Semaforo verde dell’Fda per entrambi gli inibitori del PCSK9, alirocumab ed evolocumab, al fine del loro impiego come potenti anticolesterolo. Appena un giorno dopo il via libera per l’inibitore di Sanofi, alirocumab, è arrivato anche quello per evolocumab di Amgen, già approvato dal Chmp dell’Ema e quindi prossimo all’approvazione finale europea.

L’Endocrinologic and Metabolic Drugs Advisory Committee (EMDAC ) dell’Fda ha votato 15-0 per l’utilizzo di evolocumab nella ipercolesterolemia omozigote familiare, una malattia rara che colpisce circa una persona si un milione, e 11-4 in favore dell’impiego nella forma eterozigote della malattia, molto più diffusa. Il giorno prima, l’EMDAC aveva votato 13 a 3, stabilendo che alirocumab aveva provato chiaramente la sua attività anti LDL-c.

Bisognerà vedere quali saranno le indicazioni finali dei due farmaci, dall’impressionante potenziale clinico ed economico.

L’approvazione per Praluent (alirocumanb) dovrebbe arrivare il 24 luglio mentre quela per Repatha (evolocumab) e attesa per il 27 agosto.

Negli studi clinici registrativi sia Praluent e Repatha hanno ottenuto riduzioni del colesterolo delle lipoproteine ad alta densità (High-Density Lipoprotein Cholesterol, HDL-c) dell’ordine del 50-60% in aggiunta alla terapia con statine, rispetto alle sole statine. Un risultato eclatante.

Nel corso delle riunioni degli esperti dell’Fda, la discussione si è focalizzata sulla validità delle LDL-c come marker surrogato per gli esiti cardiovascolari. Sono già in corso due studi su ampia scala che valuteranno l’efficacia del due farmaci sugli hard end point, cioè attacchi cardiaci, morte per cause cardiovascolari, ospedalizzazioni per eventi cardiaci ecc.

Lo studio pianificato da Amgen, che prende il nome di FOURIER ha appena completato l’arruolamento dei 27,500 pazienti previsti dal disegno del trial. Lo studio sul farmaco di Sanofi (ODYSSEY OUTCOMES study) valuterà il farmaco su 18.500 pazienti. I dati dei due studi saranno disponibili nel 2017.

Uno scenario abbastanza probabile è che l’Fda si limiti in una prima fase all’approvazione nella forma eterozogote ed omozigote della malattia per riservarsi di decidere circa l’approvazione nei pazienti nei quali le statine da sole non bastano, nemmeno se associate ad ezetimibe , oppure non siano tollerate, solo dopo la disponibilità dei dati di sicurezza cardiovascolare.

Un’analisi condotta dalla Prime Therapeutics, una società che si occupa della gestione delle prescrizioni dei farmaci e della loro contrattazione al prezzo migliore per conto delle società assicurative, stima che la popolazione americana con ipercolesterolemia famigliare in forma omozigote ed eterozigote sia di circa 200mila persone. Invece, coloro che non tollerano le statine o in cui le statine non bastano a ridurre il colesterolo LDL ai valori target, sia di circa 2,3 milioni.

La società di analisi di mercato GlobalData ha previsto che le vendite di questi, nel suo complesso, potrebbero arrivare ad acquisire una quota del 40% delle sindromi coronariche acute, con vendite nel 2023 pari a $ 17,5 miliardi.