La Commissione Europea ha approvato l'immissione in commercio per di dolutegravir in combinazione con altri farmaci antiretrovirali per il trattamento degli adulti e degli adolescenti al di sopra di 12 anni affetti da infezione da HIV. Il farmaco sarà messo in commercio da ViiV con il marchio Tivicay

L’approvazione odierna si basa sui dati relativi a 4 studi clinici di Fasi III che hanno compreso 2557 adulti, trattati con dolutegravir o farmaco di confronto, oltre ad un quinto studio condotto su una popolazione di adolescenti di età superiore ai 12 anni. Negli studi sono state coinvolte sia persone sieropositive naive al trattamento, sia già in terapia, confrontati con pazienti in terapia con trattamenti antiretrovirali comunemente utilizzati.

“L’approvazione di dolutegravir rappresenta un importante passo avanti e apre la porta a nuove combinazioni di trattamenti per le persone che convivono con il virus HIV in Europa – spiega Dominique Limet, CEO di ViiV Healthcare - Il programma di sviluppo clinico del farmaco è stato reso possibile dalla partnership con le persone HIV-positive e i medici che hanno partecipato agli studi e abbiamo l’intenzione di continuare insieme a loro nel nostro percorso di impegno globale nei confronti dell’infezione da HIV/AIDS.”

L’approvazione da parte delle autorità regolatorie europee è il primo step per l’immissione del farmaco sul mercato di tutti i Paesi dell’Unione. Dolutegravir sarà disponibile nelle diverse nazioni non appena saranno concluse le pratiche relative alle modalità locali di rimborso del farmaco: il processo è già in corso in alcuni Paesi  e gli altri seguiranno a breve.

Dolutegravir è risultato statisticamente superiore in efficacia rispetto ai farmaci di confronto in due studi pilota di fase III e non inferiore in un terzo studio. Negli studi clinici, il trattamento con dolutegravir ha fatto registrare un ridotto tasso di abbandono della terapia dovuto ad eventi avversi (1-3%) sia nei pazienti naive che nelle persone già in trattamento.

Il profilo di sicurezza, in particolare, si basa su una serie di dati raccolti negli studi clinici di fase IIb e III in 980 pazienti naive, 357 precedentemente trattati ma non con inibitori dell’integrasi e 234 che avevano avuto un fallimento terapeutico in presenza di un inibitore dell’integrasi per la comparsa di resistenza a farmaci di questa classe. Gli effetti avversi più comunemente osservati sono stati nausea (15%), diarrea (16%) e cefalea (14%). L’evento avverso più severo, osservato in un singolo paziente, è stata una reazione di ipersensibilità con comparsa di rash cutanei e severi problemi epatici.
La dose raccomandata di dolutegravir per la maggior parte dei pazienti è di una compressa da cinquanta milligrammi una volta al giorno.

Per i pazienti che presentano resistenza alla classe degli inibitori dell’integrasi, sia essa documentata o clinicamente sospetta, così come in caso di co-somministrazione con alcuni farmaci, il dosaggio raccomandato e di cinquanta milligrammi due volte al giorno.
S/GSK1349572 (dolutegravir) è un inibitore delle integrasi (INI) ed è il terzo farmaco di questa classe, dopo il raltegravir di MSD ed elvitegravir di Gilead. Gli inibitori dell’integrasi bloccano la replicazione del virus HIV impedendo l’integrazione del DNA virale all’interno delle cellule umane (cellule T). Questa fase è essenziale nel ciclo replicativo del virus HIV ed è inoltre indispensabile alla cronicizzazione dell’infezione.  

Su dolutegravir sono riposte molte speranze perché riesce ad essere attivo anche contro varianti virali divenute resistenti all’unico altro inibitore dell’integrasi oggi in commercio, il raltegravir. L’altra ragione che rende interessante questo farmaco è che non richiede booster e si può assumere in co-formulazione, insieme al tenofovir oppure con abacavir e lamivudina.

Il farmaco sarà commercializzato da Viiv, società fondata nel 2009 quando GlaxoSmithKline e Pfizer hanno deciso di unire le forze per quanto concerne i farmaci antiretrovirali. Gsk detiene il 76,5% delle azioni, Pfizer ha il 13,5% e Shionogi il restante 10%. L’azienda giapponese ha portato in dote proprio il dolutegravir ricevendone in cambio una quita azionaria della società.