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Farmaci pių accessibili in America? Le nuove misure di Trump riaprono il dibattito

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Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato il 12 maggio 2025 la prossima emissione di un nuovo ordine esecutivo volto a ridurre drasticamente i prezzi dei farmaci da prescrizione negli Stati Uniti. La misura, denominata "Most Favored Nation" (MFN), si propone di allineare il costo dei farmaci negli Usa ai prezzi più bassi praticati in altri paesi sviluppati, con una riduzione stimata tra il 30% e l'80%. Secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente attraverso il social Truth Social, l'ordine sarà firmato a breve dalla Casa Bianca e, secondo le intenzioni, avrebbe effetti quasi immediati.

La politica MFN prevede che gli Stati Uniti paghino per determinati farmaci il prezzo più basso riscontrabile a livello globale. Questa misura punta in particolare ai farmaci rimborsati da Medicare Parte B, ovvero quei trattamenti somministrati in ambito ambulatoriale e ospedaliero. Sebbene il contenuto completo dell'ordine non sia ancora stato reso noto, il precedente tentativo avviato dall'amministrazione Trump nel 2020, poi bloccato da un giudice federale e revocato da Joe Biden nel 2021, lascia intendere che il focus rimarrà sulle terapie a maggior impatto economico per il sistema sanitario federale.

Le reazioni dell'industria farmaceutica
Come prevedibile, l'annuncio ha generato forti tensioni nel settore farmaceutico. Durante le recenti conference call sui risultati finanziari, i vertici delle principali aziende hanno espresso preoccupazione per le possibili ricadute di una misura del genere. In particolare, Vas Narasimhan, CEO di Novartis, ha sottolineato come una politica limitata ai farmaci di Medicare Parte B potrebbe essere gestibile per la compagnia svizzera, ma un'estensione a Medicare Parte D, Medicaid e al mercato privato risulterebbe devastante.

Anche Stephen Ubl, presidente e CEO della Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PhRMA), ha criticato duramente la proposta, definendola "irresponsabile e inapplicabile" e denunciando il rischio che governi esteri influenzino indirettamente l'accesso ai trattamenti per i cittadini statunitensi. Le borse hanno immediatamente reagito alla notizia, con ribassi registrati per i titoli di Johnson & Johnson, Merck, Eli Lilly e AbbVie.

Nuove direttive per il settore farmaceutico
L'ordine esecutivo sulla MFN non rappresenta l'unica iniziativa intrapresa dal presidente Trump nel suo nuovo mandato in tema farmaceutico. Solo poche settimane fa è stato firmato un altro provvedimento per eliminare la cosiddetta "pill penalty" prevista dall'Inflation Reduction Act, che imponeva tempi più stretti per la negoziazione dei prezzi dei farmaci a piccola molecola rispetto ai biologici. La nuova direttiva mira inoltre a semplificare le procedure di approvazione per generici e biosimilari.

Sempre nell'ottica di rafforzare l'autonomia del settore, la Casa Bianca ha varato un'ulteriore misura per incentivare la produzione farmaceutica domestica. È stato avviato infatti un procedimento ai sensi della Sezione 232 per verificare se l'importazione di farmaci e principi attivi rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale, preludio a possibili dazi o restrizioni sulle importazioni.

Prospettive e scenari futuri
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche dell'amministrazione, l'effettiva applicazione dell'ordine esecutivo MFN potrebbe incontrare ostacoli significativi. L'industria farmaceutica ha già preannunciato ricorsi legali per bloccare l'iniziativa, come avvenne nel 2020, e la concreta definizione delle modalità di implementazione dipenderà dai regolamenti che saranno elaborati dal Department of Health and Human Services (HHS).

Inoltre, resta da chiarire quali categorie di farmaci saranno coinvolte e se l'iniziativa rimarrà circoscritta a Medicare Parte B o verrà estesa a Medicare Parte D, Medicaid e assicurazioni private. Le aziende temono che una misura così radicale possa disincentivare la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie, con effetti a lungo termine sull'innovazione e sull'accesso ai farmaci.

In attesa dei dettagli operativi, l'ordine esecutivo rappresenta comunque un deciso cambio di passo nella politica farmaceutica americana, riaprendo il dibattito su costi, accessibilità e sostenibilità economica dei trattamenti innovativi.

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