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Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP), la Fda approva la prima immunoglobulina sottocutanea

Il 16 marzo la Fda ha approvato Hizentra (immunoglobulina umana normale) iniettabile per via sottocutanea, indicata per il trattamento della polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP), una rara condizione autoimmune caratterizzata da progressiva debolezza muscolare nelle gambe e nelle braccia, nonché intorpidimento e debolezza periferica.

Il 16 marzo la Fda ha approvato Hizentra (immunoglobulina umana normale) iniettabile per via sottocutanea, indicata per il trattamento della polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP), una rara condizione autoimmune caratterizzata da progressiva debolezza muscolare nelle gambe e nelle braccia, nonché intorpidimento e debolezza periferica.

Strettamente correlata alla sindrome di Guillain-Barré (GBS), la CIDP è una malattia cronica e progressiva, di solito trattata tramite corticosteroidi, plasmaferesi o immunoglobuline per via endovenosa (IVIg).

Si tratta di una patologia rara, che colpisce solo 1-8 persone su 100.000, secondo il gruppo di difesa dei pazienti GBS/CIDP Foundation International, e spesso viene erroneamente diagnosticata. Nella CIDP, la guaina mielinica a protezione delle fibre nervose è danneggiata, il che può provocare intorpidimento o formicolio, debolezza muscolare, affaticamento, sintomi simili a quelli sperimentati da pazienti con miastenia grave, sclerosi multipla, GBS e malattia del midollo spinale.

Gli effetti della CIDP possono peggiorare nel tempo, portando a significative limitazioni nelle attività e a una diminuzione della qualità della vita. Circa il 30 percento dei pazienti progredisce fino alla dipendenza dalla sedia a rotelle, se non viene trattato.

I trattamenti basati sulle IVIg migliorano la disabilità neuromuscolare e le difficoltà di movimento e possono anche essere usati come terapia di mantenimento per prevenire le ricadute, anche non è completamente noto quale sia il preciso meccanismo d'azione nella CIDP.

L’unico farmaco a somministrazione sottocutanea
Hizentra, di CLS Behring, è già approvato in Europa con il nome Privigen, e negli Stati Uniti per trattare l’immunodeficienza primaria e la porpora trombocitopenica immune. L'approvazione per il trattamento della CIDP è stata concessa attraverso una sBLA (Supplemental Biologics License Application) e sulla base dei risultati dello studio PATH.

Diversi farmaci sono attualmente coinvolti in 45 studi clinici in corso in varie fasi per il trattamento della CIDP, ma l'opzione iniettabile sottocutanea rappresentata da Hizentra si è dimostrata in gran parte efficace e ben tollerata. CSL punta sul vantaggio della somministrazione sottocute, dato che tutte le altre opzioni in questa classe necessitano di infusione endovenosa.

«Questa nuova approvazione della Fda per Hizentra segna una pietra miliare fondamentale per i pazienti alle prese con gli effetti neurologici invalidanti della CIDP», ha affermato Andrew Cuthbertson, direttore della ricerca e sviluppo di CSL. «Come la prima e unica terapia con immunoglobuline sottocutanee approvata per il trattamento con CIDP, e studiata nel più ampio studio clinico controllato per questa malattia, Hizentra offre ai pazienti un'opzione di trattamento più conveniente con comprovata efficacia e flessibilità e libertà di auto somministrazione a casa. CSL Behring è profondamente impegnata a fornire terapie innovative a pazienti con malattie rare e gravi come la CIDP, e oggi siamo orgogliosi di offrire un portafoglio di terapie immunoglobuliniche per questa patologia».

Lo studio PATH
Ha valutato il trattamento con immunoglobulina sottocutanea rispetto al placebo in 172 pazienti con CIDP, ed è considerato il più grande studio sulla patologia fino a oggi, e il primo a studiare due somministrazioni di immunoglobuline e due dosaggi.

Lo studio ha dimostrato che la percentuale di pazienti con recidiva della malattia o che si sono ritirati dallo studio per qualsiasi altro motivo durante il trattamento era significativamente inferiore con Hizentra (38,6% con dosaggio 0,2 g/kg settimanale, 32,8% con dosaggio 0,4 g/kg settimanale) rispetto al placebo (63,2%) (p= 0,007 e p<0,001 rispettivamente).

Inoltre, i pazienti con Hizentra hanno riportato un numero inferiore di reazioni avverse sistemiche (AR) per infusione rispetto al trattamento con IVIg (rispettivamente 2,7% contro 9,8%). In effetti, il 93 percento delle 4.225 infusioni di Hizentra erano prive di AR.

Entrambe le dosi sottocutanee di Hizentra sono risultate efficaci e ben tollerate, anche se il cinquantacinque percento dei pazienti di entrambi i gruppi di infusione sottocutanea ha manifestato una reazione avversa al trattamento e cinque pazienti hanno avuto gravi eventi avversi.

Sei pazienti hanno ritirato il consenso a causa di problemi con le infusioni sottocutanee (tre nel gruppo ad alto dosaggio, per reazioni locali lievi, uno nel gruppo a basso dosaggio e uno nel gruppo placebo), dato che non si sentivano a proprio agio con la tecnica sottocutanea, mentre uno nel gruppo ad alto dosaggio non voleva più partecipare a causa di necessità personali.

Un vantaggio competitivo sulla concorrenza
Altri trattamenti in questa classe includono prodotti IVIg più vecchi, come Gamunex-C, approvato nel 2003. Ma poiché Hizentra è la prima e unica immunoglobulina sottocutanea approvata per la CIDP, può offrire un importante beneficio riguardo alla somministrazione, che potrebbe fornire un vantaggio competitivo.

Anche se, nello studio PATH, più della metà dei partecipanti (53%) che hanno ricevuto l'immunoglobulina sottocutanea, hanno preferito la loro attuale opzione di trattamento rispetto a quella che si sono iniettati da soli.

«Nonostante le opzioni di trattamento disponibili, molti pazienti CIDP continuano a lottare con le malattie quotidiane e le sfide dello stile di vita, rendendo la ricerca e l'innovazione costanti», ha dichiarato Lisa Butler, direttore esecutivo del GBS/CIDP Foundation International. «L'approvazione di Hizentra offre ai pazienti, una volta con il problema di recarsi al centro infusionale o all'ospedale, la flessibilità di autogestire il loro trattamento quando, dove e come è per loro più comodo».