Le autorità regolatorie americane hanno chiesto a Takeda di fornire altri dati prima di decidere circa l’approvazione di alogliptin, un nuovo inibitore del DDP-4 studiato per la terapia del diabete di tipo 2.  I farmaci per cui è stata chiesta la registrazione sono due: alogliptn in monoterapia e l’associazione precostituita di alogliptin e pioglitazione. In un comunicato Takeda fa sapere di poter fornire all’Fda i dati richiesti sulla base dell’esperienza clinica al di fuori degli Usa e di nuovi studi ancora in corso

Ovviamente non è una buona notizia per l’azienda giapponese le cui azioni sono scese del 2%. Takeda deve cercare di sostituire le vendite di pioglitazione il cui brevetto è scaduto nel 2011 e il cui generico è in arrivo entro l’anno.

Alogliptin è un nuovo antidiabetico inibitore dell'enzima DDP-4 (come vildagliptin, sitagliptin e saxagliptin, farmaci già approvati). Nell’aprile 2010 il medicinale è stato approvato in Giappone dove è commercializzato con il nome di Nesina. La combinazione di alogliptin e pioglitazone a dose fissa sotto forma di un'unica compressa è anch’essa disponibile in Giappone sotto il nome di Liovel.

La storia di pioglitazione è tribolata. Nel 2007 Takeda aveva inviato all’Fda la prima richiesta di approvazione del farmaco. Nel mese di giugno  del 2009, l'Agenzia americana aveva inviato a Takeda un ‘complete response letter’ nella quale si chiedevano nuovi dati sulla sicurezza cardiovascolare di alogliptin necessari per soddisfare i nuovi e più stringenti criteri di valutazione dei farmaci antidiabetici fissati nel dicembre 2008 a seguito delle polemiche sulla sicurezza di rosiglitazone.

Il rideposito della richiesta di approvazione di questi medicinali (alogliptin da solo e in associazione a pioglitazone), avvenuto nel luglio del 2100 si è basato sui dati di un'analisi ad interim dello studio EXAMINE (EXamination of CArdiovascular OutcoMes: AlogliptIN vs. Standard of CarE in Patients with type 2 diabetes Mellitus and Acute Coronary Syndrome)  condotto per valutare la sicurezza cardiovascolare di alogliptin in aggiunta alla terapia standard in 5.400 pazienti con diabete di tipo 2 e sindrome coronarica acuta.

I risultati definitivi dello studio sono attesi per il 2014 ma evidentemente i dati preliminari sono positivi, tanto da aver indotto Takeda a ridepositare il dossier registrativo.

Il programma di sviluppo clinico di alogliptin ha incluso 12 trial di fase III che hanno coinvolto complessivamente 8.000 pazienti provenienti da circa 1.000 centri in tutto il mondo. Negli studi il farmaco, in combinazione con le cure standard per il diabete di tipo 2 o in monoterapia in associazione alla dieta e all’esercizio fisico, ha mostrato di ridurre in maniera significativa i livelli di emoglobina glicata in un periodo di due o tre mesi. Gli eventi avversi più comuni erano emicrania, infezioni del tratto urinario, nasofaringiti, e infezioni del tratto respiratorio superiore.

Degli 8.000 pazienti arruolati, 3.000 hanno ricevuto la combinazione di alogliptin e pioglitazone a dose fissa sottoforma di un’unica compressa. Da questi studi è emerso che la combinazione dei medicinali migliora significativamente il controllo glicemico. Gli eventi avversi più frequenti erano nasofaringiti, lombalgia, infezioni del tratto urinario e influenza.