Boehringer Ingelheim ha reso noti che l’Fda ha concesso a nintedanib la designazione di Therapy per la cura della fibrosi polmonare idiopatica.

Lo status di Breakthrough Therapy è stato introdotto dall’Fda nel 2012. Oltre ad essere un riconoscimento prestigioso, serve per accelerare l’iter regolatorio di un farmaco sviluppati per patologie molto gravi e i cui dati preliminari sono particolarmente incoraggianti.

Due importanti studi clinici sul farmaco sono stati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine. Si tratta degli studi di fase II INPULSIS-1 and INPULSIS-2 presentati anche al congress annual dell’ American Thoracic Society.

I due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo e della durata di 52 settimane,  hanno valutato l’effetto di nintedanib, 150 mg due volte/die, per os, sul tasso annuo di declino della capacità vitale forzata (FVC) in pazienti con FPI. Gli studi hanno avuto identico disegno, dosaggio corrispondente, criteri di inclusione ed endpoint.

L’endpoint primario è stato il tasso annuo di declino della FVC (espresso in mL su 52 settimane). Gli endpoint secondari più importanti sono stati: variazione, rispetto al basale, della qualità di vita correlata alle condizioni di salute valutata con il questionario Saint-George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ) e tempo intercorso sino alla comparsa della prima riacutizzazione grave (espresso in giorni).

Gli altri endpoint secondari erano: la variazione della FVC rispetto al basale, la sopravvivenza complessiva, la mortalità per cause respiratorie e la sopravvivenza durante il trattamento.

Negli studi sono stati inseriti pazienti di età pari o superiore ai  40 anni, con FPI diagnosticata nei cinque anni precedenti, sulla base delle ultime linee guida per la diagnosi e la gestione della FPI dell’American Thoracic Society (ATS), European Respiratory Society (ERS), Japanese Respiratory Society (JRS) e Latin American Thoracic Association (ALAT).

L’eleggibilità agli studi è stata valutata a livello centralizzato sulla base dei referti della tomografia computerizzata ad alta risoluzione esaminati da un esperto radiologo e, ove disponibili, delle biopsie polmonari esaminate da un esperto patologo.

Nintedanib
Nintedanib è un inibitore di tirosin-chinasi (TKI) a piccola molecola, in sviluppo da parte di Boehringer Ingelheim come terapia per la  fibrosi polmonare idiopatica (FPI), che ha come bersaglio i recettori dei fattori di crescita che hanno dimostrato di essere potenzialmente coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare, soprattutto il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR).

Bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici, si ritiene che nintedanib abbia il potenziale di rallentare il declino della funzionalità respiratoria e la progressione della malattia.

Nintedanib è in sviluppo clinico  anche come opzione terapeutica in ambito oncologico, nel tumore polmonare non a piccole cellule, nel carcinoma ovarico, nel tumore del colon-retto e nel carcinoma epatocellulare.

Fibrosi Polmonare Idiopatica
La fibrosi polmonare idiopatica (FPI) è una patologia respiratoria progressiva cronica, gravemente invalidante con prognosi infausta per la quale esistono limitate opzioni terapeutiche. La FPI colpisce tra 14-43 persone ogni 100.000 soggetti nel mondo ed è caratterizzata da progressiva formazione di tessuto cicatriziale polmonare con conseguente perdita di funzionalità respiratoria nel tempo.  Lo sviluppo di tessuto cicatriziale è detto fibrosi.2 Con il passare del tempo, il tessuto cicatriziale si accumula e ispessisce e i polmoni perdono la capacità di assumere ossigeno e di trasmetterlo, in modo sufficiente, agli organi vitali.3 Pertanto, chi soffre di FPI presenta dispnea, tosse e spesso ha difficoltà a svolgere le normali attività fisiche quotidiane.