli acquisti presso un’unica Asl capofila e attiva una convenzione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze per la produzione e lavorazione di Cannabis medicinale coltivata in Italia o con un altro soggetto dotato delle medesime autorizzazioni.
Ogni anno la Giunta regionale presenterà al Consiglio regionale una relazione sull’attuazione della legge e il rapporto costi-benefici sia per il profilo sanitario, sia per il profilo socio assistenziale. Nella relazione saranno indicati, inoltre, i risultati raggiunti nel periodo di riferimento, le convenzioni stipulate e la loro attuazione, le eventuali criticità riscontrate nell’attuazione insieme alle soluzioni proposte o avviate per superarle.

La discussione è stata aperta da Matteo Rossi (Sel) che ha illustrato la proposta di legge: «Il Ministero della Salute – ha spiegato Rossi – con il decreto del 18 aprile 2007, ha aggiornato le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope e ha posto nella tabella II delle sostanze stupefacenti dotate di proprietà terapeutiche, alla sezione B, alcuni cannabinoidi naturali o di sintesi della cannabis. Ciò rende possibile prescrivere ed utilizzare questi principi attivi, quindi permette di disporre di un ulteriore strumento terapeutico per la cura palliativa del dolore o per applicazioni terapeutiche in molte tipologie di disabilità fisiche e mentali. Con il riconoscimento e la regolamentazione dell’accesso ai derivati medicinali della pianta di cannabis e degli analoghi sintetici, avvenuta nel nostro Paese solo in questi ultimi anni, lo scenario è mutato e la fruizione della terapia è un dato acquisito, ma è necessaria una legge regionale applicativa delle norme quadro nazionali, al fine di evitare perdite di tempo nocive per il malato». Il consigliere ha precisato: «Oltre alla terapia palliativa del dolore e all’utilizzo in neurologia ed oncologia, o come lenitivo degli effetti collaterali della chemio e della radio-terapia, molte sono le patologie e i disturbi a cui la cannabis terapeutica può dare risposte efficaci, tra cui il glaucoma, l’epilessia, numerose patologie neurologiche, alcune patologie psichiatriche, malattie degenerative quali l’Alzheimer e il Parkinson. Vista l’utilità terapeutica della cannabis, per ridurre i tempi e i costi per il Sistema Sanitario Regionale l’articolo 6 prevede la stipula di una convenzione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Tale accordo consentirà ai malati e al Servizio Pubblico della nostra regione di non dipendere esclusivamente dalle importazioni».

«Con questa legge la Regione Liguria si pone all’avanguardia per la tutela dei diritti del malato – ha concluso Rossi – superando gli ostacoli ideologici che hanno ritardato in Italia l’utilizzo di questi farmaci. Da oggi la Liguria si mette alla pari di paesi dove da decenni ormai vengono utilizzati i cannabinoidi a fini terapeutici: Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Canada e USA. Dal punto di vista economico non ci dovrebbero essere aggravi di costi sul Servizio sanitario nazionale perché i derivati dalla cannabis sottoforma di specialità medicinali o di preparati galenici magistrali andranno eventualmente a sostituire medicine altrettanto onerose».

Matteo Rosso (Pdl): «Oggi è stata scritta una pagina positiva per i cittadini. E’ un segno di civiltà autorizzare l’utilizzo di questi farmaci che possono alleviare il dolore e nel momento in cui sarà pubblicata, questa legge darà un grosso aiuto ai pazienti. Abbiamo lavorato bene e tutti insieme e là dove c’erano sfaccettature ideologiche le abbiano tolte».
Stefano Quaini (Idv), presidente della Commissione salute e sicurezza sociale, ha sottolineato che il varo della legge è stato preceduto da numerose audizioni di esperti nella competente commissione: «Finalmente in Italia si inizia ad andare verso l’utilizzo dei cannabinoidi a scopo terapeutico. La legge che stiamo approvando fa della Liguria una Regione “battistrada” in questo senso D’altro canto la Liguria nella terapia del dolore non è seconda a nessuno, ha una rete molto efficiente».

Giancarlo Manti (Pd) ha puntualizzato: «Questa legge affronta la questione non solo da un punto di vista medico ma anche sociale, quale è il diritto del malato alla cura»
Alessio Saso (Pdl): «La questione è stata affrontata senza pregiudiziali di tipo ideologico e mi pare che da queste premesse siano derivati buoni frutti. Parliamo di una legge che può soltanto fare del bene e non può essere utilizzata per altre finalità»
L’assessore alla salute Claudio Montaldo ha proposto due integrazioni, assunte in consiglio come emendamenti approvati all’unanimità, e ha ribadito il suo apprezzamento per la legge: «Voglio sottolineare il lavoro introduttivo svolto in commissione al quale hanno preso parte tutti i gruppi».
Roberto Bagnasco (Pdl), nell’annunciare il voto «profondamente convinto» del suo gruppo ha aggiunto: «Nel lavoro in commissione c’è stato un estremo equilibrio. Sono state recepite le indicazioni che anche noi abbiamo fornito. Riteniamo che questa sia una legge di grande importanza per i cittadini».