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Tumore al seno metastatico, disponibile in Italia ribociclib come trattamento di prima linea in aggiunta alla terapia ormonale

Per le pazienti italiane con tumore al seno metastatico HR+/HER2-, è disponibile e rimborsabile ribociclib, un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 (CDK 4/6) da utilizzarsi come trattamento di prima linea in aggiunta alla terapia ormonale. Questa nuova classe di farmaci ha dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza libera da progressione. Il farmaco è commercializzato da Novartis con il nome Kisqali.

Per le pazienti italiane con tumore al seno metastatico HR+/HER2-, è disponibile e rimborsabile ribociclib, un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 (CDK 4/6) da utilizzarsi come trattamento di prima linea in aggiunta alla terapia ormonale. Questa nuova classe di farmaci ha dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale e di prolungare la sopravvivenza libera da progressione. Il farmaco è prodotto da Novartis con il nome Kisqali.

In Italia sono 30.000 le donne con tumore al seno metastatico. Il tumore al seno si conferma la patologia oncologica più letale per le donne, con il 17% dei decessi femminili dovuti al cancro.

Ribociclib ha permesso una sopravvivenza libera da progressione superiore a 25 mesi, con una riduzione del tumore già dopo 8 settimane dall’inizio del trattamento, e una migliore qualità di vita, grazie a una riduzione del dolore precoce e mantenuta nel tempo, con eventi avversi prevedibili, facilmente gestibili e reversibili.

In combinazione con un inibitore dell’aromatasi, ribociclib è indicato come terapia iniziale a base endocrina per il trattamento delle donne in post-menopausa con carcinoma mammario in stadio localmente avanzato o metastatico positivo per il recettore ormonale (HR) e negativo per il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2).

Più tempo per le pazienti, sia come quantità che come qualità
Grazie ai progressi della ricerca scientifica, anche se non si può parlare di guarigione, il tumore al seno metastatico è una realtà sempre più “gestibile”. Le nuove opzioni terapeutiche consentono al medico un controllo sempre maggiore della fase definita “sopravvivenza libera da progressione”. Questo significa più tempo per le pazienti ma anche una migliore qualità di vita, perché si tratta di terapie con un livello di tossicità più contenuto ed effetti collaterali meno impattanti.

«Si parla – ha spiegato Lucia Del Mastro, dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova – di opzioni terapeutiche in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti anti-ormonali standard. Questo vuol dire avere a disposizione per queste donne un trattamento che è in grado di mantenere sotto controllo la malattia per un periodo di tempo molto più lungo rispetto a quello che era possibile ottenere con le opzioni precedenti. Allo stesso modo anche per i medici l’introduzione degli inibitori selettivi delle chinasi ciclina-dipendenti come ribociclib rappresenta la possibilità di effettuare un trattamento caratterizzato da un’efficacia superiore che allo stesso tempo prevede una bassa tossicità, consentendo a queste donne di poter vivere una vita pressoché normale pur continuando ad effettuare un trattamento per la loro malattia metastatica».

Una nuova classe di farmaci
Ribociclib è un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti, una nuova classe di farmaci che contribuiscono a rallentare la progressione del tumore inibendo due enzimi chiamati chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK 4/6). Questi enzimi, quando iperattivati, possono consentire alle cellule tumorali di crescere e dividersi molto rapidamente. Bloccare le CDK 4/6 con maggiore precisione può avere un ruolo nel garantire che le cellule tumorali non continuino a replicarsi in modo incontrollato.

«Il vantaggio di questa classe di farmaci – ha spiegato Michelino De Laurentiis dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” – è che, utilizzati appunto in prima battuta quando si sviluppano metastasi da tumore mammario ormono-sensibile, sono in grado di raddoppiare l’efficacia della terapia ormonale di base, consentendo nella maggior parte delle pazienti un ottimo controllo della malattia senza ricorrere alla chemioterapia. L’associazione tra ribociclib e ormonoterapia è infatti più efficace di qualunque chemioterapia disponibile, oltre che meglio tollerata dalle pazienti. In termini di tempo, con questa linea terapeutica a base di ormonoterapia e ribociclib è possibile avere una mediana di tempo libero dalla progressione, quindi una mediana di controllo della malattia, di circa 25 mesi. Ovviamente ogni paziente manifesta una risposta differente alle terapie, ma abbiamo già esperienza di pazienti che sono sotto controllo di malattia per anni».

Da sottolineare che l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista nel programma di ricerca clinica per lo sviluppo di ribociclib con circa 1.000 pazienti inclusi negli studi.

Il tumore al seno
I dati relativi al nostro paese indicano che 1 donna su 8 in Italia si ammala di tumore al seno nel corso della sua vita. Tra le patologie oncologiche è la più diffusa tra il genere femminile, con circa 50.000 nuovi casi ogni anno in Italia, e con un trend di incidenza in leggera ascesa (+0,3%). Di questi casi il 30% è destinato a progredire e a evolversi in tumore avanzato. Complessivamente, la sopravvivenza risulta in Italia essere pari all’87% a 5 anni dalla diagnosi e all’80% a 10 anni. Inoltre la mortalità è in diminuzione continua (-0,8% per anno). Questo grazie ai significativi progressi compiuti nella diagnosi e nella cura.
Nonostante questo, il tumore al seno si configura ancora come la patologia oncologia responsabile del maggior numero di morti femminili, con oltre 12.000 decessi all’anno.