L’Fda ha approvato un ampliamento delle indicazioni di imatimib per comprendere anche l’impiego in pazienti pediatrici cui sia stata neo diagnosticata la leucemia linfoblastica acuta (LLA) Ph+, quale parte di una terapia chemioterapica di combinazione.

"Siamo soddisfatti dell’ampliamento delle opzioni terapeutiche per i bambini affetti da tumore,” ha affermato Richard Pazdur, a capo dell’ Office of Hematology and Oncology Products del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda.

L’efficacia e la sicurezza del farmaco in questo setting sono state stabilite nel corso di uno studio che ha arruolato 92 bambini e giovani adulti a partire da un anno di età con  LLA ad alto rischio.
Nello studio, i pazienti sono stati suddivisi in cinque gruppi trattati con dosi diverse del farmaco e per durate diverse. In totale, il 70 per cento dei 50 bambini trattai con le dosi più elevate di farmaco e per la durata massima prevista dallo studio non hanno avuto recidive di  malattia entro i 4 anni successi al trattamento. Anche il tasso di decessi era inversamente proporzionale alla durata della malattia.
La malattia deriva dalla proliferazione maligna delle cellule linfoidi, che vengono bloccate in uno stadio precoce della differenziazione. La LLA rappresenta il 75 per cento di tutti i casi di leucemia infantile, in Europa ne vengono diagnosticati circa  5.000 casi infantili all’anno con un picco di incidenza tra i due e i 5 anni di vita. 

La leucemia linfoblastica acuta e la forma di tumore dell'età infantile maggiormente diffusa, che ogni anno in Italia colpisce tra i 350 e i 400 bambini al di sotto dei 14 anni di età . In termini di incidenza assoluta significa che se ne verificano 35-40 casi ogni milione di bambini.
L’esistenza oggi di diverse opzioni terapeutiche ha avuto l’effetto di aumentare considerevolmente il tasso di sopravvivenza dei bambini di età inferiore ai 15 anni.