Il consumo di alcol non aumenta il rischio di esofago di Barrett. E’ quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Gastroenterology e che cerca di chiarire i risultati contraddittori riportati in studi precedenti che hanno esaminato questa possibile associazione.

Gli sforzi per ridurre la morbilità e la mortalità per adenocarcinoma esofageo si sono concentrati sullo screening e sorveglianza per l'esofago di Barrett, una condizione metaplastica e l’unico precursore conosciuto per l’adenocarcinoma esofageo.

Una recente revisione sistematica della letteratura del dr. Peter Gatenby dell’University College di Londra e il dr. Yuen Soon del Royal Surrey County Hospital di Guildford, pubblicata anche su Pharmastar (https://www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=15822), ha  evidenziato diverse associazioni positive di possibili fattori di rischio con l’insorgenza di questa condizione, ad esempio, il numero di pacchetti di sigarette fumati, obesità, ernia iatale. Questo lavoro non ha pero’ analizzato il collegamento al consumo di alcolici.

Anche i dati del consorzio BEACON (consorzio internazionale sul Barrett e sull’adenocarcinoma esofageo) hanno evidenziato la netta associazione di questa condizione con l’obesità e il fumo di sigaretta mentre i risultati di vari studi riguardo al legame con l’alcol hanno dato risultati contrastanti senza giungere a una conclusione.

I ricercatori del Cancer Research Center di Washington hanno valutato il rischio di esofago di Barrett associato al consumo totale e specifico per bevande alcoliche da parte di partecipanti provenienti da cinque studi caso-controllo e facenti parte di un  programma del consorzio BEACON.
La popolazione reclutata nello studio ha incluso 1.282 controlli di popolazione, 1.418 controlli con malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) e 1.169 pazienti con esofago di Barrett (casi).

E’ stata stimata la odds ratio specifica dello studio (OR) e gli intervalli di confidenza al 95% (95% CI) utilizzando modelli di regressione logistica multivariata aggiustati per età, sesso, indice di massa corporea (BMI), istruzione, abitudine al fumo, e sintomi di GERD.

Sono stati confrontati i pazienti con esofago di Barrett (casi) con due gruppi di controllo separati: malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) controlli (ad esempio, i partecipanti che hanno avuto sintomi di GERD o evidenza endoscopica di infiammazione esofagea acuta coerente con GERD) e controlli basati sulla popolazione.
I risultati hanno mostrato che anche se i partecipanti che consumavano da 3 a 5 drink al giorno avevano un rischio significativamente più basso di esofago di Barrett (3-5 drink al giorno vs. non bevitori, OR=0.57, 95% CI=0.38–0.86), non c’erano associazioni statisticamente significative con consumi di alcol più elevati (5-7 drink al giorno, OR=0.58, 95% CI=0.30–1.12; ≥7 drink al giorno, OR=0.89, 95% CI=0.51–1.55), e non è stata trovata alcuna evidenza di relazione dose-risposta (p trend=0.72).

Quando è stato analizzato il consumo specifico per bevande, è stata osservata una associazione inversa statisticamente significativa con qualsiasi consumo di vino (qualsiasi bevitore vs. non bevitori, sintesi OR=0,71, 95% CI=0,52-0,98, I 2=0%), rettificato per consumo totale di alcol . Tuttavia, il test per valutare l’effetto dell’aumentato consumo di vino non è risultato statisticamente significativo (p trend=0,21).

Associazioni simili sono state osservate in tutti gli strati della BMI, sintomi di GERD, e il fumo di sigaretta.
Non sono state trovate associazioni consistenti tra birra, liquori e il rischio di esofago di Barrett.

In conclusione, al contrario di quanto dimostrato per il carcinoma a cellule squamose dell’esofago dove l’alcol è un importante fattore di rischio, questa analisi su un ampio campione rappresentativo ha mostrato che non vi è alcuna prova che il consumo di alcool possa aumentare il rischio di Esofago di Batter, neanche nell’analisi dose risposta. Nelle analisi specifiche per tipologia di alcol, il vino sembra avere un blando effetto protettivo di riduzione del rischio. Inoltre, altri fattori quali la BMI, la GERD e il fumo di sigaretta non hanno influenza sull’associazione tra alcol e Barrett.

Emilia Vaccaro
Aaron P. et al. Alcohol and the Risk of Barrett's Esophagus. Am J Gastroenterol. 2014;109(10):1586-1594.
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