La Commissione europea ha approvato dasatinib per la terapia della fase iniziale della leucemia mieloide cronica (LMC). Il farmaco era già indicato per le forme resistenti o intolleranti ad altre terapie.

Sviluppato da Bristol-Myers Squibb e disponibile in commercio con il marchio Sprycel, il farmaco, ha infatti dimostrato una migliore efficacia rispetto alla attuale terapia standard con imatinib nel trattamento della LMC Philadephia+.

Nello studio DASISION, la risposta citogenetica completa è stata confermata nel 77% dei pazienti al 12mo mese di trattamento, rispetto al 66% di quelli in terapia con imatinib (P =.007). Lo studio DASISION è stato condotto su 519 pazienti, in 26 Paesi inclusa l'Italia.

"Il profilo della leucemia mieloide cronica - spiega il prof. Michele Baccarani dell'Università di Bologna, lead investigator di DASISION - è migliorato in maniera sostanziale negli ultimi anni grazie all'introduzione delle terapie mirate; la prevalenza di questa neoplasia sta aumentando perché i pazienti vivono più a lungo. L'autorizzazione dell'EMA e i risultati dello studio DASISION confermano il ruolo di dasatinib nel trattamento di prima linea della leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica".

La LMC è una malattia rara: in Italia si registrano circa 1000 nuove diagnosi ogni anno. L'incidenza della malattia aumenta con l'età (solo nel 2% dei casi si manifesta sotto i 20 anni d'età), rappresenta il 15% di tutte le leucemie degli adulti e il 4% di quelle dell'infanzia.

Le cellule leucemiche sono caratterizzate dalla presenza nel nucleo di un cromosoma anomalo, chiamato cromosoma Philadelphia dalla città dove è stato isolato la prima volta, nel 95% dei casi. Questo cromosoma si forma per fusione di due geni in due cromosomi diversi: il gene BCR del cromosoma 9 e il gene ABL del cromosoma 22. Il gene ibrido risultante (BCR-ABL) stimola la proliferazione delle cellule leucemiche.