I pazienti affetti da epatite C e diabete mostrano un deciso miglioramento degli outcome cardiovascolari e renali se trattati con interferone pegilato e ribavirina. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato online sulla rivista Hepatology.

L’associazione tra diabete, insulino-resistenza ed infezione da virus HCV è nota da tempo: ”Da un lato – scrivono gli autori – i pazienti con infezione da HCV, se messi a confronto con la popolazione generale o con pazienti affetti da altri tipi di epatite virale, sono maggiormente suscettibili di andare incontro a sviluppo della condizione di insulino-resistenza e diabete. Dall’altro – continuano gli autori – la condizione di insulino-resistenza, in presenza o in assenza di manifestazione conclamata di diabete, impatta negativamente sugli outcome clinici dei pazienti con infezione da HCV, in termini di cattiva risposta alla terapia antivirale, progressione accelerata della fibrosi epatica ed aumento del rischio di carcinoma epatocellulare”.

Non sono ancora noti i meccanismi attraverso i quali l’infezione da HCV è in grado di portare alla condizione di insulino resistenza e di diabete, ma, suggeriscono gli autori, “…sembra siano coinvolti lo stress ossidativo intracellulare, l’alterazione delle citochine, l’inibizione dei meccanismo di trasduzione del segnale dell’insulina, come pura una ridotta espressione delle proteine trasportatrici del glucosio”.

Per quanto il trattamento dell’HCV si sia dimostrato efficace anche nel ridurre la condizione di insulino-resistenza e, di conseguenza, la possibilità di sviluppare diabete, non era chiaro ancora come il trattamento dell’infezione da HCV in pazienti con diabete pregresso potesse influenzare gli outcome in questo set di pazienti.
Per dirimere la questione, i ricercatori hanno studiato 1.411 pazienti affetti da diabete ed epatite C in trattamento con interferone peghilato e ribavirina. Una volta reclutati, i partecipanti allo studio sono stati incrociati secondo un rapporto di 1:1 con pazienti controllo, affetti da epatite C ma non sottoposti al trattamento sopra menzionato e secondo un rapporto 1:4 con pazienti diabetici non affetti da epatite C.

Gli outcome primari dello studio includevano la malattia renale allo stadio finale, la sindrome coronarica acuta e l’ictus ischemico. Le associazioni sopra menzionate sono state sottoposte a correzione per fattori confondenti, quali l’ipertensione, la dislipidemia, la BPCO e l’arteriopatia periferica.

Il follow-up è durato, in media, 3,8, 3,7 e 3,8 anni, rispettivamente, nei pazienti trattati, non trattati e in quelli non affetti da epatite C, con un follow-up massimo documentato di 8 anni.
I risultati hanno mostrato che i pazienti con epatite C e diabete presentavano un’incidenza cumulativa ad 8 anni di malattia renale allo stadio finale significativamente più bassa rispetto ai pazienti non trattati o non affetti da epatite C (1,1% trattati vs 9,3% non trattati e vs 3,3% pazienti non affetti da epatite C; p<0,001). Stesso trend è stato osservato considerando l’incidenza di ictus (3,1% vs 5,3% e vs 6,1%; p=0,01) e quella della sindrome coronarica acuta (4,1% vs. 6,6% e vs. 7,4%; p=0,05). Dopo correzione per fattori confondenti, il trattamento antivirale è rimasto significativamente associato con un miglioramento degli outcome relativamente all’ictus ischemico e alla malattia renale allo stadio finale.

Inoltre, lo studio ha dimostrato che la mortalità cumulativa ad 8 anni era più elevata nei pazienti non trattati (23,6%) rispetto a quelli trattati (13%) e a quelli non affetti da epatite C (11,4%).
In conclusione, secondo gli autori dello studio, l’effetto sul diabete della terapia contro l’epatite C potrebbe essere associato con il miglioramento della condizione di insulino-resistenza e il ripristino dell’omeostasi glucidica, come ampiamente dimostrato in studi precedenti. Inoltre, la terapia antivirale sarebbe in grado di migliorare l’outcome renale e cardiovascolare attraverso altri meccanismi da approfondire in studi ulteriori.

Nel commentare i risultati, tuttavia, gli autori invitano a considerare con cautela i dati ottenuti, essendo il loro studio non esente da limiti metodologici (mancata genotipizzazione del virus HCV, mancanza di informazioni sulla carica virale, la compliance al trattamento) che ne impediscono la generalizzazione a pazienti affetti da comorbidità significative.

Wu CY, et al "Antiviral treatment for hepatitis C virus infection is associated with improved renal and cardiovascular outcomes in diabetic patients" Hepatology 2013; DOI: 10.1002/hep.26892.
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