Un ampio studio europeo, pubblicato sulla rivista AIDS, ha confermato come lo stato di sieropositività al virus HIV rappresenti un forte fattore di rischio di indipendente di outcome del trattamento anti-TBC sfavorevole. Inoltre, lo studio ha dimostrato come la sieropositività al virus HIV innalzi il rischio di prolungamento dei tempi di trattamento della TBC (>12 mesi per la TBC non multi-drug resistance (non-MDR-TBC), >24 mesi per la MDR-TBC).
Sieropositività al virus HIV peggiora esiti terapia anti-TBC
Un ampio studio europeo, pubblicato sulla rivista AIDS (1), ha confermato come lo stato di sieropositività al virus HIV rappresenti un forte fattore di rischio di indipendente di outcome del trattamento anti-TBC sfavorevole.
Inoltre, lo studio ha dimostrato come la sieropositività al virus HIV innalzi il rischio di prolungamento dei tempi di trattamento della TBC (>12 mesi per la TBC non multi-drug resistance (non-MDR-TBC), >24 mesi per la MDR-TBC).
Razionale dello studio
La TBC e la coinfezione da HIV rappresentano un serio problema di salute pubblica a livello mondiale, Europa inclusa: “Da un lato, il virus HIV rappresenta un forte fattore di rischio di TBC in quanto aumenta il rischio di progressione a TBC attiva e riattivazione di TBC latente – scrivono gli autori nell'introduzione al lavoro -. Dall'altro, la TBC influenza negativamente il corso naturale dell'infezione da HIV nei pazienti co-infettati, aumentando sia la replicazione che l'eterogeneità virale. Da ultimo, l'epidemia di HIV potrebbe aver contribuito all'insorgenza di ceppi farmaco-resistenti di TBC”.
In linea di principio, il trattamento della TBC in pazienti coinfettati dal virus HIV non dovrebbe essere differente da quello dei pazienti sieronegativi al retrovirus: la risposta clinica precoce alla terapia e il tempo di conversione sierologica di colture dell'escreato da positivo a negativo sembrano essere simili nei pazienti sieropositivi e sieronegativi al virus HIV.
Ciò nonostante, non è ancora chiaro l'impatto dell'infezione da HIV sugli outcome di trattamento della TBC a livello di popolazione (2-3).
Di qui il nuovo studio, che ha analizzato gli outcome di trattamento dei casi di TBC provenienti da 9 paesi europei nel triennio 2010-2012, e che si è servito di modelli logistici multilivello e multinomiali e ha considerato l'interazione esistente tra il virus HIV e la MDR-TBC per valutare l'effetto del virus dell'AIDS sugli oucome di trattamento della TBC.
Sintesi dello studio e dei risultati principali
I ricercatori hanno analizzato gli oucome di trattamento di TBC relativi a 61.138 casi di TBC.
L'analisi dei dati ha mostrato che il 5,5% dei casi di TBC mostrava anche sieropositività al virus HIV.
I casi di coinfezione TBC-HIV sono risultati essere quelli con una percentuale di successo del trattamento per la TBC più bassa rispetto a quelli con sola TBC (57% vs 79%).
Dopo correzione dei dati del modello multilivello in base all'età e all'interazione con MDR-TBC, è emerso che l'infezione da HIV era significativamente associata ad un più basso tasso di successo del trattamento anti-TBC in tutti gli strati di MDR considerati.
I risultati del modello multinomiale, invece, hanno documentato un tasso di mortalità significativamente più elevato nei casi di coinfezione TBC-HIV.
Inoltre, i ricercatori hanno documentato un incremento del rischio di allungamento del trattamento anti-TBC nei pazienti con coinfezione TBC-HIV.
Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ipotizzato che gli outcome negativi di trattamento osservati possano essere spiegati con le difficoltà nella diagnosi di TBC, qualche volta dovute a “...alternanza delle manifestazioni cliniche della TBC e alla mancanza di un test diagnostico della TBC rapido e sensitivo nei pazienti coinfettati per il virus HIV”
Ciò, dunque, potrebbe portare ad un ritardo sia della diagnosi che del trattamento.
Il trattamento della TBC nei casi di coinfezione con il virus HIV si presta anche ad alcune problematiche ulteriori quali le interazioni farmacologiche tra le rifamicine ed alcuni agenti antiretrovirali, la sovrapposizione di effetti tossici e il manifestarsi della cosiddetta sindrome IRIS (sindrome infiammatoria da immunoricostituzione), una delle possibili complicanze della terapia antiretrovirale con una prevalenza stimata del 10-25% specialmente in pazienti che iniziano la terapia antiretrovirale in fase avanzata di malattia e con CD4+ molto bassi(< 100/mmc).
In conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono la necessità di condurre trial clinici randomizzati, finalizzati a studiare la durata ottimale del trattamento anti-TBC con pazienti coinfettati dal virus HIV.
Nicola Casella
Bibliografia
1. Karo B et al. The impact of HIV infection on treatment outcome of tuberculosis: analysis of surveillance data from nine European countries, 2010-2012. Aids 2016; e-pub ahead-of-print
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2. Sterling TR et al. HIV infection-related tuberculosis: clinical manifestations and treatment. Clin Infect Dis 2010; 50(3):S223-30.
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3. Centers for Disease Control and Prevention. Prevention and treatment of tuberculosis among patients infected with human immunodeficiency virus: principles of therapy and revised recommendations. MMWR Recomm Rep 1998; 47(RR-20):1-58.
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