Novartis ha reso noto che  alla sua terapia cellulare personalizzata CTL019 è stato concesso dall’Fda  lo status di terapia fortemente innovativa ( breakthrough therapy ) per il trattamento di bambini e adulti con leucemia linfoblastica acuta recidiva / refrattaria (LLA).

Il trattamento, sviluppato in collaborazione con un team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania, consiste in un vaccino costituito da linfociti T modificati geneticamente in modo da esprimere un recettore chimerico (CAR) capace di riconoscere l’antigene tumorale CD19, e quindi in grado di attaccare i linfociti B che esprimono sulla superficie tale antigene e che risultano aumentati in alcuni tipi di leucemie, tra cui anche la LLA e la leucemia linfatica cronica (LLC).

In generale, la terapia cellulare con linfociti T ingegnerizzati con un CAR anti-CD19 prevede, innanzitutto, la raccolta mediante leucoaferesi dei linfociti T autologhi e la loro trasduzione attraverso un lentivirus con un CAR capace di riconoscere l’antigene CD19 espresso sulle cellule tumorali. I linfociti T così modificati vengono quindi espansi e attivati in vitro e poi reinfusi nel paziente, dove proliferano e si legano alle cellule bersaglio, uccidendole.

Questa terapia si trova attualmente in fase di test I / II. Tra i dati più interessanti diffusi lo scorso dicembre , vi è la scoperta che 19 pazienti pediatrici su 22 affetti da LLA (l’86%) trattati con l’immunoterapia sperimentale hanno ottenuto una remissione completa della malattia e il primo sottoposto a questo protocollo è ancora in remissione 20 mesi dopo. Cinque pazienti hanno recidivato, tra cui anche uno i cui test hanno rivelato la presenza di nuove cellule tumorali non esprimenti la proteina CD19, bersaglio dei linfociti T riprogrammati contenuti nel vaccino.

Due dei casi erano già stati descritti in un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine a fine marzo.

Nello stesso studio sono stati valutati anche i cinque adulti con LLA trattati finora e tutti hanno ottenuto una remissione completa, la più lunga delle quali continua 6 mesi dopo il trattamento. Uno di questi pazienti dopo il trattamento con CTL019 è stato poi sottoposto a un trapianto di midollo osseo ed è tuttora in remissione, mentre un altro paziente ha recidivato dopo 3 mesi ed è risultato negativo ai test che rilevano l’espressione della proteina CD19.

In altri due studi su soggetti adulti affetti da LLC, 15 pazienti su 32 (il 47%) hanno risposto alla terapia e sette di essi hanno ottenuto una remissione completa. Questi risultati derivano da uno studio pilota già completato su 14 pazienti affetti da LLC e da uno studio pilota di fase II, finalizzato alla ricerca della dose ottimale, che ha coinvolto finora 18 pazienti.

Inoltre, i ricercatori hanno osservato l’espansione in vivo dei linfociti T modificati geneticamente contenuti nel vaccino in tutti i pazienti che hanno ottenuto una risposta completa. Tale espansione è stata seguita da una contrazione e poi, in tutti i pazienti tranne uno, da una persistenza stabile e prolungata delle cellule T riprogrammate. Novartis ha siglato un accordo in esclusiva con la University of Pennsylvania per sviluppare vaccini a base di linfociti T ingegnerizzati in modo da esprimere CAR e detiene i diritti per tutto il mondo per sviluppare tutte le indicazioni oncologiche.

"I nostri primi risultati mostrano promessa tremenda per un gruppo disperato di pazienti, molti dei quali sono stati in grado di tornare alla loro vita normale a scuola e lavoro dopo aver ricevuto questa nuova immunoterapia personalizzata", ha commentato Carl June, leader dello studio e ricercatore della University of Pennsylvania.