Superenalotto, scommesse, videopoker: gli ultimi anni hanno visto anche in Italia crescere la diffusione del gioco d'azzardo, o gambling, come lo chiamano gli anglosassoni. E l'attuale crisi economica non fa altro che acuire, nelle persone predisposte, la voglia di soluzioni magiche e improbabili ai propri problemi.
Fortunatamente la ricerca nel campo della psicofarmacologia e l'esperienza con i diversi approcci psicoterapici ha fatto enormi progressi nell'offrire ai soggetti dipendenti dal gioco d'azzardo una valida via d'uscita.

Il volume è stato scritto da  Jon E. Grant professore associato di psichiatria dell'Università del Minnesota e da Marc N. Potenza, docente di Psichiatria della Yale University ed è pubblicato da Springer-Verlag.

Vi sono raccolti i contributi di numerosi esperti e rappresenta una summa dello stato attuale delle conoscenze sul problema, sia dal punto di vista dell'epidemiologia del fenomeno sia da quello delle possibili risposte terapeutiche, comportamentali e farmacologiche.
A questo riguardo, diversi studi neurobiologici hanno dimostrato il coinvolgimento dei sistemi di produzione, alterazione e rilascio di serotonina, noradrenalina e dopamina nella manifestazioni del gioco d'azzardo patologico.  I risultati più promettenti, riassunti in un capitolo dedicato, sono stati ottenuti in studi in doppio cieco controllati con placebo con inibitori della ricaptazione della serotonina, fluvoxamina, paroxetina, citalopram, clomipramina, nefazodone, oppiodi antagonisti, stabilizzatori dell'umore e antipsicotici atipici.