Delusione in casa AstraZeneca. Oggi l’azienda britannica ha reso noto che l’anticancro sperimentale solumetinib non ha raggiunto l’end point di efficacia (PFS) in uno studio di fase III denominato SUMIT. Nel trial il farmaco veniva usato insieme alla dacarbazina.

La delusione si spiega anche co fatto che in un precedente studio di fase II aveva fatto ben sperare.

L’azienda britannica fa sapere che i dati dello studio non cambiano lo sviluppo del far maco che è in fase avanzata in numerosi altri tipi di tumore, a partire da quello del polmone.
Attivo per via orale, selumetinib è un inibitore selettivo competitivo non-ATP- delle proteine MEK1 e MEK2. Un'analisi su sottogruppi di pazienti in uno studio precedente su 20 pazienti con melanoma uveale ha suggerito risultati favorevoli con il trattamento con selumetinib.

Il melanoma uveale si sviluppa a partire dai melanociti contenuti all'interno della coroide, nell'occhio, ed è biologicamente distinto dal melanoma cutaneo. Questo tipo di melanoma è caratterizzato in più dell’80% dei casi da mutazioni oncogeniche dei geni GNAQ e GNA11, che portano a un’attivazione del pathway della proteina chinasi attivata da mitogeno (MAPK).