Il trattamento con litio, ampiamente usato per il trattamento dei disturbi dell’umore e in particolare del disturbo bipolare, sembra essere efficace nel prevenire la cefalea a grappolo episodica. E’ quanto emerso da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cagliari, coordinati dalla Dr.ssa Maria Erminia Stochino, pubblicato sulla rivista Headache.

Come spiegato dagli esperti, il litio viene utilizzato come trattamento di seconda linea, dopo la terapia con verapamil, per la prevenzione degli attacchi di emicrania a grappolo, a causa della ristretta finestra terapeutica e dei potenziali gravi eventi avversi associati al farmaco.

I ricercatori hanno condotto uno studio retrospettivo analizzando l’efficacia e la tollerabilità del trattamento con litio in 26 pazienti trattati con il farmaco (450 - 1.050 mg/die), per prevenire l’insorgenza dell’emicrania a grappolo episodica.

Dallo studio è emerso che il 77% (n=20) dei partecipanti trattati con litio ha presentato una riduzione di almeno il 50% della frequenza degli attacchi di emicrania (“responder”), mentre il 23% (n=6) dei soggetti analizzati ha ottenuto una riduzione inferiore al 50% della frequenza degli attacchi (“non responder”).

Tra i “responder”, 15 pazienti hanno mostrato un miglioramento clinico significativo alla fine della prima settimana di terapia, mentre 5 persone hanno mostrato un miglioramento dopo la seconda settimana di trattamento.

Il numero medio degli attacchi di emicrania durante la giornata è migliorato significativamente da 1,8 del periodo di run-in a 1,1 alla fine della prima settimana (P<0,0001) e a 0,6 alla fine della seconda settimana di terapia (P<0,0001).

Cinque pazienti non hanno presentato attacchi già durante la prima settimana di trattamento, 12 durante la seconda settimana e tre hanno presentato una miglioramento parziale durante lo studio.

Quattro pazienti hanno presentato eventi avversi quali, poliuria e polidipsia. Comunque, tutti gli effetti collaterali osservati erano di lieve entità e non hanno portato all’interruzione della terapia.

La cefalea a grappolo (in inglese cluster headache) è una cefalea primaria neurovascolare estremamente dolorosa. Ha carattere periodico, con fasi attive alternate a fasi di remissione spontanea. Tali fasi attive vengono chiamate "grappoli" (o "cluster"). L'intenso dolore è causato dall'eccessiva dilatazione dei vasi cranici che creano pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino. Benché vi siano numerose ipotesi, l'eziologia è tuttora ignota.

Una cefalea comune risponde a farmaci quali l'acido acetilsalicilico, il paracetamolo, la nimesulide o l'ibuprofene. La cefalea a grappolo, come le emicranie, necessita di un trattamento specifico. A volte, a causa della rarità della malattia, questa patologia non viene identificata correttamente, ed è stata più volte scambiata per una crisi d'astinenza dalle droghe.

Il trattamento della cefalea a grappolo si articola in due fasi: terapia sintomatica, che mira a interrompere repentinamente l'episodio doloroso; terapia di profilassi, che mira a prevenire i successivi attacchi.

Maria Erminia Stochino et al., Evaluation of Lithium Response in Episodic Cluster Headache: A Retrospective Case Series, Headache DOI: 10.1111/j.1526-4610.2012.02183.x
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