Dolore

Regeneron e Teva si alleano, obiettivo farmaci contro il dolore selettivi e senza rischio di dipendenza

Sviluppare nuovi farmaci contro il dolore, sempre più efficaci e soprattutto che non diano dipendenza come gli oppioidi. E' questo l'obiettivo dell'accordo siglato tra Regeneron Pharmaceuticals e Teva Pharmaceutical per una partnership indirizzata alla lotta al dolore e in particolare allo sviluppo e alla commercializzazione dell'anticorpo monoclonale fasinumab.

Sviluppare nuovi farmaci contro il dolore, sempre più efficaci e soprattutto che non diano dipendenza come gli oppioidi. E’ questo l’obiettivo dell’accordo siglato tra Regeneron Pharmaceuticals e Teva Pharmaceutical per una partnership indirizzata alla lotta al dolore e in particolare allo sviluppo e alla commercializzazione dell’anticorpo monoclonale fasinumab.
Il problema dolore è alquanto importante a livello globale. Si stima che circa 30 milioni di persone vivano con dolore da osteoartrite, e numeri simili riguardano la  lombalgia cronica. Inoltre, il problema è in crescita di anno in anno.
Le prescrizioni di oppiacei rappresentano il 40% del mercato del dolore cronico, ma in paesi quali gli States c’è anche un forte abuso di questi farmaci che creano dipendenza. Quindi, l’azienda Regeneron ha identificato un gap da colmare: cercare terapie alternative per il dolore.
Fasinumab è un anticorpo monoclonale che blocca il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina coinvolta nella trasmissione dei segnali del dolore.
Negli adulti, NGF modula, mediante sensibilizzazione delle terminazioni nocicettive, l’elaborazione della percezione dolorosa e i livelli di questa proteina sono elevati in presenza di stati infiammatori o di dolore cronico.
NGF, pertanto, funziona come il mediatore periferico chiave in molti stati dolorosi e potrebbe rappresentare un buon bersaglio per  lo sviluppo di analgesici innovativi.  Di qui lo sviluppo di anticorpi monoclonali selettivi (come fasinumab), disegnati allo scopo di interrompere gli impulsi dolorosi in formazione mediante la cattura e il sequestro dell’ NGF libero, impedendo l’interazione tra NGF e i suoi recettori.
Sono orami 25 anni che l'azienda lavora sul fasinumab , anche se ci sono state diverse battute d'arresto che hanno coinvolto l'intera classe di farmaci anti-NGF.
Negli USA, l’FDA ha tempo fa bloccato temporaneamente gli studi considerando  problemi di sicurezza derivanti da studi su animali.
Quando questa interruzione è stata revocata, Regeneron e altre società farmaceutiche come Pfizer ed Eli Lilly & Co., hanno ottenuto il via libera per continuare con i loro trial. Pfizer e Lilly hanno detto che avrebbero cercato l'approvazione della FDA entro il 2018 sempre per un farmaco contro il dolore, alternativo agli oppiacei, chiamato tanezumab, che verrebbe somministrato per iniezione ogni otto settimane.
Fasinumab è ora è in fase di sperimentazione in studi in fase avanzata per dolore nell’artrosi e in studi mid-stage per la lombalgia cronica.
Nel mese di maggio, sono stati divulgati i risultati positivi di uno studio di fase 2/3 controllato con placebo che ha valutato fasinumab in pazienti con dolore all'anca o al ginocchio da osteoartrite moderato-grave in pazienti che hanno avuto una storia di sollievo dal dolore inadeguata.
A 16 settimane, i pazienti trattati con tutte e quattro le dosi di fasinumab hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella riduzione del dolore.
Teva ha dichiarato che pagherà a Regeneron 250 milioni di dollari in anticipo, e le due big pharma condivideranno equamente i costi del valore commerciale, della ricerca e sviluppo a livello mondiale, pari a un accordo del valore di 1 miliardo di dollari.
EV