La proteina p66Shc, conosciuta finora come componente di una complessa rete di comunicazione all’interno della cellula, sembra avere un ruolo anche nella regolazione del metabolismo del glucosio e nella crescita cellulare. La molecola, quindi, potrebbe rappresentare un nuovo target per farmaci da utilizzarsi nella cura del cancro e del diabete. Lo studio, condotto dai ricercatori del Lunenfeld Tanenbaum Research Institute presso il Mount Sinai Hospital,  è stato pubblicato su Science Signalling. 

Le proteine sono unità funzionali delle cellule che si assemblano in maniera precisa per controllare i processi cellulari. Le proteine adattatrici, come p66Shc, fungono da linker o da interruttori in diversi processi cellulari.

Gli autori hanno focalizzato i loro studi su p66Shc in quanto studi su animali avevano dimostrato che i topi con deficit della proteina sopravvivono a lungo senza sviluppare tumori. Inoltre, i topi senza la proteina hanno una buona tolleranza al glucosio e non sviluppano obesità e diabete.

Nel loro studio, i ricercatori hanno scoperto che silenziando il gene che esprime la proteina p66Shc nelle cellule,  viene migliorato il metabolismo del glucosio e delle molecole coinvolte nei meccanismi di crescita cellulare.

Secondo i ricercatori, la proteina potrebbe essersi evoluta fino a diventare un interruttore che risponde alla disponibilità di nutrienti. Il gene che esprime p66Shc è relativamente nuovo per gli standard evolutivi e non è mai stato osservato in specie diverse dai vegetali.

In base ai risultati dello studio, la proteina p66Shc agisce inibendo il signaling dell’insulina e del metabolismo energetico quando i livelli di glucosio sono elevati, come nel caso del diabete. Inoltre, sembra essere coinvolta anche nei meccanismi che favoriscono la crescita cellulare. Per questo motivo, la proteina sembra essere un ottimo bersaglio verso il quale indirizzare nuove terapie contro  tumori e diabete.