La US Food and Drug Administration ha approvato l’uso di enzalutamide quale terapia di pazienti con tumore della prostata la cui malattia sia progredita nonostante I trattamento con farmaci per la deprivazione androgenica e prima dell’uso della chemioterapia. La nuova indicazione amplia di molto il potenziale di impiego del farmacoe lo pone in diretta competizione con abiraterone.
L’indicazione inziale, ottenuta nel 2012, ne prevendeva l’uso solo dopo la chemioterapia. Anche in Europa l’azienda produttrice, la giapponese Astellas, ha richiesto la stessa variazione delle indicazioni ma l’Ema non si è ancora espressa.
La nuova indicazione fa scattare un pagamento di 90 milioni a favore di Medivation, la biotech californiana che ha messo a punto il farmaco poi sviluppato clinicamente da Astellas che ne detiene i diritti di commercializzazione.
La nuova indicazione prende origine dai dati dello studio di Fase 3 PREVAIL, pubblicato lo scorso mese di giugno sul England Journal of Medicine, che ha evidenziato una riduzione statisticamente significativa di circa il 30% del rischio di morte e un ritardo nella progressione radiografica del tumore o di morte dell’81%rispetto a quelli trattati con placebo.
I pazienti che assumevano enzalutamide hanno avuto un ritardo di 17 mesi del momento di inizio della chemioterapia rispetto agli uomini che assumevano il placebo (28,0 mesi rispetto a 10,8 mesi)
Disponibile in monosomministrazione orale, enzalutamide è un nuovo inibitore del segnale del recettore androgenico. Il farmaco agisce in tre modi distinti a livello del segnale del recettore androgenico: inibisce il legame del testosterone ai recettori androgenici; il legame del testosterone induce un cambiamento conformazionale che determina l’attivazione del recettore; inibisce la traslocazione nucleare dei recettori androgenici.
Fda