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HIV, l'Fda approva la tripletta di Gilead a base di bictegravir

E' uno dei farmaci più attesi del 2018, quello con le migliori previsioni di vendita tra i farmaci lanciati quest'anno. Si tratta di Biktarvy (bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide), un regime a tre farmaci per il trattamento dell'infezione da HIV-1 disponibile in compresse da assumere una volta al giorno. Sviluppato da Gilead Sciences il farmaco è appena stato approvato dalla Food and Drug Administration.

E' uno dei farmaci più attesi del 2018, quello con le migliori previsioni di vendita tra i farmaci che verranno lanciati quest'anno. Si tratta di Biktarvy (bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide), un regime a tre farmaci per il trattamento dell’infezione da HIV-1 disponibile in compresse da assumere una volta al giorno. Sviluppato da Gilead Sciences il farmaco è appena stato approvato dalla Food and Drug Administration.

Biktarvy combina tre farmaci: bictegravir, nuovo inibitore dell’integrasi che non necessita di booster e che è adatto alla somministrazione once a day, con il tenofovir alafelamide associato a emtricitabina, che costituiscono la backbone therapy per l’HIV.

Il regime è indicato per il trattamento degli adulti affetti da HIV-1 senza anamnesi di terapia antiretrovirale (ART) o in sostituzione di un regime antiretrovirale in atto negli adulti che hanno ottenuto una soppressione virologica (con HIV-1 RNA inferiore a 50 copie per ml) e che sono stati in regime ART stabile per almeno 3 mesi senza alcuna storia di fallimento del trattamento, e con "nessuna sostituzione nota associata alla resistenza ai singoli componenti del farmaco".

“Questo regime sperimentale a singola compressa riunisce la potenza di un inibitore dell’integrasi – bictegravir – con il consolidato profilo di efficacia e sicurezza del trattamento a base di TAF ed emtricitabina”, ha affermato qualche tempo fa Andrea Antinori, Direttore U.O.C. Immunodeficienze Virali, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, IRCCS, Roma. “Sulla base di quanto emerso dai risultati di questi studi di Fase III, la combinazione di bictegravir e emtricitabina/tenofovir alafenamide rappresenta, al momento, un progresso di assoluto rilievo nel trattamento con triplice terapia. La combinazione di bictegravir e emtricitabina/tenofovir alafenamide si è dimostrata non-inferiore rispetto a regimi standard of care sia nel trattamento del paziente naive che nelle persone che cambiano la terapia in presenza di una soppressione virale, e questo significa avere a disposizione una nuova opzione di trattamento, estremamente sicura ed efficace, per una larga parte dei pazienti affetti da HIV”.

Poiché il farmaco contiene TAF al posto del tenofovir disoproxil fumarato (TDF), è meno probabile che Biktarvy possa causare perdita di massa ossea o problemi renali. Tuttavia, la funzionalità renale dovrebbe essere testata prima di iniziare la terapia con Biktarvy e monitorata regolarmente. Nessuna regolazione del dosaggio di Biktarvy è necessaria per le persone con una clearance stimata di creatinina di 30 ml/min o superiore, il cut-off per moderata malattia renale cronica (fase 3).

Nel corso dei quattro studi, nessun partecipante ha sviluppato tubulopatia renale prossimale o sindrome di Fanconi e nessuno ha interrotto il trattamento a causa di effetti collaterali legati al rene.

Le persone in cui si sta valutando di iniziare la terapia con Biktarvy dovrebbero essere preventivamente testate per l'infezione da virus dell'epatite B (HBV), perché la componente TAF è attiva anche contro l'HBV, e interrompere il trattamento potrebbe causare riacutizzazioni di infiammazioni epatitiche.

Biktarvy è attualmente valutato in un trial condotto in sole solo donne e in uno studio in bambini e adolescenti.

"Negli studi clinici condotti nel corso di 48 settimane, nessun paziente che ha assunto il regime bictegravir più emtricitabina/TAF ha sviluppato una resistenza al trattamento, risultati che sono stati osservati sia nelle persone naive alla terapia che in quelle che erano state virologicamente soppresse e che hanno scelto di cambiare regime", ha dichiarato il Dr. Paul Sax del Brigham and Women’s Hospital di Boston. "Inoltre, i dati clinici mostrano che l' efficacia antivirale del regime, il profilo di tollerabilità e le limitate interazioni farmacologiche offrono una nuova ed efficace opzione terapeutica per una ampia fetta di persone affette da HIV".

Gli analisti prevedono un futuro di successo per il farmaco, con vendite che già nel 2018 dovrebbero arrivare al miliardo di dollari per raggiungere i $5-6 mld nel 2024.

Quasi in contemporanea all’approvazione dell’Fda è arrivata la richiesta di danni presentata da ViiV, l’altra azienda leader nel settore dell’Hiv, secondo la quale il bictegravir lederebbe alcuni brevetti pre esistenti depositati per dolutegravir (anti integrasi di ViiV). Oramai le guerre commerciali si combattono anche in tribunale. Gilead si è detta però fiduciosa della qualità dei propria proprietà intellettuale.

I 4 studi clinici registrativi
I quattro studi clinici di fase III che valutano la combinazione a dose fissa bictegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide (BIC / F / TAF) hanno raggiunto l’end point primario per il trattamento dell'HIV-1 (la non inferiorità verso dolutegravir). Tre di questi studi, tutti ancora in corso perché dureranno 196 settimane, sono stati progettati per esplorare l'efficacia e la sicurezza di BIC / F / TAF rispetto ai regimi contenenti dolutegravir (50mg; DTG) tra i pazienti naive al trattamento (Studi 1489 e 1490) e tra i pazienti virologicamente soppressi che stanno “switchando” da un esistente regime antiretrovirale (studio 1844). Un quarto studio ancora in corso in pazienti virologicamente soppressi confronta il passaggio a BIC / F / TAF rispetto a rimanere su un regime soppressivo di due inibitori della trascrittasi inversa nucleosidica / nucleotidica e un inibitore della proteasi “boosted” (studio 1878).

BIC / FTC / TAF ha raggiunto la non inferiorità a dolutegravir in tutti e quattro gli studi, con un paragonabile numero di pazienti con RNA HIV-1.

In tutti gli studi BIC / FTC / TAF è stato ben tollerato e nessun paziente ha interrotto il farmaco in studio a causa di eventi renali. Nessun paziente randomizzato alle braccia bictegravir o dolutegravir ha sviluppato una resistenza emergente.

Bictegravir, nuovo inibitore dell’integrasi
I farmaci attivi contro l'HIV di tipo 1 ( HIV-1 ) che colpiscono l’integrasi virale, inibendo il passaggio strand-transfer di integrazione, sono ormai entrati nell'abituale uso clinico. Si tratta di farmaci antiretrovirali efficaci e molto ben tollerati. Attualmente queste molecole sono incluse nei principali regimi terapeutici raccomandati in Europa e negli Stati Uniti.

Il primo farmaco di questa classe è stato raltegravir, che viene somministrato due volte al giorno anche se ha di recente ricevuto l'approvazione Fda ed Ema per la somministrazione once a day. Un altro farmaco molto utilizzato è dolutegravir, che si utilizza nei pazienti con preesistente resistenza o in terapia con farmaci potenzialmente interagenti. Un altro farmaco di questa classe è elvitegravir (sempre di Gilead), che deve essere potenziato con cobicistat o ritonavir.

I ricercatori di Gilead hanno sintetizzato e testato diversi nuovi inibitori dell’integrasi per identificare agenti con elevata potenza. Hanno così identificato bictegravir, una molecola con un’ampia struttura molecolare conosciuta come “A-ring” e con una nuova configurazione del “D-ring”, che fornisce al farmaco una miglior capacità di legame con l’enzima integrasi di Hiv e una buona stabilità metabolica. Il farmaco, infatti, non necessita dell'associazione con un potenziatore (booster) per prolungarne l'azione.