Pneumologia

Infezioni acute tratto respiratorio superiore, pubblicate raccomandazioni USA su impiego appropriato antibiotici

Pubblicate sulla rivista Annals of Internal Medicine alcune raccomandazioni, implementate congiuntamente dall'ACP (the American College of Physicians) e da CDC (Centers for Disease Control and Prevention), relative alla prescrizione (negli USA) degli antibiotici nelle infezioni acute delle vie respiratorie dell'adulto (ARTI). Tali raccomandazioni si propongono di migliorare l'appropriatezza prescrittiva di questa categoria di farmaci, la cui efficacia è sempre più minacciata dal crescente sviluppo di resistanze batterica al trattamento.

Sono state pubblicate recentemente online sulla rivista Annals of Internal Medicine alcune raccomandazioni, implementate congiuntamente dall'ACP (the American College of Physicians) e da CDC (Centers for Disease Control and Prevention), relative alla prescrizione (negli USA) degli antibiotici nelle infezioni acute delle vie respiratorie dell'adulto (ARTI). Tali raccomandazioni si propongono di migliorare l'appropriatezza prescrittiva di questa categoria di farmaci, la cui efficacia è sempre più minacciata dal crescente sviluppo di resistanze batterica al trattamento.

“L'impiego non appropriato degli antbiotici nelle ARTI rappresenta un fattore importante che contribuisce allo sviluppo di infezioni resistenti agli antibiotici – ha ricordato il dr. Riley, presidente dell'ACP.”

“La riduzione degli eccessi di impiego degli antibiotici nelle ARTI dell'adulto si configura, pertanto – continua il dr. Riley - come un obiettivo prioritario da perseguire nella pratica clinica corrente. Ciò allo scopo di migliorare la qualità delle cure, abbassare i costi sanitari e rallentare e/o prevenire la crescita costante del fenomeno dell'antibiotico-resistenza”.

Come è noto, le ARTI (raffreddore, bronchiti non associate a complicanze, il mal di gola e sinusiti) rappresentano la principale causa di visite mediche in ambulatorio presso i medici di famiglia.

Stando ad alcuni dati non pubblicati dei CDC, si ritiene che una prescrizione antibiotica su 2 possa essere non necessaria o inappropriata in questo setting di pazienti, la qual cosa si traduce in uno sperpero di risorse sanitarie stimato pari a 3 miliardi di dollari.

Gli antibiotici sono responsabili anche della maggior parte degli eventi avversi legati all'impiego di farmaci e, in un caso su 5, di ricorso alle cure di Pronto Soccorso per lo sviluppo di reazioni avverse.

Sulla base di questi presupposti, è stata condotta una rassegna sistematica della letteratura, volta all'identificazione dell'evidenza scientifica disponibile sull'impiego appropriato degli antibiotici nel trattamento dei pazienti affetti da ARTI (bronchite non associata a complicanze, faringite, rinosinusite e raffreddore comune).

La rassegna ha incluso anche alcune linee guida correnti implementate da autorevoli società medico-scientifiche USA, come l'IDSA (the Infectious Diseases Society of America).

La lettura del materiale scientifico identificato mediante ricerca sui principali database biomedici si è focalizzata sui risultati relativi a soggetti sani, non affetti da malattia cronica polmonare (fibrosi cistica, bronchiettasia e BPCO) e da condizioni di compromissioni del sistema immunitario (immunodeficienze acquisite o congenire, infezioni da HIV, insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica, leucemia, linfoma, malattia di Hodgkin, neoplasia, mieloma multiplo, immunosoppressione iatrogenica, storia di trapianto).

I risultati della ricerca sistematica della letteratura hanno portato all'elaborazione di alcune raccomandazioni relative alla prescrizione antibiotica di seguito illustrate:

Raffreddore comune
Si sconsiglia la prescizione di antibiotici in questi pazienti. I medici dovrebbero avvertire i loro pazienti sulla possibilità che la sintomatologia riferita possa durare anche 2 settimane e invitarli a ritornare in ambulatorio se i sintomi peggiorano o superano i tempi di recupero attesi. Dovrebbe essere compito dei medici anche quello di spiegare i rischi e i benefici della terapia sintomatica e di ricordare che gli antibiotici non sono necessari in questo contesto e potrebbero avere effetti collaterali.
Si raccomanda, inoltre, il ricorso ad una terapia sintomatica per la gestione dei sintomi del raffreddore.

Bronchite non associata a complicanze
Si raccomanda la prescrizione di antibiotici solo quando la polmonite non è più un sospetto. I pazienti affetti da questa condizione potrebbero trarre beneficio dall'impiego di farmaci in grado di alleviare la sintomatologia associata, come i farmaci anti-tussivi, gli agenti espettoranti, gli antiistaminici, gli agenti decongestionanti e i beta agonisti.

Faringiti
Si raccomanda il ricorso a farmaci analgesici come acido acetilsalicilico, paracetamolo, FANS e pastiglie per il mal di gola. I medici dovrebbero rassicurare i pazienti in merito alla durata della faringite (meno di una settimana) e ricordare che gli antibiotici non sono solitamente necessari dal momento che hanno un effetto limitato sulla sintomatologia e che, invece, potrebbero avere effetti collaterali.

Si raccomanda di sottoporre a test i pazienti con sintomatologia presuntiva di faringite di streptococco di gruppo A (ad esempio presenza di febbre persistente o di altre combinazioni appropriate di sintomi) mediante test rapido e/o colture di Streptococco di gruppo A.

In caso di conferma diagnostica di faringite streptococcica, si raccomanda in questo caso la prescrizione di antibiotici.

Sinusiti non associate a complicanze
Le sinusiti non associate a complicanze si risolvono, solitamente, senza antibiotici, anche in pazienti con noxa patogena batterica. La maggior parte dei pazienti con diagnosi posta di sinusite sperimenta un maggior numero di eventi avversi piuttosto che benefici dal trattamento antibiotico. La maggior parte dei pazienti con sinusiti dovrebbe essere sottoposta a cure di supporto. Gli analgesici potrebbero essere somministrati per contrastare la sintomatologia dolorosa mentre gli antipiretici per la febbre.

Si raccomanda, invece, di riservare il trattamento antibiotico delle sinusiti nei pazienti con sintomatologia persistente (>10 giorni), insorgenza di sintomatologia severa o segni di febbre elevata (>39 C), muco o dolore facciale da almeno 3 giorni, o insorgenza di sintomatologia peggiorativa a seguito di malattia virale, dopo un miglioramento iniziale (sovrainfezione).

Nicola Casella

Bibliografia
Harris AM et al. Appropriate Antibiotic Use for Acute Respiratory Tract Infection in Adults: Advice for High-Value Care From the American College of Physicians and the Centers for Disease Control and Prevention. Ann Intern Med. Published online 19 January 2016 doi:10.7326/M15-1840
Leggi