Favorire il progresso e il confronto scientifico per contrastare il dolore: un’emergenza sociale che colpisce 1 italiano su 4 e che - con una perdita annua di oltre tre milioni di ore lavorative e costi sanitari di circa due miliardi di euro - costituisce la prima voce di spesa sanitaria nel Paese, con un impatto superiore anche a quello delle malattie cardiovascolari.

È l’obiettivo principale del 14° Congresso Mondiale sul Dolore che, organizzato dall’International Association for the Study of Pain (IASP), si svolgerà a Milano dal 27 al 31 agosto, presso il MiCo - Milano Congressi, con oltre 6 mila esperti provenienti da 110 Paesi di tutto il mondo.

“Tra poco più di un mese Milano ospiterà il più importante congresso medico dell’anno cui parteciperanno migliaia di specialisti da tutto il mondo per confrontarsi sull’importante tema del dolore. Per la nostra città, dove sono presenti numerose strutture di eccellenza in campo medico, università e istituti di ricerca, sarà l’occasione per una grande riflessione che metterà al centro del dibattito il malato e le ultime terapie messe in campo per alleviare il dolore legato a patologie più o meno gravi che possono pesantemente condizionare la vita delle persone”, dichiara Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano.

“Dopo Montreal nel 2010, l’International Association for the Study of Pain ha scelto di tornare dopo 27 anni in Italia, che nel 1975 ha ospitato a Firenze il primo Congresso Mondiale sul Dolore. Ad agosto sono attesi a Milano i maggiori esperti internazionali di terapia del dolore: più di 6 mila, provenienti da 110 Paesi, tra ricercatori di base, medici, dentisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, farmacisti e altri professionisti sanitari. Oggi il dolore non può più essere sottovalutato: è molto più complesso di quanto si pensasse in passato. Abbiamo bisogno di un approccio multidisciplinare per capire al meglio i meccanismi legati al dolore e sviluppare così terapie mirate”, aggiunge la professoressa Eija Kalso, Presidente di IASP, Università di Helsinki.

Dalle tecnologie più innovative per la diagnosi e la prognosi al rapporto medico - paziente: “Gli esperti - ha anticipato Irene Tracey, Presidente del Comitato Scientifico del 14° Congresso Mondiale sul Dolore, Università di Oxford - si confronteranno sugli argomenti più attuali legati al mondo della ricerca e della terapia del dolore. Si parlerà, tra le altre cose, di brain imaging, ma anche del dolore viscerale e del suo collegamento allo stress, della genetica del dolore e di uno dei dolori più diffusi: il mal di testa. Si discuterà, inoltre, del dolore oncologico, del dolore neuropatico, degli interventi psicosociali per la gestione del dolore e del ruolo fondamentale della comunicazione medico-paziente”.

Crisi, stress e dolore
Un italiano su 4 ha avuto esperienza di dolore e l’Italia è dopo la Norvegia il Paese con la più alta incidenza in Europa. Gli esperti evidenziano una correlazione tra lo stress diffuso e il dolore, tanto da arrivare a parlare di “dolore da crisi”. “In questo periodo storico, caratterizzato da stress diffuso nella popolazione, assistiamo all’esplosione di quello che possiamo ribattezzare ‘dolore da crisi’, con un aumento considerevole dei casi di congestione dell’intestino e della vescica, dolori muscolari, senso diffuso di spossatezza e difficoltà nel riposare. Benché sia proprio lo stress psichico a causare questi danni, il dolore esiste davvero e i pazienti non devono essere considerati malati immaginari”, spiega Paolo Marchettini, Presidente del Comitato Organizzativo Locale del 14° Congresso Mondiale sul Dolore, Responsabile del Centro di Medicina del dolore del Centro Diagnostico Italiano e del Centro di Medicina del dolore dell’Ospedale San Raffaele. “In situazioni di minaccia e di pericolo - continua l’esperto - l’organismo ha la necessità di liberarsi di tutto ciò che è di ‘ostacolo’, svuotando la vescica e l’intestino. Quando si vivono, invece, situazioni continuative di stress, come la tensione, la preoccupazione, la perdita del proprio ruolo sociale, si rischia una congestione che può portare a ulcera allo stomaco, colite, cistite etc.”.

Identikit del sofferente di dolore
Il paziente tipo è una donna tra i 35-50 anni, con mal di testa e dolori diffusi, un reddito familiare medio tra i 20 e i 40 mila euro all’anno, sottoposta a molti fattori di stress e con un’educazione medio-bassa (es. scuola dell’obbligo). Gli esperti identificano, infatti, una relazione inversamente proporzionale tra il grado di istruzione e il grado e la persistenza del dolore. “Il 30% dei cittadini con un livello di istruzione medio-basso - spiega il professor Marchettini - hanno esperienza di dolore severo, mentre l’incidenza scende al 17-18% nella popolazione con un titolo di studio elevato. Questo fenomeno si spiega con la presumibile migliore capacità di comunicare con il medico di una persona più istruita”. A proposito di comunicazione medico-paziente, il professor Marchettini ha aggiunto che “proprio a Milano, presso il Centro Diagnostico Italiano, è nato quest’anno un ambulatorio di terapia del dolore focalizzato all’analisi dei dolori complessi che si auspica serva da modello per creare la cultura dell’ascolto nei medici e del racconto nei pazienti, un passo fondamentale per evitare una cronicizzazione del dolore, portando enormi risparmi alla sanità e migliorando la qualità di vita dei pazienti”.

Uno scenario che cambia
Il panorama italiano della ricerca e della terapia del dolore si sta evolvendo e modificando dopo l’introduzione della Legge 38 del 2010. “Non è un caso che il Congresso Mondiale sul Dolore si svolga in Italia, il Paese che con una normativa molto avanzata sancisce il diritto a non soffrire e istituisce due reti distinte per la terapia del dolore e per le cure palliative. I contenuti principali della legge riguardano la realizzazione di campagne informative a favore dei cittadini, l’organizzazione e lo sviluppo delle due reti, la formazione del personale dedicato, alcune semplificazioni in materia di prescrizione dei farmaci analgesici e lo sviluppo della ricerca nel settore. La stessa legge prevede un monitoraggio annuale della sua applicazione da parte del Ministero della Salute. A due anni dall’entrata in vigore molti aspetti sono stati realizzati mentre altri necessitano di decreti applicativi in fase attuale di elaborazione. Inoltre, le due reti hanno raggiunto un diverso sviluppo complessivo e una differente omogeneità di distribuzione nella regioni italiane. Si tratta di un percorso che richiede tempo e risorse ma che intende perseguire l’obiettivo di migliorare le conoscenze sul dolore e sulle cure palliative e di ottimizzare la qualità delle cure offerte, con un’attenzione particolare ai collegamenti tra cure in strutture specialistiche e di ricovero e cure e assistenza al domicilio del malato, attraverso un approccio multi-disciplinare e multi-istituzionale.”, dichiara Oscar Corli, Direttore Centro per la Ricerca e lo Studio del Dolore dell’Istituto di ricerche Farmacologiche Mario Negri.