Il farmaco inibitore dell'angiogenesi bevacizumab (Avastin, Roche) ha ottenuto l'approvazione dell'FDA per la terapia dei pazienti con glioblastoma multiforme già precedentemente trattati con altre terapie. La richiesta di indicazione si è basata sui dati di uno studio di fase II denominato BRAIN study (AVF3708g) condotto su 167 pazienti con glioblastoma in cui il tumore era recidivato dopo una terapia di prima o seconda linea. Lo studio AVF3708g era un trial open-label, multicentrico che ha valutato bevacizumab da solo o in combinazione con  irinotecan condotto in pazienti con glioblastoma già precedentemente trattati con temozolomide e terapia radiante.
In 85 di loro, trattati unicamente con bevacizumab, si sono evidenziati i seguenti risultati:
- nel 28% dei casi il tumore si è ridotto di circa la metà
- nella metà dei casi in cui il tumore si è ridotto di dimensioni si è avuta una risposta di almeno 5,6 mesi
- il 46% dei pazienti ha avuto 6 mesi senza che la malattia peggiorasse
- la metà dei pazienti trattati con bevacizumab ha vissuto almeno 9,3 mesi e il 38% di loro ha vissuto oltre 1 anno.

Il glioblastoma, noto anche come glioblastoma multiforme, è il tumore cerebrale più frequente, coprendo approssimativamente il 12-15% di tutte le neoplasie intracraniche e il 50-60% di tutti i tumori astrocitari.
Si tratta di un tumore altamente maligno, incontrollabile con le terapie correnti. E' una delle forme di tumore a prognosi peggiore con un'aspettativa media di vita di circa 12 mesi e di soli 6 senza terapia.
Ogni anno viene diagnosticato a circa 10mila americani e di essi circa 2900 sono eligibili alla terapia con bevacizumab.
Il glioblastoma è balzato all'attenzione della cronaca perché è il tumore che ha colpito il senatore americano  Edward Kennedy.
A breve, secondo una dichiarazione dell'azienda, inizierà l'arruolamento di un trial di fase III in pazienti con glioblastoma di nuova diagnosi.