Via libera dell'Fda a ecallantide (Kalbitor, Dyax/Genzyme) per il trattamento degli attacchi acuti di angioedema ereditario (AE) nei pazienti al di sopra dei 16 anni.

L'angioedema ereditario è una malattia infiammatoria acuta, caratterizzata da episodi ripetuti, talvolta fatali, di gonfiori (edemi) della cute, delle estremità, del tratto gastrointestinale, dei genitali e della laringe. La causa è un difetto genetico che porta a una carenza di C1 esterasi-inibitore (C1-INH), una proteina che inibisce la callicreina plasmatica, un mediatore chiave dell'infiammazione, e altre proteasi seriniche del sangue.

Ecallantide è un polipeptide formato da 60 aminoacidi che inibisce in modo potente e selettivo la callicreina. Il farmaco è il primo trattamento sottocutaneo per l'AE approvato negli Usa.

Come parte integrante dell'approvazione, l'azienda produttrice ha istituito un programma di valutazione e riduzione del rischio (Risk Evaluation and Mitigation Strategy, REMS) per comunicare il rischio di anafilassi e l'importanza di distinguere tra una reazione di ipersensibilità e i sintomi di un attacco di AE.
L'ok al prodotto si basa sui risultati di due studi clinici di fase III - EDEMA3 ed EDEMA4 - su 143 pazienti trattati con ecallantide 30 mg per via sottocutanea o placebo. In entrambi i trial gli effetti del farmaco sono stati valutati mediante il Mean Symptom Complex Severity score (MSCS) e il Treatment Outcome Score (TOS), due indici che misurano rispettivamente la gravità dei sintomi in tutte le sedi anatomiche e la risposta alla terapia.

Nello studio EDEMA4, i pazienti trattati con ecallantide hanno mostrato una riduzione dei sintomi rispetto al basale e una risposta alla terapia superiori rispetto ai pazienti del gruppo placebo, sia a 4 ore (MSCS: -0,8 vs -0,4, P = 0,010; TOS: 53 vs 8, P = 0,003) sia a 24 ore dal trattamento (MSCS: -1,5 vs -1.1; P = 0,04; TOS 89 vs 55, P = 0,03). I risultati dell'EDEMA3 sono stati coerenti con quelli dell' EDEMA4.

Il farmaco può dar luogo a reazioni gravi di ipersensibilità, tra cui anafilassi. In 255 pazienti con AE trattati con ecallantide per via endovenosa o sottocutanea nell'ambito di diversi studi clinici, il 3,9% ha avuto una reazione anafilattica entro la prima ora dalla somministrazione. Secondo molti analisti, tuttavia, il rischio di anafilassi, menzionato chiaramente nel foglietto illustrativo, non costituirà un freno all'impiego del prodotto.

Rispetto al concorrente Cinryze (ViroPharma), attualmente registrato per la profilassi dell'AE e anch'esso gravato dal rischio di anafilassi, ecallantide ha il doppio vantaggio di essere approvata per il trattamento di tutti i sintomi di AE, compresi gli attacchi periferici e quelli a livello della laringe e della somministrazione sottocute anziché endovena. Lo scorso giugno l'Fda aveva risposto alla domanda di estensione delle indicazioni di Cinryze anche al trattamento acuto degli attacchi di angioedema ereditari, richiedendo ulteriori studi a sostegno dell'efficacia del farmaco.