La Federal Trade Commission (FTC) americana ha rilasciato un rapporto sui biosimilari, in Usa noti come follow-on biologics (FOB), nel quale vengono riassunte una serie di previsioni e raccomandazioni circa l'evoluzione dell'utilizzo di questi farmaci per adesso non ancora regolamentati.
La FTC sottolinea l'importanza dei farmaci biotech nella cura di svariate patologie ma ne mette in luce anche i costi e l'incidenza crescente sulla spesa farmaceutica americana. Ad esempio, nel 2007 in Usa si sono spesi $286,5 miliardi di dollari per farmaci da prescrizione, di cui 40,3 miliardi per farmaci biotecnologici.
La FTC ritiene che un periodo di esclusività di 12-14 anni, così come richiesto dalle aziende biotech, non sia nè giustificato dal punto generale, in quanto senza contropartita, e non abbia grande ragione di essere nemmeno dal punto di vista competitivo.
La FTC ritiene che i costi di sviluppo di un FOB saranno dell'ordine di 100-200 milioni di dollari, necessari per la messa a punto dei metodi di produzione e dei trial clinici atti a dimostrare la similarità dei composti con il farmaco originatore.
Questi costi, molto più elevati di quelli necessari per sviluppare un generico (1-5 milioni di dollari) avranno due conseguenze: solo poche grandi aziende di generici potranno sostenerli, riducendo il numero di potenziali competitor, e la quota di mercato che i biosimilari potranno conquistare sarà dell'ordine del 10-30%. Una competizione più simile a quella tra farmaci branded che non il classico modello di entrata dei generici che in poco tempo possono erodere fino al 60-80% del farmaco originatore.
La quota di mercato dei biosimilari sarà quindi più contenuta per la difficoltà di sostituzione di queste molecole con quelle branded a causa di preoccupazioni circa la loro efficacia e sicurezza e perché il loro rimborso non sarà automatico.
Insomma, secondo la FTC l'ingresso dei biosimilari nel mercato Usa non dovrebbe causare il terremoto che hanno prodotto i generici ma avrà un effetto positivo sulla competizione e potrà far scattare riduzioni di prezzi dell'ordine del 10-30% a tutto vantaggio dei bilanci statali e dell'accesso a questi farmaci da parte dei pazienti.
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Fda