L’agenzia del farmaco Uda (Fda) ha ampliato le indicazioni di eltrombopag in modo da includere anche trattamento dei pazienti con anemia aplastica grave che hanno non hanno risposto in modo adeguato alla terapia immunosoppressiva. Nel febbraio scorso, l’agenzia aveva concesso al farmaco lo status di ‘ Breakthrough therapy’ per quest’indicazione e in aprile gli aveva accordato anche la ‘priority review’

Eltrombopag, un agonista orale del recettore della trombopoietina, era già approvato negli Usa per il trattamento della trombocitopenia nei pazienti con epatite C cronica, così come in quelli con trombocitopenia immune cronica che non avevano mostrato una risposta sufficiente alle immunoglobuline, ai corticosteroidi o alla splenectomia.

Nei pazienti con anemia aplastica grave, il midollo osseo non produce un numero sufficiente di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Eltrombopag aumenta la produzione di cellule del sangue inducendo la proliferazione e la differenziazione delle cellule staminali del midollo osseo.

Il via libera alla nuova indicazione si basa sui risultati di uno studio di fase II condotto dal National Heart  Lung and Blood Institute degli NIH. Il trial, a braccio singolo e in aperto, ha coinvolto 43 pazienti con anemia aplastica grave che avevano risposto in modo insufficiente alla terapia immunosoppressiva.

Eltrombopag è stato somministrato a un dosaggio iniziale di 50 mg once daily per 2 settimane e aumentato nel giro di 2 settimane fino ad arrivare a una dose massima di 150 mg once daily. L'endpoint primario era la risposta ematologica, valutata per la prima volta dopo 12 settimane. Se non si otteneva alcuna risposta ematologica dopo 16 settimane, il trattamento veniva sospeso.

Il 40% dei pazienti ha mostrato una risposta ematologica in almeno una linea acellulare - globuli rossi, globuli bianchi o piastrine - dopo 12 settimane. Durante la fase di estensione dello studio, otto pazienti hanno mostrato una risposta su più linee e in quattro di essi si è diminuito gradualmente il dosaggio, osservando comunque un mantenimento della risposta per tutto il follow-up mediano di 8,1 mesi (range 7,2-10,6).

Al momento di iniziare lo studio, il 90% dei partecipanti era dipendente dalle trasfusioni di piastrine. Tra i responder, il periodo mediano in cui i pazienti non hanno avuto necessita di sottoporsi a trasfusioni di piastrine è stato di 200 giorni (range, 8-1,096). Inoltre, l’80% dei partecipanti al basale era dipendente dalle trasfusioni di globuli rossi e tra i responder a eltrombopag, il periodo il periodo mediano in cui non c’è stata necessità di sottoporsi a trasfusioni di globuli rossi è stato di 208 giorni (range, 15-1,082).

I partecipanti sono stati anche sottoposti all’ago aspirato del midollo osseo per valutare la presenza di eventuali anomalie citogenetiche ed è risultato che otto di essi avevano una nuova anomalia citogenetica, di cui cinque mostravano alterazioni complesse del cromosoma 7. Nel comunicato stampa in cui si annuncia l’estensione delle indicazioni di eltrombopag, GlaxoSmithKline avverte che qualora si riscontrino nuove anomalie citogenetiche, bisognerebbe prendere in considerazione la sospensione del farmaco.

Gli eventi avversi più comuni verificatisi nei pazienti trattati con eltrombopag sono stati nausea (33%), affaticamento (28%), tosse (23%), diarrea (21%) e cefalea (21%).

"La nuova approvazione di eltrombopag da parte dell’Fda risponde a una necessità terapeutica significativa per questa malattia ematologica molto rara ma grave nei pazienti che non hanno risposto alle opzioni di trattamento attualmente disponibili" afferma Paolo Paoletti, presidente di GlaxoSmithKline Oncology, nella nota dell’azienda.

"Attraverso la collaborazione con i National Institutes of Health, i cui studi dimostrano le potenzialità di eltrombopag di ottenere una risposta ematologica in almeno una linea - globuli rossi, piastrine o globuli bianchi -, i pazienti hanno ora un’opzione di trattamento che prima non c’era" aggiunge Paoletti.