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Fibrosi cistica, Fda approva nuova terapia modulatrice del CFTR

La Fda ha approvato un nuovo trattamento modulatore del regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR, Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator), da utilizzare in pazienti di almeno 12 anni di età e con 2 copie della mutazione F508del, la più comune nella fibrosi cistica.

La Fda ha approvato un nuovo trattamento modulatore del regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR, Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator), da utilizzare in pazienti di almeno 12 anni di età e con 2 copie della mutazione F508del, la più comune nella fibrosi cistica.

La combinazione tezacaftor/Ivacaftor della società biotecnologica Vertex Pharmaceuticals è il terzo farmaco approvato in grado di trattare la causa alla base della fibrosi cistica e può essere utilizzato anche in pazienti con una o più copie delle altre 26 mutazioni specificate della proteina chiave coinvolta nella fibrosi cistica, tra cui E56K, R117C, A455E, P67L ed E193K.

Verrà venduto con il nome Symdeko, ed è un prodotto a due compresse, che combina ivacaftor (Kalydeco) con un nuovo agente chiamato tezacaftor. Una compressa, da assumere al mattino, contiene entrambi i farmaci; la seconda contiene solo ivacaftor e deve essere assunta la sera.

In un comunicato stampa, la società ha annunciato che avrebbe iniziato a distribuire il farmaco alle farmacie negli Stati Uniti questa settimana.

I risultati di due studi hanno convinto la Fda
I risultati di due studi di Fase 2, EVOLVE e EXPAND, sponsorizzati dall'azienda, hanno dimostrato che il trattamento combinato di nuova approvazione è associato a miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi della funzionalità polmonare e di altri parametri della malattia, con un profilo di sicurezza favorevole nei pazienti con fibrosi cistica con due copie della mutazione F508del o una mutazione F508del e una mutazione con conseguente funzione CFTR residua.

I risultati dei due studi sono stati pubblicati lo scorso novembre sul New England Journal of Medicine.

La combinazione dei due farmaci ha migliorato la funzionalità polmonare di 4 punti percentuali nei pazienti con 2 copie della mutazione F508del rispetto al placebo.
I partecipanti agli studi hanno anche sperimentato una riduzione del 35% delle esacerbazioni. Nei partecipanti con una o più copie delle altre 26 mutazioni specificate, la funzionalità polmonare è migliorata di 6,8 punti percentuali.

I ricercatori hanno anche confrontato questo trattamento con la combinazione già in commercio lumacaftor/Ivacaftor (Orkambi) e hanno scoperto che i pazienti a cui era stata somministrata la nuova combo tezacaftor/Ivacaftor avevano meno probabilità di sperimentare senso di oppressione toracica e di sviluppare potenziali interazioni farmacologiche.

La Cystic Fibrosis Foundation ha offerto supporto clinico, scientifico e finanziario per lo sviluppo di tezacaftor/Ivacaftor.

Il CFTR nella fibrosi cistica
Il regolatore della conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR) è una proteina di membrana localizzata sulla membrana apicale delle cellule epiteliali che rivestono dotti e cavità di molti organi del nostro corpo. Svolge la funzione di canale per il passaggio di cloro (ma anche di altri elettroliti) dall’interno all’esterno di tali cellule, con conseguente secrezione di acqua.

La proteina è codificata dal gene CFTR. I difetti del gene codificante questa proteina comportano una disfunzione nel trasporto di fluidi nei tessuti epiteliali del polmone, del pancreas e di altri organi, causando i tipici sintomi della fibrosi cistica: ostruzione del tratto gastrointestinale e del tratto respiratorio con conseguenti infezioni batteriche delle vie aeree. Queste condizioni comportano la cronicità della malattia e una ridotta aspettativa di vita.

Nei pazienti affetti da fibrosi cistica il sottile strato di muco che normalmente ricopre la superficie interna dei polmoni è troppo rigido, spesso e oltre a costituire un ostacolo per il flusso d'aria, è anche un ottimo terreno per la proliferazione di batteri patogeni (Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa).